La politica siciliana si è sbarazzata di Riscossione Sicilia spa, la società che fino ad oggi si è occupata della riscossione dei tributi a ruolo. Anche questo servizio passerà sotto le insegne dello Stato. Ma, a quanto pare, il passaggio non sarà ‘liscio’. Così desumiamo nel leggere un comunicato diramato dalla FABI, la prima organizzazione sindacale per numero di lavoratori bancari presente anche tra i dipendenti di Riscossione Sicilia, e di rappresentanti di CGIL, CISL e UIL. I problemi sollevati dalla FABI siciliana e dalle altre organizzazioni sindacali riguardano una possibile crisi di liquidità che potrebbe provocare disagi al personale e ai fornitori.
“Sulla possibilità che si verifichi una pesante crisi di liquidità di Riscossione Sicilia le Organizzazioni sindacali FABI FIRST/CISL FISAC/CGIL UILCA/UIL E UNISIN hanno inviato una lettera al Presidente della Regione Nello Musumeci, all’Assessore al Bilancio Gaetano Armao e ai capigruppo dei partiti presenti all’Assemblea regionale siciliana – leggiamo nel comunicato -. I sindacati di categoria sono preoccupati della mancata attuazione delle previsioni della legge nazionale del 30 dicembre 2020, il provvedimento che sancisce l’unificazione di tutto il sistema di riscossione del Paese. La Regione ritarda e c’è il rischio che si possano verificare ritardi sui pagamenti delle retribuzioni e delle forniture”.
“E’ indispensabile che chi di dovere adotti urgenti provvedimenti per garantire che non si creino situazioni di disagio per il personale e per i fornitori”, dicono Carmelo Raffa, Coordinatore di FABI Sicilia e leader storico di questa organizzazione sindacale, e Giorgio Cuccia, rappresentante sindacale FABI Riscossione Sicilia. Nel contempo, Raffa e Cuccia, facendo riferimento alle previsioni della legge 16/2017 art.18, invitano il Governo della Regione “a garantire al più presto il transito di tutto l’attuale personale di Riscossione Sicilia in Ader”.