Sul Titanic

Il mistero delle morti di Viviana e del piccolo Gioele/ “Scena del crimine intricata, enigmatica e complessa”: parlano i consulenti della famiglia Mondello

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  • Sono il criminologo, criminalista e analista della scena del crimine, Carmelo Lavorino, e il docente di Antropologia forense, Antonio Della Valle
  • Una scena del crimine intricata, enigmatica e complessa
  • “Allo stato delle nostre conoscenza nulla è compatibile con l’ipotesi omicidio-suicidio”

di Teresa Frusteri

Parlano il criminologo, criminalista e analista della scena del crimine, Carmelo Lavorino, e il docente di Antropologia forense, Antonio Della Valle

Le morti di Viviana Parisi e del piccolo figlioletto Gioele sono ancora avvolte nel mistero. Si lavora per capire cosa è successo. Lo fanno gli inquirenti e lo stanno facendo anche i consulenti della famiglia di Daniele Mondello, marito di Viviana e papà del bambino. Sono Carmelo Lavorino, criminologo criminalista, analista della scena del crimine, un grande esperto che ha seguito oltre 200 casi omicidio, fra cui i delitti del mostro di Firenze, il giallo di Via Poma, i delitti del serial killer Donato Bilancia, il giallo di Cogne, il giallo di Arce, morti equivoche e falsi suicidi. In Sicilia si è interessato professionalmente degli omicidi di Stefano Lo Biondo a Siracusa, di Francesco Manzella a Palermo e Domenico Naselli a Messina. Il secondo consulente della famiglia Mondello è ​Antonio Della Valle, docente di antropologia forense, responsabile area sanitaria forense CESCRIN, il Centro Studi di Investigazione Criminale. I due professionisti sono attualmente impegnati in alcuni casi di morte violenta, fra cui il giallo di Arce, il Comune in provincia di Frosinone dove nel 2001 venne uccisa Serena Mollicone; la morte di Glenda Alberti, morte equivoca; l’omicidio del brigadiere Salvatore Incorvaia, un omicidio camuffato da suicidio, e molti altri casi ancora. Abbiamo posto alcune domande ai due consulenti della famiglia Modello.

Una scena del crimine intricata, enigmatica e complessa

Cosa sperate di ottenere dal sopralluogo sulla scena del crimine?

“Innanzitutto è nostro dovere professionale andare sui luoghi dove si sono svolti gli eventi e dove sono possibilmente rintracciabili le ultime notizie in vita delle vittime, per acquisire conoscenza diretta dei particolari e delle sfumature; per controllare, considerare e verificare tutti i ‘percorsi del crimine’ e i posizionamenti possibili delle vittime e di eventuali soggetti ignoti; per calibrare e perfezionare il lavoro che abbiamo fatto sinora a distanza, tramite lo studio di quanto ci hanno inviato gli avvocati Claudio Mondello e Pietro Venuti ed altre fonti, e le ricostruzioni e le simulazioni che siamo stati in grado di fare”.

In che cosa consiste il vostro lavoro?

“Sicuramente non andremo a cercare ‘tracce con la lente d’ingrandimento’ sia perché le scene sono state già inquinate e contaminate, sia perché la Polizia Scientifica ha fatto un lavoro eccellente, se è vero che ha fissato e documentato tutto quello che doveva essere osservato e repertato. Ovviamente guarderemo il tutto coi nostri occhi e col nostro metodo”.

Ovvero?

