Non abbiamo mai condiviso il “No” ideologico alla realizzazione delle pale
“Il progetto di eolico off-shore a tra Sicilia e Tunisia – scrive Corrao sulla propria pagina Facebook – è quanto di più pericoloso possa esserci per la nostra pesca in quell’area del Mediterraneo. Un progetto che – nonostante l’obiettivo green di produzione di energia rinnovabile – non ho paura di definire folle. Non solo potrebbe avere un impatto ambientale enorme, ma soprattutto potrebbe decretare la fine della pesca in quel tratto di oltre 18 milioni di metri quadrati di mare”. In effetti, regalare ai produttori di energia eolica 18 milioni di metri quadrati di mare ci sembra veramente ultra-esagerato! Eppure, racconta Corrao, è questa “la richiesta di concessione demaniale operata dalla società Renexia per la realizzazione di un mega parco eolico offshore fra la costa occidentale della Sicilia e la Tunisia a largo delle Egadi. Stiamo parlando – aggiunge l’eurodeputato – di un parco eolico off-shore composto da 190 generatori, che sottrarrebbe un’area di mare sconfinata alle nostre marinerie. Si tratta di un’area molto pescosa, situata nei pressi dei banchi Talbot e Skerki. I nostri pescatori, soprattutto chi usa il palangaro, per esempio per la pesca del tonno, sarebbero costretti non solo ad abbandonare definitivamente quelle aree ma anche a stare lontani decine di miglia. Un danno enorme, che aggrava la crisi del settore”.
Già di Tonno Rosso del Mediterraneo i pescatori siciliani ne possono catturare pochi esemplari, perché il grande affare è passato nelle mani delle multinazionali. Ora, se questo progetto andrà in parto, ne potranno pescare ancora meno. Chissà cosa ne pensa l’assessore regionale all’Agricoltura e alla pesca, Tony Scilla, che, peraltro, ha radici proprio nella marineria di
“La beffa finale – sottolinea ancora il parlamentare europeo eletto in Sicilia – è che l’energia prodotta dalle pale eoliche non verrebbe neanche sfruttata dalla Sicilia, ma verrebbe trasferita e utilizzata altrove attraverso un cavidotto, il quale passerebbe da Termini Imerese sottraendo ulteriori aree di pesca ai pescatori siciliani”. La solita storia: la Sicilia ascara che svende se stessa e i propri beni per favorire che con la Sicilia non ha nulla a che spartire e che, anzi, danneggia la nostra Isola. Da qui le domande di Corrao: “E allora mi chiedo: quali sono le ricadute per il nostro territorio? Cosa ci guadagnano le comunità costiere, i pescatori siciliani, la biodiversità siciliana? Assolutamente nulla, attenzione non sono contro l’eolico che ritengo una energia rinnovabile del futuro, ma qui stiamo regalando quanto di più prezioso abbiamo, ricevendo in cambio solo danni irreversibili. Non è questa la rivoluzione verde che abbiamo in mente. Questo progetto è un manifesto del capitalismo fintamente ‘green’ più spietato, che spolpa le risorse naturali di un territorio e porta allegramente i profitti altrove lasciando macerie. L’eolico sostenibile esiste, come dimostra il manifesto siglato dalle associazioni ambientaliste italiane con ANEV Associazione Nazionale Energia del Vento. Avviso tutti gli speculatori che ci opporremo fino alla fine – e con tutti i mezzi – a questa operazione scellerata. Al nostro fianco le marinerie e i territori delle Isole Egadi, Marsala, Mazara del Vallo, Trapani. Tutti insieme per contrastare questa follia. Mentre ho interrogato la Commissione Europea, auspico che la Regione faccia la sua parte e intervenga tempestivamente tutelando i nostri interessi e chiarendo l’impatto economico e ambientale dell’intera operazione”.
Foto tratta da QualEnergia
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