- Noi che combattiamo Renzi dal 2014 adesso siamo costretti a riconoscere che sul Reddito di cittadinanza ha ragione!
- Il costo del Reddito di cittadinanza: 26 miliardi di euro in tre anni. Una follia, visto che non serve a trovare lavoro
- Bloccare al Sud e in Sicilia il connubio ‘incestuoso’ Reddito di cittadinanza-Comuni
Noi che combattiamo Renzi dal 2014 adesso siamo costretti a riconoscere che sul Reddito di cittadinanza ha ragione!
Non siamo mai d’accordo con Matteo Renzi. Su un punto, però, non possiamo che dargli ragione: sulla richiesta di azzerare il Reddito di cittadinanza. Attenzione non siamo contrari, in generale, al Reddito di cittadinanza, ma siamo assolutamente contrari al modo con il quale è stato gestito e continua ad essere gestito in Italia questo strumento. Il reddito di cittadinanza ha un senso se riesce a far incontrare domanda e offerta di lavoro; diventa un non-senso se – come sta succedendo nel nostro Paese – chi percepisce il Reddito di cittadinanza non trova lavoro e rimane a carico dei contribuenti. Ed è quello che è avvenuto e continua ad avvenire in Italia, se è vero che solo il 2% dei percettori del Reddito di cittadinanza ha trovato lavoro. Se lo scenario è questo, ebbene, è semplicemente folle continuare ad erogare il Reddito di cittadinanza che costa una barca di soldi, mentre le imprese sono in grandissima difficoltà.
Il costo del Reddito di cittadinanza: 26 miliardi di euro in tre anni. Una follia, visto che non serve a trovare lavoro
Già, i costi del Reddito di cittadinanza. L’analisi l’ha fatta nel Gennaio del 2020 il quotidiano economico e finanziario QuiFinanza: 26 miliardi di euro in tre anni, poco più di 8 miliardi e mezzo all’anno. Quanti sono i percettori del Reddito di Cittadinanza? Anche in questo caso riportiamo il dato di un giornale economico – Il Sole 24 Ore – che nel Settembre dello scorso anno quantificava in circa 3 milioni i percettori del Reddito di cittadinanza. E’ pensabile continuare a pagare un così elevato numero di persone mentre l’economia italiana è in crisi? E’ di queste ore la notizia che in Italia è tornata a crescere la disoccupazione. Che senso ha, in un Paese dove la disoccupazione aumenta, tenere in piedi il Reddito di cittadinanza? Come e dove dovrebbero trovare lavoro i percettori del Reddito di cittadinanza se l’economia italiana va indietro? In questa fase – a nostro modesto avviso – il Reddito di cittadinanza va sospeso e le risorse vanno dirottate al sistema delle imprese: perché sono le imprese che, riprendendosi, creano occasioni di lavoro. Solo quando l’economia si sarà ripresa avrà un senso ripartire con il Reddito di cittadinanza, ma solo per il numero di persone che il sistema delle imprese può assorbire, non certo per 3 milioni di persone! E’ inutile che ci prendiamo in giro: 3 milioni di persone che percepiscono il Reddito di cittadinanza in un Paese con l’economia in ginocchio sono solo uno strumento di clientela – non meno di 7-9 milioni di elettori potenziali – sulla pelle dei cittadini che pagano le tasse. Inammissibile!
Bloccare al Sud e in Sicilia il connubio ‘incestuoso’ Reddito di cittadinanza-Comuni
Un discorso a parte va fatto per il Sud e la Sicilia dove il lavoro scarseggia e dove va assolutamente evitato che i percettori di Reddito di cittadinanza lavorino per i Comuni! Non sono i Comuni che debbono dare lavoro ai percettori di Reddito di cittadinanza, ma le imprese. Se chi percepisce il Reddito di cittadinanza comincia a lavorare per il Comune di residenza poi chiederà di essere trasformato in precario a vita e poi, ancora, chiederà la stabilizzazione: cosa, questa, che andrà ad appesantire le ‘casse’ dei Comuni siciliani che non forniscono più servizi decenti ai cittadini e che utilizzano tasse e imposte locali per pagare gli stipendi a precari e precari stabilizzati. Questo sistema va interrotto subito!
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