Sotto il titolo “La Sicilia si conferma regina per i consumi di pasta”, va un articolo pubblicato da Accademia della pasta, il blog di Margherita Tomasello, nota imprenditrice siciliana, per tanti anni protagonista della ‘Tomasello’, l’azienda con sede a Casteldaccia che produceva pasta. La sua azienda – che poi era l’azienda di famiglia – ha chiuso i battenti. Ma oggi Margherita Tomasello è tornata nel mondo della pasta con un marchio tutto suo: Sicilia naturalmente. “Produciamo pasta solo con grani duri siciliani e solo con metodi artigianali”, ci dice. La pasta che produce si può trovare on line e nei negozi specializzati. Non la cercate Centri commerciali: perderete solo tempo. Margherita Tomasello ha anche dato vita a un’iniziativa molto particolare: l’Accademia della pasta, dove si raccontano tutti i segreti di uno degli alimenti più diffusi al mondo. Per noi non è una novità sapere che Margherita Tomasello si sta cimentando con la pasta artigianale: tutto sommato, ce l’aveva quasi anticipato in un’intervista che ci ha rilasciato (che potete leggere qui).
Accademia della pasta è anche un blog gestito da lei nel quale si trovano notizie molto interessanti. Racconta nell’articolo che i consumatori siciliani si vanno sempre più orientando verso l’acquisto di pasta artigianale. “I pastifici industriali cercano disperatamente di arginare queste ‘perdite’ – scrive Margherita Tomasello – inserendo slogan come 100% prodotto italiano o siciliano, senza comprendere che non è questo che fa la differenza rispetto al prodotto artigianale”. In questo articolo ci rivela anche un piccolo segreto: la sapiente utilizzazione delle tecniche per essiccare la pasta. E qui si apre un mondo. Perché gli industriali della pasta – quelli che hanno preteso e ottenuto che l’Unione europea aprisse in modo scomposto al grano canadese (cosa che la Ue ha fatto consentendo ai canadesi di esportare in Europa grano con glifosato e anche micotossine innalzando i limiti) – gradiscono, mettiamola così, grani ricchi di proteine (leggere glutine) perché risparmiano riducendo i tempi dell’essiccamento della pasta.
Ebbene, Margherita Tomasello ci racconta che, per ottenere una pasta di qualità, l’essiccazione deve essere lenta, perché così non si perdono le caratteristiche organolettiche della stessa pasta. Quanto al confezionamento, aggiunge, deve essere “basato su prodotti semplici con poco inchiostro nel packaging, o, come in molti casi, addirittura solo un cartoncino, chiamato cavallotto, con le indicazioni delle specifiche del prodotto. Il prodotto, quindi, si vede nella sua interezza, non c’è nulla da nascondere, è nudo, come mamma lo ha fatto. Con questo non voglio additare il prodotto industriale ma, purtroppo, spesso la finalità è più quella di raggiungere alti numeri di fatturato a discapito dell’attenzione verso il prodotto. Allora un plus importante è anche la credibilità del produttore. Più ci mette la faccia più diventa credibile”. E che l’imprenditrice racconti una grande verità lo dicono le pubblicità della pasta industriale che si cominciano a vedere in giro, dove si pone l’accento, guarda caso, proprio sull’essiccazione lenta. Dopo i consigli sull’essiccazione, arrivano le notizie sulla pasta artigianale, che in Sicilia conquista sempre più consumatori. “Ritornando alle vendite del prodotto artigianale – scrive Margherita Tomasello – la Sicilia si attesta ad un buon 25% di crescita in più. Un grande risultato considerando che il prodotto è venduto per lo più nei negozi di quartiere, salumerie specializzate, alimentari gourmet e quindi non in una grande distribuzione dove, inevitabilmente, si svilisce il prodotto con promozioni sottocosto e con costi di ingresso del prodotto assolutamente proibitivi”.
In Sicilia, ricorda l’imprenditrice, il consumo di pasta, in media, si attesta intorno a 45 kg pro-capite all’anno. E il 25% di questi consumi oggi, nella nostra Isola, è fatto da pasta artigianale. “La scelta del prodotto – dice Margherita Tomasello – è anche dovuta a un migliore consapevolezza del consumatore e della ricerca. E’ vero che la pubblicità pressante di alcuni prodotti porta all’acquisto automatico di alcune marche più conosciute, ma non fermiamoci solo a questo. Diventiamo protagonisti della nostra salute. Il consumatore ha il diritto di sapere come, dove, e chi sta producendo. Ed allora – conclude – il nostro primato di consumatori di pasta sia solamente ottenuto con il consumo di pasta di qualità”.
Foto tratta da IlSitoDiSicilia.it
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