Piattaforma Rousseau: l’esito della votazione dà la vittoria al sì alla partecipazione al Governo di Mario Draghi, ma il Movimento 5 Stelle è diviso. Hanno detto sì 44.177 iscritti, mentre i no sono stati 30.360. Il dato lo prendiamo da Il Fatto Quotidiano. Da altre fonti d’informazione si dà al sì al Governo Draghi il 53%, mentre il no si attesterebbe intono al 47%. L’ultimo dato è 59% circa al sì e 41% circa al no. In ogni caso, quella di Beppe Grillo e dei grillini governativi, più che una vittoria, è una sconfitta. Poco meno di mezzo Movimento 5 Stelle è contro il Governo.
Con più del 40% di iscritti che votano contro non sarà facile per i grillini governativi accomodarsi con Draghi a Palazzo Chigi. Anche perché, adesso, bisognerà capire quanti parlamentari del Movimento 5 Stelle sono a favore della partecipazione al Governo e quanti, invece, sono contrari. Perché è chiaro che il malessere della base si riflette sui parlamentari: e viceversa. La conta è importante, soprattutto per Draghi, che deve sapere con precisione – soprattutto al Senato – non se ha la maggioranza (che dovrebbe avere), ma da quali forze politiche dipenderà la maggioranza che lo sostiene.
Si andrà verso la scissione? L’articolo che Alessandro Di Battista ha postato sulla propria pagina Facebook è un ‘siluro’ contro Berlusconi e Forza Italia: “Da Dell’Utri a Bontade: il curriculum di Berlusconi ci impone di dire No al nuovo Governo”. La nostra sensazione è che per il nuovo Governo si preparano tempi difficili. Se Di Battista riuscirà a portare dalla propria parte il 30 per cento degli attuali parlamentari di Camera e Senato sarà un bel problema, non tanto e non soltanto per una questione numerica, ma perché avere all’opposizione due ossi duri come Giorgia Meloni e Di Battista finirà col ridurre i margini di manovra per il futuro presidente del Consiglio.