E’ arrivato nel pomeriggio in Assemblea regionale siciliana il disegno di legge su Bilancio e Finanziaria messo a punto dal Governo regionale di Nello Musumeci (provvedimento che oggi si chiama legge di Stabilità). C’è voluto un po’ di tempo per sistemare le ‘carte’, alla luce del recente accordo (sbagliato ma inevitabile) tra Stato e Regione. La notizia è che il Parlamento siciliano non avrà il tempo di approvare la manovra 2021 entro la fine di questo mese, perché adesso debbono iniziare a lavorare le commissioni legislative di merito e poi la commissione Bilancio e Finanze. Volendo fare una previsione, se Sala d’Ercole non arriverà ad approvare il tutto entro il 10 di Marzo, con molta probabilità bisognerà fare ricorso a un altro mese di esercizio provvisorio (cosa molto probabile). Prima di entrare nel merito della manovra aspettiamo di leggere le ‘carte’, anche se qualcosa l’abbiamo già anticipata nei giorni scorsi: i 40 milioni di euro di tagli per quest’anno (e non più 60 milioni di euro come si pensava) – previsti dall’accordo-capestro con Roma – li pagheranno alcune categorie sociali, a cominciare dagli operai della Forestale e anche al Corpo Forestale (non mancano già le proteste) dai dipendenti dei Consorzi di Bonifica e dal trasporto locale.
Le cronache di oggi registrano anche un incontro tra i cinque parlamentari di Attiva Sicilia e il partito No Europa Italexit di Gianluigi Paragone (nella foto sotto). Si tratta di due formazioni politiche che sono venute fuori dal Movimento 5 Stelle. I cinque parlamentare regionali di Attiva Sicilia (Valentina Palmeri, Elena Pagana, Angela Foti, Matteo Mangiacavallo e Sergio Tancredi) si sono dissociati dai grillini siciliani – dando vita, per l’appunto, al proprio gruppo
“E’ fondamentale – si legge in una nota dei parlamentari di Attiva Sicilia – che tutti i movimenti civici e le aggregazioni territoriali siciliane che hanno a cuore la piena autonomia della nostra Regione trovino quel denominatore comune che consenta di non disperdere le risorse e le intelligenze che dovranno sostenere, oggi più di prima, le giuste istanze indicate dal nostro Statuto”. Nel comunicato si legge che Attiva Sicilia e Italexit Sicilia “hanno intrapreso un rapporto di collaborazione, con la certezza di potere rappresentare all’interno dell’Assemblea regionale siciliana le condivise istanze autonomistiche e di sviluppo e tutela del territorio. Nel corso dell’incontro sono intervenuti i deputati di Attiva Sicilia, Angela Foti e Sergio Tancredi, il coordinatore regionale Italexit, Luigi Savoca, e vari esponenti regionali del partito tra cui Antonio Damaso (Agrigento), Gaetano Caramanno, Beppe de Santis e Andrea Piazza (Palermo), Emanuele Cavallo (Ragusa), Christian Asaro (Trapani), Santo Musumeci (Catania). L’incontro è terminato con l’impegno a promuovere sul territorio iniziative politiche e di lotta a sostegno delle istanze del territorio”. La notizia è che anche nel Parlamento siciliano cominciano a prendere forma istanze, come dire?, alternative alle direttive, in alcuni casi demenziali oltre che sbagliate, dell’Unione europea. Ci riferiamo, in particolare, all’agricoltura e alla pesca. Per la cronaca, Attiva Sicilia è già da tempo impegnata per liberare l’agricoltura siciliana dal glifosato.