“La scena del crimine, nella fattispecie, è ampia, intricata, enigmatica e complessa. Ha particolari e geometrie di vari tipi, al che il suo studio approfondito dalla nostra ottica, sicuramente speciale e originale, può garantire ipotesi probatorie di compatibilità agli eventi. Del resto, parliamo di cinque eventi certi e complessi, ma diversi nel tempo e nello spazio,​ per​ causa e per circostanze, quali: primo evento: l’incidente in galleria; secondo evento: la morte di Gioele; terzo evento: la morte di Viviana Parisi; quarto evento: il rinvenimento del corpo di Viviana; quinto evento: il rinvenimento dei resti di Gioele. Quindi, lo studio e la interrelazione della scena, dei luoghi, dei tempi, dei comportamenti e di tutte le tracce ci può aiutare formulare condizioni di inclusione ed esclusione di scenari e di congetture, può chiarire i profili di aderenza alla realtà e quelli al paradosso: sicuramente inquadrerà la dinamica e la storia del fatti nelle giuste dimensioni”.

“Allo stato delle nostre conoscenza nulla è compatibile con l’ipotesi omicidio-suicidio”

Cosa sperate di ottenere dall’accesso ai corpi dopo sei mesi?

“Sicuramente comprendere la plausibilità delle metodiche scientifiche già praticate, disporre finalmente di tutti i dati utili alla comprensione dei fenomeni che hanno prodotto le cause e lo sviluppo dei decessi. Inoltre ci permetterà di rilevare, dettagliare, acquisire, chiedere, confrontare i dati e confrontarci con gli esperti, proprio perché siamo tutti dalla parte della Giustizia e ricercatori della Verità”.

Vi sono dei motivi forti contro l’ipotesi “omicidio-suicidio”?

“Allo stato delle nostre conoscenze NULLA è compatibile con l’ipotesi ‘omicidio-suicidio’, non vi sono relazioni di causa ed effetto fra la morte delle due vittime con ‘omicidio-suicidio’, non vi sono tracce di nessun tipo riferibili a questo contesto criminale, non vi sono riscontri in alcun senso: c’è il nulla mischiato col niente. Sicuramente il nostro sopralluogo fisico e personale sui luoghi ci fornirà altri elementi utili. Con assoluta certezza abbiamo vagliato tutti gli scenari ipotetici possibili, non abbiamo escluso nulla. Ci sono tutti i motivi per avere tutte le visioni prospettiche del caso, non si deve seguire una sola linea investigativa: in questo caso può essere successo tutto e il contrario di tutto!​”.

State partendo con l’idea che non sia omicidio-suicidio?

“Il punto di partenza è che la verità non risiede in una sola ipotesi, ma in un ventaglio di ipotesi e quindi l’obiettivo è solo la Verità, qualunque essa possa essere. Abbiamo ipotizzato tutti gli scenari possibili quali incidente, omicidio e suicidio e tutti i sub-scenari derivanti senza nulla escludere. Ora dobbiamo verificarli alla luce della logica, della scienza, dell’investigazione criminale, della criminologia e della criminalistica. Tutto deve quadrare: non devono starci innamoramenti delle intuizioni e delle ipotesi. Diciamo il contrario: vi è stato il pregiudizio dello scenario ‘omicidio-suicidio’ cavalcato in modo scandaloso e disumano da cercatori di facile gloria, ma non della verità, soggetti che non sono parte dell’inchiesta e che non hanno voce in capitolo, se non mass-mediatica”.

Quale sarà il vostro lavoro?

“Come per tutti i nostri casi oggetto di studio sarà quello di riferire i fatti alla logica investigativa criminale di alto livello, alla letteratura scientifica ed al codice di procedura penale. Il nostro lavoro sarà quello di dare ai dati luce razionale; sarà quello di ritrovare una formula di oggettività dei fatti senza pregiudizi; sarà quello di non tralasciare nulla, di cercare, individuare, definire ed elaborare tutte quelle tracce che la scienza ci suggerisce di ricercare, di analizzare e di trasporre sul piano della verità. Certo è che il caso deve essere risolto rispondendo congiuntamente, dettagliatamente, logicamente e scientificamente a TUTTI gli interrogativi dell’enigma. Non ci stiamo provando e ci proveremo.​ Il nostro lavoro sarà consegnato​ agli avvocati Mondello e Venuti”.

 

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