Due pescherecci egiziani sono stati sequestrati dalle autorità italiane nel mare antistante l’isola di Lampedusa. Motivazione del sequestro: pesca di frodo. La notizia la leggiamo sul quotidiano La Sicilia: “La Guardia di Finanza ha sorpreso a Lampedusa due pescherecci egiziani che stavano pescando nelle acque territoriali italiane. Il primo è stato avvistato Venerdì 5 Febbraio da un elicottero delle Fiamme gialle; era in attività di pesca a strascico a sole 4 miglia dall’isola; in quel momento erano in servizio di vigilanza antimmigrazione due guardacoste della Guardia di Finanza, uno dei quali stava già operando su un barcone proveniente dalla Libia carico di immigrati. Il peschereccio è stato scortato in porto ove i finanzieri, in collaborazione con i colleghi della Capitaneria di Porto, hanno proceduto a sequestrare l’attrezzatura da pesca ed a denunciare i 15 membri dell’equipaggio, tutti cittadini egiziani, per pesca di frodo in acque nazionali. Analogo episodio – prosegue l’articolo de La Sicilia – è avvenuto la sera di domenica 7; il peschereccio era ad 11 miglia dalla costa, avvistato al radar dalla Marina Militare; un pattugliatore delle fiamme gialle è intervenuto riscontrando che gli egiziani erano in attività di pesca a strascico e lo hanno scortato in porto a Lampedusa ove hanno proceduto al sequestro delle attrezzature ed alla denuncia dei 14 membri di equipaggio”.
La notizia è molto singolare, perché di solito sono i pescherecci italiani – e segnatamente i pescherecci siciliani – ad essere bloccati e sequestrati dalle autorità dei Paesi del Nord Africa, di solito tunisine o libiche. Com’ avvenuto nei primi giorni di Settembre dello scorso anno con il sequestro dei due pescherecci di Mazara del Vallo. In quel caso, com’è noto, sono stati i libici del generale Haftar a bloccare e a tenere prigionieri i 18 pescatori di Mazara del Vallo. Per motivazioni che non avevano molto a che fare con la pesca di frodo, ma erano legate a fatti politici: per la precisione, alla visita del Ministro Di Maio in Libia.
Oggi, invece, assistiamo a un cambio di ruolo. E a chi si occupa di pesca non può sfuggire una considerazione: se i pescatori egiziani vanno a pescare a poche miglia da Lampedusa, ebbene, significa che nel mare dell’Egitto di pesce ne deve essere rimasto poco! La cosa è preoccupante e stupefacente. E’ preoccupante perché significa che il Mediterraneo è messo male. Noi, infatti, non immaginavamo che in Egitto ci fossero problemi i pesce: ma se gli egiziani vengono a pescare nelle acque italiane qualcosa deve essere successa! Situazione anche stupefacente, perché a furia di penalizzare i pescatori italiani con le cervellotiche regole imposte dall’Unione europea, l’Italia è ormai da tempo importatore di pesce. Da qui il paradosso: i pescatori non italiani vengono a pescare nel nostro mare e ci vendono il nostro pesce! Un po’ come avviene con Sicilacque – una società a maggioranza non siciliana – che acquista l’acqua dei siciliani e la rivende a un prezzo maggiorato agli stessi siciliani! Per la cronaca, ricordiamo che noi importiamo pesce anche dall’Egitto.
Foto tratta da AgrigentoNotizie