Il PD critica Musumeci che non mette donne in Giunta e nel Governo Draghi dà spazio solo a Ministri maschi!/ SERALE

… e noi che pensavamo al PD come al partito di Guido Cavalcanti e Giacomo Casanova!

… e noi che pensavamo al PD come a un partito a metà strada tra il Dolce Stil Novo e Giacomo Casanova! Sì, voi non ci crederete, ma noi pensavamo ai dirigenti e parlamentari del Partito Democratico come poeti e lettori degli stilnovisti e delle Memorie del divino veneziano. Perché l’abbiamo pensato? Perché quando il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, qualche settimana fa, ha effettuato il rimpasto della Giunta che presiede, sostituendo l’unica donna del suo Governo con un uomo – di fatto presentandosi con 12 assessori su 12 tutti maschi, misoginia politica allo stato puro! – abbiamo pensato che, in fondo, i dirigenti e i deputati del PD che annunciavano ricorso al TAR Sicilia contro il Governo regionale per offesa alle donne avevano qualche ragione. Letteraria e poetica, s’intende: noi, infatti, non siamo molto convinti che le donne debbano entrare in politica con le ‘riserve indiane’, che possono essere anche controproducenti: com’è avvenuto a Palermo quattro anni fa, quando un candidato al Consiglio comunale ha messo in lista un mezzo harem: e siccome, con la doppia preferenza di genere, ogni donna che ha messo in lista portava voti a lui, ha di fatto usato le donne-candidata per prendere più voti! No, non ci convince la doppia preferenza di genere, non ci convincono le ‘riserve’ indiane per le donne in politica, perché partono dal presupposto – sbagliato – che le donne siano incapaci di primeggiare in politica senza ‘stampelle’.

E ora che racconteranno ai giudici del TAR? Chi ‘i fimmini ‘i vonnusulu ‘nSicilia?

Ciò posto, noi abbiamo tutto sommato osservato con interesse il ricorso al TAR Sicilia del PD contro il Governo Musumeci-senza-donne: ci è sembrato un gesto poetico, alla Guido Cavalcanti; e – magari non ci crederete – abbiamo pensato a una frase di Casanova citata da Leonardo Sciascia: “Lasciò cadere l’ultimo velo di pudore citando San Clemente d’Alessandria”. E’ così che noi abbiamo immaginato il PD che presenta il ricorso anti-misogino – più ‘perentorio’ che ‘ordinatorio’ – ai giudici amministrativi: un ricorso più letterario che giuridico! E invece cosa scopriamo? Che il PD, nel nuovo Governo di Mario Draghi, si scurdò i mettici macari ‘nna fimmina! Macari una! Niente! Ma come, armate una turilla contro Musumeci, illudete tanta gente e poi che fate? ‘Musumeggiate’ a Roma nella composizione del nuovo Governo nazionale! E ora chi ci iti a cuntari a li iurici du TAR? Chi i fimmini ‘nni ‘i governi ‘i vuliti sulu ‘nSicilia?

… e Vincenzo Figuccia c’abbagna ‘u pani…

E poi arriva il parlamentare regionale Vincenzo Figuccia e c’abbagna ‘u pani: “Dove sono le donne del PD nel nuovo Consiglio dei Ministri? Enorme Gaffe di Zingaretti? È bufera. Solidarietà alle donne del Partito Democratico che lamentano la propria assenza nel governo nazionale. Nel giorno di San Valentino, voglio manifestare piena solidarietà a tutte le donne del Partito Democratico che in questo momento stanno manifestando contro i generali per l’assenza della componente femminile nella compagine di governo. Auspico che il loro partito possa valutare l’opportunità di premiare le migliori donne per ciò che hanno tra le orecchie ovvero il cervello e spero che questa volta le polemiche cedano il passo ai fatti. Gli stessi fatti con i quali la Lega ha dimostrato di voler premiare l’impegno delle donne più brave e meritevoli all’interno della politica, dell’economia e del mondo del lavoro. Come sempre il tempo è galantuomo e in questo caso è chiaro che le accuse di sessismo vadano rispedite immediatamente al mittente ovvero al Partito Democratico dove l’ipocrisia dell’uguaglianza di genere si taglia a fette”.

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