“Il lavoro di ricerca sugli insetti di un appassionato studioso qual è stato Raniero Alliata di Pietragliata è, finalmente, diventato un’opera accessibile a tutti. È stato appena pubblicato dal Centro Regionale per l’Inventario la Catalogazione e la Documentazione della Regione siciliana (CRICD) il volume Gli insetti del Principe. La collezione entomologica di Raniero Alliata di Pietratagliata a cura di Fabio Lo Valvo… Al libro, insieme a Fabio lo Valvo, ha lavorato Guido Mapelli a cui si deve il raffinato progetto grafico e la cura editoriale. Tra le immagini, spiccano in particolare gli scatti fotografici di Melo Minnella dei ritratti del Principe e della moglie Helga Johannsen presso Villa Alliata. La pubblicazione può essere acquistata direttamente al CRICD o presso l’Info-point dei Beni Culturali di piazza Amendola, 16 a Palermo, recentemente inaugurato”. Così leggiamo in un comunicato della Regione siciliana, che annuncia il completamento di un lavoro culturale importante. L’occasione per raccontare qualcosa di un siciliano assai eccentrico, un nobile che ha passato buona parte della sua vita chiuso in una villa di Palermo, occupandosi di entomologia – disciplina che studia gli insetti – ma anche di altro: occultismo, teosofia, spiritismo e i fenomeni paranormali.
Raniero Alliata di Pietragliata (nella foto tratta da il Sicilia) era una persona particolare. Era figlio di Luigi Alliata, riconosciuto nel 1903 Principe del Sacro Romano Impero, dei Duchi di Pietratagliata (ramo cadetto dei principi di Villafranca) e di Bianca Notarbartolo di Villarosa. Il volume curato dalla Regione raccoglie il lavoro
Il comunicato della Regione ci regala anche qualche passaggio sulla vita di questo personaggio per certi verso unico: “La fama di Raniero che, con l’aiuto di qualche entusiasta assistente, scoprì insetti sconosciuti anche se chiuso nel suo ‘mausoleo’, la villa di via Serradifalco a Palermo, giunse negli ambienti accademici e scientifici che, dopo la seconda guerra mondiale, gli offrirono una cattedra all’Università di Palermo che lui rifiutò perché aveva scelto di dormire di giorno per neutralizzare i rumori esterni e, alzandosi alle sei del pomeriggio, condurre i suoi studi fino all’alba. Una personalità eccentrica e complessa che emerge anche dai suoi interessi in ambito spiritico e artistico”. Chi scrive ha avuto la fortuna di conoscere il nipote prediletto di Raniero Alliata di Pietratagliata, Bent Parodi di Belsito, giornalista e, soprattutto, intellettuale molto raffinato che, purtroppo, ci ha lasciati prematuramente. Ed è stato proprio il nipote – che il principe chiamava Papilio – a dare alle stampe un libro che racconta la vita di questo bizzarro nobile siciliano: Il principe mago. E, in effetti, mago, il principe Raniero, lo era per davvero. Così almeno si racconta e così ci raccontò Bent Parodi in un’intervista dove si parlava del libro e del protagonista dello stesso volume. Il principe viveva in una villa in via Serradifalco, che prima della grande speculazione edilizia andata in scena a Palermo negli anni successivi alla seconda guerra mondiale doveva essere particolarmente ricca di verde. Bent Parodi ci raccontò che il principe visse sulla propria pelle gli anni della speculazione edilizia e la trasformazione di quella che un tempo era stata la ‘Conca d’oro’, in buona parte, in una conca di cemento. E il cemento arrivò a circondare anche la villa in stile neogotico del Principe Mago: cemento che Raniero malediceva.
Raniero era nato a Palermo nel 1897. Era l’ultimo dei figli e crebbe praticamente da solo con una nutrice tedesca. La conoscenza del mondo germanico che maturò fin da piccolo si rivelò, poco più che ventenne, una contradizione, quando venne chiamato a combattere nella prima guerra mondiale. Nutrito sin da bambino di cultura tedesca, si ritrovò nelle trincee a combattere contro i tedeschi! Raniero si trovò convolto nella grande sconfitta di Caporetto e da lì finì nell’ospedale militare di Ferrara. A guerra finita tornò a Palermo, dove si comportò come si comportavano tanti giovani rampolli della nobiltà siciliana di quegli anni: bella vita e gioco delle carte. Si racconta che la svolta nella sua vita arrivò in seguito a una forte perdita al circolo Bellini di Palermo: sembra che, da allora – correva l’anno 1925 – Raniero si sia ritirato nella villa di via Serradifalco, uscendo solo per avventure galanti e, soprattutto, per recarsi nelle campagne delle Madonie e dei Nebrodi per studiare e arricchire la sua collezione di insetti.
