Il voto su Rousseau: i grillini rischiano di scomparire perché a furia di dire sì hanno rinunciato alla propria storia!

11 febbraio 2021
  • I due elementi politici importanti
  • I grillini ‘governativi’ hanno sottovalutato Alessandro Di Battista
  • Sbagliatissimo allearsi con chi pensa male di le e lo manifesta, utilizzando anche la forza mediatica per indebolirti agli occhi dell’opinione pubblica

I due elementi politici importanti

Alla fine oggi si vota. Nel Movimento 5 Stelle la piattaforma Rousseau apre i battenti per dare modo agli iscritti – che lo ricordiamo non sono tanti – di pronunciarsi per il sì o per il no alla partecipazione al Governo di Mario Draghi. Già sulla rete impazzano le polemiche sulla formulazione del quesito, della serie: è stato fatto bene, è ingannevole, no va bene così e via continuando. Polemiche inutili: chi ha deciso di votare sì, voterà sì; chi ha deciso di votare no, voterà no. A nostro modesto avviso, sono due gli elementi politici importanti. Il primo è che si vota, la linea di Beppe Grillo non è passata. Il secondo elemento è culturale e politico insieme, e riguarda sia i parlamentari, sia gli iscritti.

I grillini ‘governativi’ hanno sottovalutato Alessandro Di Battista

Primo punto: il voto di oggi. E’ chiaro che non sono pochi gli esponenti del Movimento 5 Stelle che non sono d’accordo sulla partecipazione al Governo che l’Unione europea dell’euro sta imponendo all’Italia con Maio Draghi presidente del Consiglio. Tutti si aspettano una vittoria del sì al Governo. Noi – che di solito ci sbilanciamo – questa volta non lo facciamo perché abbiamo la sensazione che ci sia incertezza. Alessandro di Battista, nei giorni scorsi, si è più volte pronunciato per il no. E non ci sembra affatto isolato. E – sempre a nostro modesto avviso – anche nel gruppo parlamentare potrebbe non esserci unanimità. In ogni caso, più saranno i no, più si avvicinerà – per un verso o per l’altro – la scissione. Anche il 30% dei no sarebbe un problema. Se invece dovessero perdere i sì la situazione, per Grillo e per i governativi, si complicherebbe: e dovrebbero essere proprio loro – nel caso in cui dovessero comunque entrare a far parte del Governo – a lasciare il Movimento. Questo scenario sarebbe la grande vittoria di Di Battista. E anche per il Movimento che tornerebbe a recuperare la propria storia.

Sbagliatissimo allearsi con chi pensa male di le e lo manifesta, utilizzando anche la forza mediatica per indebolirti agli occhi dell’opinione pubblica

Secondo punto: la dimensione culturale e politica. Chi oggi andrà a votare si dovrà ricordare che il sì non sposterà l’opinione che le altre formazioni politiche hanno dei grillini. Su questo punto, a nostro avviso, si è consumato il grande errore: prima i sì alla Lega e poi i sì al PD. Errori tragici, perché non soltanto la Lega e il PD, ma tutta la vecchia politica identifica i grillini come inadeguati. In politica allearsi con chi pensa male di te, e lo manifesta ad ogni piè sospinto, significa dare ragione all’avversario-alleato. Questo è un principio-cardine della politica, che precede anche Il Principe di Machiavelli. La questione, prima che politica, è culturale. Non si può e non si deve governare insieme con chi dice del proprio alleato: “Ma chi, quelli? Vabbé non capiscono niente! Vabbé sono inadeguati. Vabbé non conoscono le cose e non hanno esperienza. E vabbé vari. E’ per questa scarsissima considerazione, sorretta da una tempesta mediatica diffusa ad arte in tutto il Paese – unita anche ad errori commessi da alcuni Ministri grillini – che gli stessi grillini hanno dovuto rinunciare alla stragrande maggioranza degli elementi del proprio programma politico. Dire: ok, ma il Reddito di cittadinanza (realizzato malissimo!) è salvo non serve. Oggi i grillini hanno l’opportunità di interrompere una deriva politica ‘entropica’. Buttare alle ortiche il proprio credo politico per adeguarsi a chi comanda conduce alla fine di tutto.

 

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