Mentre l’Unione europea arranca, alla ricerca di vaccini, mostrando tutta la sua inconsistenza politica e una pressoché incapacità nel fronteggiare la pandemia tra sottovalutazioni ed errori, dagli Stati Uniti d’America, sempre in materia di pandemia, arrivano notizie tutt’altro che confortanti. Intanto i decessi dopo la somministrazione dei vaccini, e anche una novità non esattamente positiva: il caso di un componente del Congresso contagiato dal virus nonostante le due dosi di vaccino Pfiser che gli sono state somministrate. Lo scrive Sputnik: “Nonostante l’avvio della vaccinazione di massa negli Stati Uniti con i preparati Moderna e Pfizer sono stati segnalati contagi, effetti collaterali e persino decessi tra alcune persone a cui era stato somministrato il vaccino. Il rappresentante democratico statunitense del Massachusetts Stephen Lynch è risultato positivo al coronavirus dopo aver ricevuto 2 dosi del vaccino anti-Covid della Pfizer, ha riportato Fox News, riferendosi alla portavoce del membro del Congresso Molly Rose Tarpey. Secondo lei, Lynch ha ricevuto la seconda dose poche settimane fa e successivamente è stato infettato dal coronavirus. La Tarpey ha osservato che il rappresentante democratico al Congresso è asintomatico e ‘si sente bene’ e come da prassi in questi casi è in autoisolamento”.
La notizia, in realtà, non è proprio una novità. “Come avvertito dalla stessa Pfizer – scrive sempre Sputnik – la vaccinazione previene il Covid provocato dall’agente patogeno SARS-Cov-2, ma non necessariamente il semplice contagio. Secondo i Centri federali statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie, ‘di solito ci vogliono diverse settimane’ per formare l’immunità dal coronavirus dopo la vaccinazione”. Possono dire tutto quello che vogliono, ma a noi un vaccino che non dà immunità completa – tant’è vero che ci si può infettare da vaccinati – crea qualche perplessità. Per non parlare del fatto che, anche se vaccinati, bisogna continuare a portare la mascherina. Poi ci sono altre novità singolari: come l’arrivo di vaccini AstraZeneca da utilizzare in soggetti di età compresa tra 18 e 55 anni. E gli altri?
In un articolo pubblicato da Adnkronos, proprio a proposito del vaccino AstraZeneca leggiamo: “Nel tentativo di contestualizzare le migliori condizioni di utilizzo di questo vaccino rispetto agli altri vaccini disponibili (BioNTech/Pfizer e Moderna) e sottolineando che una valutazione conclusiva potrà avvenire solo al termine degli studi clinici in corso, la CTS ha suggerito: un utilizzo preferenziale dei vaccini a RNA messaggero nei soggetti più anziani e/o più fragili. Per la definizione di specifiche categorie di rischio si rimanda a quanto previsto dal piano strategico per la vaccinazione anti SARS-CoV2/COVID-19 del Ministero della Salute; un utilizzo preferenziale del vaccino AstraZeneca, in attesa di acquisire ulteriori dati, in soggetti tra i 18 e i 55 anni, per i quali sono disponibili evidenze maggiormente solide”. Quindi si sta somministrando un vaccino mentre ci sono “studi clinici in corso”?
Tornando agli Stati Uniti, lì si stanno utilizzando due vaccini, uno sviluppato da Pfizer e l’altro da Moderna, per l’immunizzazione di massa dal coronavirus SARS-CoV-2. “Complessivamente – conclude l’articolo di Sputnik – 55 americani sono morti dopo essere stati vaccinati contro il coronavirus con i preparati di Pfizer/BioNTech e Moderna, secondo quanto riportato in precedenza da The Epoch Time”.