Chiuso nella sua casa, il principe si occupava di tante cose: oltre alla magia nera, allo spiritismo e ai fenomeni paranormali realizzava bozzetti con varie tecniche. O si dedicava all’alchimia. Nella Palermo di quegli anni si raccontavano, non senza paura, delle sedute spiritiche che si tenevano nella casa del principe, attorno a un tavolo a tre piedi. Ogni tanto nella sua casa arrivavano da Capo d’Orlando i suoi cugini: Agata Giovanna, Casimiro e Lucio Piccolo. Quest’ultimo – che diventerà un grande poeta – non seguiva molto il cugino. E nemmeno un altro nobile cugino che abitava a Palermo – Giuseppe Tomasi di Lampedusa, l’autore del celebre romanzo Il Gattopardo – sembrava molto attratto da Raniero e dalla sue sedute spiritiche. L’unico che, in un certo senso, era attratto da Raniero era Casimiro Piccolo: attratto fino a un certo punto però, perché Casimiro dedicherà molte delle sue energie alla magia bianca, ma mai alla magia nera tanto presente nella vita del cugino. Si racconta anche dei rapporti di Raniero con l’esoterista britannico, Edward Alexander Crowley, che per un periodo della sua vita dimorò a Cefalù. In comune, i due, avevano qualcosa…
E le donne? Raniero ne ebbe tante. Ma ne amò una soltanto: Helga. Era una norvegese che aveva conosciuto a casa di un amico. Anche il rapporto con Helga fu molto tormentato. All’inizio, dopo averla sedotta, la trattava male. La faceva vivere in un’ala della villa. Si amarono? Helga si innamorò subito di lui, ma – dalle notizie che abbiamo raccolto – Raniero non si innamorò subito di lei. Le voleva bene, ma la considerava una conquista acquisita: l’esatto contrario dell’amore che si ‘conquista’ ogni giorno. A un certo punto lei restò incinta e lui rimase indifferente. Lei volle tornare nella sua terra per fare nascere lì il figlio, ma nel viaggio, a causa di una caduta, perse il bambino. Disperata tornò nella villa di Raniero dove stava per perdere il lume della ragione. Tentò il suicidio e venne salvata per miracolo dai medici dell’Ospedale Civico di Palermo. Fu a qual punto che il principe si innamorò? Sembra di sì. Tant’è vero che si sposarono. Furono felici? Sì, ma non per tanto tempo, perché Helga morì prematuramente. Con lei, forse, se ne andò l’unico essere terreno con il quale il Principe Mago dialogava. Gli ultimi anni della sua vita furono contrassegnati dalla solitudine. Raniero lasciò questa terra nel 1979.
“Raniero – dice l’assessore regionale ai Beni culturali, Alberto Samonà – ebbe la meritata luce grazie al romanzo storico Il Principe Mago di Bent Parodi di Belsito che racconta gli ultimi trent’anni di quest’uomo fuori dalle regole, che visse una straordinaria avventura in compagnia della solitudine e del proprio mondo interiore in un luogo di grande suggestione come Villa Alliata di Pietratagliata, rimasta per decenni nell’oblio, sepolta dal cemento dei palazzi circostanti e depredata dei suoi preziosi arredi. Ecco perché questo libro rappresenta anche il senso di una rinascita, nel nome della cultura, dell’arte e della nostra storia”. Ci permettiamo di ricordare che oggi la villa di Raniero Alliata è stata praticamente abbandonata, non prima di essere stata saccheggiata. La villa incute ancora oggi paura. I racconti di magia nera e spiritismo che accompagnano la storia di questa villa non sono mai stati dimenticati. Fino a qualche tempo fa gli alberi – almeno dalla parte che si affaccia su via Serradifalco – nascondevano l’immagine dell’abbandono e dell’oblio. Chi ha eliminato il verde ne ha messo a nudo il degrado. Forse qualcuno se ne potrebbe occupare, prima che venga completamente distrutta. Che ne dice l’assessore?
Foto di prima pagina tratta da Balarm
AGGIORNAMENTO – Apprendiamo che la villa è stata acquistata da un privato. E che sono in corso i restauri. Seguite dalla Sovrintendenza ai beni culturali e ambientali. Meglio così. Almeno un’altra testimonianza architettonica di Palermo non andrà perduta.