Ribadiamo un concetto: con l’euro si è perso il senso della misura. Leggendo 35 milioni di euro – tanto ha speso lo scorso anno l’Italia per approntare le navi quarantena per i migranti – magari non pensiamo più che, con la vecchia lira, sarebbero quasi 70 miliardi di lire. Pensate un po’ cosa sarebbe successo negli anni ’90 del secolo passato se un Governo, in poco meno di sei mesi, avesse speso 70 miliardi di vecchie lire per far passare la quarantena ai migranti! Invece succede quest’anno e nessuno ci fa caso. Eppure leggendo l’articolo pubblicato da SHIPPING ITALY Il quotidiano on line del trasporto marittimo si rimane basiti. “L’emergenza migranti sommata alla pandemia di Covid-19 – leggiamo nel quotidiano on linea del trasporto marittimo – ha richiesto nel 2020 l’impiego di diversi traghetti da parte dalla Protezione civile e del Ministero degli Interni per ospitare a bordo le persone in arrivo dal Maghreb da sottoporre a periodo di quarantena. Un’attività che per due compagnie di traghetti, o meglio per una in particolare, ha rappresentato una fonte di entrate particolarmente rilevante… Dal 19 aprile al 15 ottobre 2020 sono state una decina le gare bandite dal Mit e in quasi tutti i casi, tranne uno, ad aggiudicarsi la posta in palio e il servizio è stata Grandi Navi Veloci (GNV). Al netto di eventuali ulteriori entrate derivanti dalla proroga del servizio, il totale degli appalti aggiudicati alla compagnia di traghetti genovese controllata dalla Marinvest di Gianluigi Aponte è stato pari a poco più di 34,5 milioni di euro. A Moby, che era riuscita ad aggiudicarsi il 19 aprile la prima gara sono andati (almeno) 999.999,99 euro”.
L’articolo spiega anche come e perché altre società che operano nel trasporto marittimo sono state escluse: “Oltre a queste due società una volta (a ottobre) ha partecipato anche Compagnia Italiana di Navigazione, mentre a due distinte gare bandite a luglio si era fatta avanti anche Forship (la controllante di Corsica Ferries) e la greca Galaxy Maritime S.A.. Dalla documentazione si apprende che nel ricco bando di metà ottobre (quattro lotti per complessivi 21,8 milioni di euro) Moby e Cin avevano provato a partecipare ma sono state escluse. La prima perché mancava (o non è arrivato in tempo) il benestare preventivo dei commissari giudiziali, la seconda perché “non invitata alla procedura di gara, né tale società risulta presente nell’Elenco di unità navali di cui alla determina di indizione gara n. 25121 del 13/10/2020” si legge. Stessa sorte era capitata a luglio anche alla proposta avanzata da Galaxy Maritime S.A. rimasta esclusa perché mancavano alcune informazioni necessarie e perché la nave messa a disposizione non garantiva un numero congruo di cabine orientativamente ad uso singolo”.
I migranti ufficiali sbarcati lo scorso anno sono stati 34 mila e 134. Poi ci sono gli sbarchi non ufficiali, ovvero gli ‘sbarchi fantasma’ avvenuti in Sicilia, ma anche in Sardegna. A noi interessa il dato ufficiale per provare a capire quanto è costato all’Italia, nel 2020, l’arrivo e la gestione dei migranti. La domanda è: quanto è costata, lo scorso anno, la gestione dei migranti, considerato che sono stati ospitati – e supponiamo continuano ad essere ospitati – in strutture che, direttamente e indirettamente, sono a carico del bilancio dello Stato? Ai costi delle strutture che ospitano i migranti vanno aggiunti i costi per il trasporto dei migranti. Ricordiamo che tanti migranti arrivati lo scorso anno a Lampedusa sono stati trasferiti a Porto Empedocle con le navi di linea; a questo poi vanno aggiunti i costi per il trasferimento dei migranti dalla Sicilia nelle altre regioni d’Italia. Quanto è costato alla ‘casse’ dello Stato italiano questo servizio? E chi ci ha guadagnato?
Foto tratta da Travel Quotidiano