Quanti cittadini siciliani sanno cosa ha combinato il Governo Conte bis alla Sicilia, con conseguenze che saranno anche molto pesanti per alcune categorie sociali della nostra Isola? Il vezzo di guardare ai fatti politici facendo il tifo per questo o per quello e la presenza di politici siciliani che lavorano contro la Sicilia e i siciliani è storia antica. La storia comincia nel 1860, quando Garibaldi e Crispi si appropriano dei fondi del Banco di Sicilia con la connivenza di importanti personaggi della Sicilia. Questi ultimi e Crispi sapevano benissimo che questi soldi sarebbero finiti nelle ‘casse’ del Piemonte, ma fecero finta di non capire. L’ascarismo – ovvero la disponibilità di alcuni componenti delle classi dirigenti a svendere la Sicilia – nasce con quella farsa passata allo storia come impresa dei mille. E da allora gli ascari non hanno mai abbandonato la Sicilia.
Il problema non sono solo i politici siciliani che lavorano contro la Sicilia, ma anche i cittadini della nostra Isola che, per motivi di parte, o per la mancata conoscenza dei fatti, li appoggiano. Sta succedendo anche con il Governo Conte bis. Che sta imponendo all’attuale Governo siciliano politicamente imbelle un accordo finanziario-capestro. In che cosa consiste tale accordo-capestro lo ha illustrato bene il professore Massimo Costa, che nella vita insegna economia all’università. In questa sede diciamo soltanto che si tratta di un inghippo provocato dal precedente Governo regionale di centrosinistra di Rosario Crocetta. Oggi il Governo nazionale Conte bis ha imposto alla Regione siciliana di tagliare dal Bilancio regionale di quest’anno 40 milioni di euro e 80 milioni di euro nel Bilancio regionale 2022 (i tagli previsti dovrebbero portare all’eliminazione, dal Bilancio regionale, di un miliardo e 700 milioni di euro che gli organi di controlli, negli anni passati non hanno visto: cose che capitano…).
L’attuale Governo regionale, invece di avviare una battaglia politica contro l’attuale Governo nazionale di Conte e compagnia bella, anche a costo dello scioglimento anticipato del Parlamento siciliano, ha deciso di tagliere dal Bilancio queste somme. Il problema è che il Bilancio regionale è ormai all’osso e togliere 60 milioni di euro quest’anno e 60 milioni di euro il prossimo anno (il Governo di Nello Musumeci preferisce questa formula, piuttosto che il taglio di 40 milioni adesso e di 80 milioni di euro il prossimo anno) significherà imporre ad alcune categorie sociali della nostra Isola nuovi sacrifici. Ma significherà, soprattutto, deprimere ulteriormente l’economia siciliana in un momento delicatissimo.
Non c’è bisogno di essere economisti per capire cosa succederà. Oltre ai citati sacrifici che lasceranno senza risorse (e quindi senza lavoro) alcune categorie sociali, l’eliminazione di questi 120 milioni di euro dal flusso circolare del reddito della Sicilia provocherà una contrazione dei consumi e, di conseguenza, un aumento della disoccupazione. Con questa mossa contro la Sicilia e i siciliani i signori dell’attuale Governo nazionale pensano di mettere in difficoltà l’attuale Governo regionale di centrodestra e di vincere le elezioni regionali siciliane del prossimo anno. Peccato che i costi economici e sociali questa strategia messa in campo dai partiti che sostengono il dimissionario Governo Conte bis la pagheranno i siciliani. Noi siamo sicuri che i siciliani che oggi sono dispiaciuti per le dimissioni del Governo Conte bis non verranno toccati dalle penalizzazioni imposte alla Sicilia dal Governo nazionale che sostengono. Se non fosse così ci sarebbe da preoccuparsi circa la loro capacità di ‘leggere’ i fatti economici…
Noi, in ogni caso, vorremmo ‘tranquillizzare’ gli esponenti siciliani del PD e del Movimento 5 Stelle: sappiate che siete stati ‘sgamati’ e che, il prossimo anno, non vincerete le elezioni regionali. Le perderete perché quello che avete combinato è già di dominio pubblico. Pensare di penalizzare una Regione di 5 milioni di abitanti e poi vincere le elezioni regionali è un po’ balordo. Aggiornate le vostre ‘strategie’ politiche colonialiste. La sconfitta, per voi, sarebbe arrivata comunque, certo: ma adesso i cittadini siciliani hanno un motivo in più per non votarvi.