- Il Marocco si impone sulla nostra agricoltura con prezzi bassi
- Clementine e pomodori siciliani e del Sud Italia spariranno per fare posto a produzioni cinesi e nordafricane
- I fondi europei per l’agricoltura servono per accompagnare le agricolture di Sicilia e Sud verso un’estinzione assistita
Il Marocco si impone sulla nostra agricoltura con prezzi bassi
Ieri sera abbiamo illustrato e commentato due notizie. La prima è che il Nord Italia si vuole prendere una parte dei fondi europei e e dei fondi nazionali destinati all’agricoltura del Sud e della Sicilia. La seconda è che nella nostra Isola migliaia di aziende rischiano la chiusura. Bene, a fronte di tale scenario leggiamo il seguente articolo di ITALFRUIT NEWS dello scorso 15 Dicembre: “La pressione commerciale del Marocco è destinata ad aumentare nei mercati europei e le esportazioni ortofrutticole marocchine si prospettano promettenti anche per l’anno prossimo. Nonostante l’attuale pandemia e la persistente siccità, il ministero dell’Agricoltura del Paese Nord africano prevede una positiva campagna di esportazione agricola 2020-2021. La settimana scorsa, il ministero ha affermato che ‘le esportazioni agricole del Marocco hanno registrato un buon andamento all’inizio della stagione’. Le esportazioni di clementine, per esempio, hanno registrato una crescita significativa durante la stagione 2020-2021, raggiungendo un volume di circa 106.600 tonnellate dal 1 settembre al 22 novembre, come informa il portale AgriMaroc. Questa cifra rappresenta un aumento del 60% rispetto allo stesso periodo della campagna precedente”. Avete letto bene: clementine, gli agrumi che, nel Sud Italia, quest’anno -come del resto lo scorso anno – registrano una crisi dovuta al fatto che la produzione del Nord Africa, che invade i mercati europei, compreso il mercato italiano, è molto più competitiva sul fronte dei prezzi rispetto alla produzione italiana. E lo è soprattutto perché nel Nord Africa il costo del lavoro agricolo è venti volte inferiore al costo del lavoro agricolo della Sicilia e, in generale, del Sud Italia.
Clementine e pomodori siciliani e del Sud Italia spariranno per fare posto a produzioni cinesi e nordafricane
In Italia le clementine si coltivano in Calabria, in Puglia, in Sicilia, in Basilicata, in Campania e anche nel Lazio. Per lo più, è una produzione agricola del Sud Italia che si trova oggi tra due fuochi: la concorrenza della Spagna e la già citata concorrenza del Marocco. Il problema è che, così continuando, non tra dieci anni, ma tra qualche anno, il Sud Italia dovrà smantellare la produzione di clementine, anche se la qualità – grazie al clima, ai terreni e alla sapienza dei nostri agricoltori – è superiore. Il discorso non riguarda solo le clementine. Ma benché di grande qualità, le clementine del Sud Italia rimangono non raccolte e finiscono a terra (foto sopra). “Il Ministero dell’Agricoltura (del Marocco ndr) – leggiamo sempre su ITALFRUIT NEWS – ha poi registrato un trend positivo per gli ortaggi: le esportazioni hanno raggiunto circa 214.500 tonnellate per una crescita del 15% rispetto alla campagna precedente. L’export di pomodori, in particolare, vale la metà degli ortaggi esportati: 117.400 tonnellate, per un aumento del 3%. Bene anche le spedizioni di peperone con volumi pari a 19.400 tonnellate, in aumento del 27% rispetto alla campagna 2019-2020. Per quanto riguarda le esportazioni di lamponi, infine, hanno raggiunto le 6.500 tonnellate, registrando una crescita del 17%”. Ricordate cosa abbiamo scritto del pomodoro un mese fa? “Se resteremo nella Ue in pochi a anni il pomodoro sparirà sostituito da pomodori africani e cinesi“. Qui avete la conferma: se non si farà qualcosa di concreto il pomodoro del Marocco e della Cina soppianterà il pomodoro siciliano e, in generale, del Sud Italia.
I fondi europei per l’agricoltura servono per accompagnare le agricolture di Sicilia e Sud verso un’estinzione assistita
Lo stesso discorso vale per altri frutti e per altri ortaggi. Ormai per i carciofi siciliani non ci sono più spazi di mercato. Da un lato ci sono i carciofi del Nord Africa, coltivati a costi di gran lunga inferiori ai carciofi siciliani; dall’altra parte c’è la Grande distribuzione organizzata (Gdo) che ‘strozza’ le produzioni agricole siciliane. E ne ha gli strumenti, perché se gli agricoltori siciliani rifiutano di consegnare i prodotti a prezzi stracciati alla Grande distribuzione organizzata, la stessa Gdo li va a prendere a prezzi stracciati in Marocco e in Asia. Come si esce da questo tunnel? Cercando di capire chi sono i nostri avversari. E il primo avversario è l’Unione europea, che sta facendo di tutto per distruggere le agricolture del Sud Italia e della Sicilia. I fondi europei non servono per rilanciare le nostre agricolture: servono per accompagnare le nostre agricolture verso l’estinzione, evitando rivolte sociali. Nella migliore delle ipotesi assicurano la sopravvivenza, ma l’obiettivo è il fallimento degli agricoltori del Sud e della Sicilia. Un fallimento lento, ma inesorabile. Più tardi illustreremo meglio come stanno le cose. E cosa si potrebbe fare.
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