Ancora ieri il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, è tornato ad agitare lo spettro del lockdown fortemente restrittivo, come quello della scorsa Primavera”. Nonostante le chiusure e le limitazioni il numero dei contagi non cale e la situazione resta critica. Ovviamente, la responsabilità è dei cittadini che non rispettano le regole. Peccato che le “regole”, in buona parte, sono quelle della politica, che tiene aperte le scuole per i bambini e si meraviglia se i genitori accompagnano i figli a scuola con le auto o a piedi e con con gli ippogrifi… I negozi sono aperti e se sono aperti la gente ci va. Non parliamo degli uffici postale dove da un mese – noi citiamo l’esempio di Palermo – gli assembramenti sono la regola. L’ipotesi che siano in giro varianti del virus, considerato che la Sicilia, da Maggio a Novembre, è stata un orto di mare, non viene presa nemmeno in considerazione, se non da qualche studioso.
Non parliamo del dibattito a Roma. Le scuole debbono restare chiuse, dicono alcuni scienziati; la scuole debbono aprire, replica il Governo; bisogna vaccinare prima i medici e gli infermieri e poi gli anziani; no, in Germania hanno vaccinato prima gli anziani e poi i medici e gli infermieri e hanno salvato più vite; non è così, perché se si ammalano i medici e gli infermieri poi non c’è nessuno che cura i malati. Nel frattempo il vaccino prodotto da una multinazionale ritarda: di una settimana, di due settimane, di tre settimane; anzi no, è stato raggiunto un accordo con gli americani della Pfizer, tutto sistemato; però il danno c’è stato e quindi ci sarà una causa civile; anzi no, anzi sì… In tutto questo scopriamo che, in Europa, l’unico Paese che sta producendo i vaccini è il Regno Unito che, per sua fortuna, non fa più parte dell’Unione europea, mentre la stessa Unione europea – 500 milioni di abitanti – va ad elemosinare i vaccini negli Stati Uniti d’America, nel Regno Unito e, adesso, anche in Cina e in Russia. Nessuno che si pone una domanda semplice: ma la ‘grande potenza’ dell’Unione europea a ‘trazione tedesca’ non è nemmeno in grado di produrre vaccini? Non si vergognano i ‘padroni’ liberisti dell’Europa finto unita? Non è un ottimo motivo per concludere questa esperienza economica, sociale e, adesso, anche sanitaria disastrosa e tragica? In tutto questo abbiamo i presidenti di Regione che si improvvisano sceriffi: “Chiudo tutto di qua, chiudo tutto di là”. E chiudi oggi, chiusi domani, la politica italiana è riuscita a distruggere il comparto turistico e la ristorazione. Due settori trainanti dell’economia rasi al suolo!
In tutto questo – e stiamo tornando in Sicilia – la gente è stanca, molto stanca. E va prendendo piede – e noi lo avvertiamo da siciliani – un sentimento antico che nella nostra Isola è stato descritto molto bene dallo scrittore Giovanni Verga: il fatalismo. Perché? Perché sono passati oltre dieci mesi e la gente, in Sicilia, non avverte soltanto che la pandemia, lungi dal migliorare, peggiora: avverte, anche, confusione, divisioni e contraddizioni. Abbiamo già detto dei messaggi che arrivano dalla politica che si contraddicono l’un l’altro; abbiamo vissuto, a fine Primavera dello scorso anno, la bagarre tra ‘scienziati’: alcuni, addirittura, dicevano che il virus era scomparso, altri che non era affatto così; hanno avuto ragione i secondi, ma la confusione è stata grande.
E che dire dei bonus vacanze, della serie andate e divertitevi? E dei banchi di scuola con le rotelle che non vuole nessuno? E ne vogliamo parlare di questi vaccini ‘magici’, con le parole “erreennea messaggero” di qua e di là, tanto per fare scena, microbiologia tanto al chilo? Il vaccino è il grande rimedio, ci dà una copertura per… per quanto tempo? Non si sa! Ora dicono per sei mesi, ma non è detto: la sperimentazione è in corso… ma come: state distribuendo un vaccino senza nemmeno sapere quando dura l’immunità? Però, anche se ci dà la copertura il virus arriva e possiamo infettare gli altri. E allora? E allora, anche se da vaccinati, bisogna portare la mascherina lo stesso? Per quanto? Per un anno? Per due anni? Quindi facciamo il vaccino e ci teniamo le mascherine? E se l’immunità dura sei mesi ci dobbiamo fare due vaccini all’anno, due iniezioni per ogni vaccino, quatto all’anno? Per caso le multinazionali farmaceutiche, con la pandemia, hanno trovato l’America?
In questo scenario, in Sicilia, comincia a prendere piede l’anima verghiana. C’è, addirittura, chi si va convincendo che “‘sta cosa del virus” non passerà più. Ecco, quando un siciliano comincia a pensare, vi dice, ci dice, quando tra noi parte la premessa: “Sapete che vi dico?”, ecco, quando in Sicilia inizia a diffondersi – pensata o parlata – il “Sapete che vi dico?”, allora significa che chi è messo, per sua sfortuna, sulla plancia di comando non gode più di credibilità. E qui, da Verga, passiamo a Pirandello: “In Sicilia ogni uomo è un’isola…”. E se siamo isole, allora sbrighiamocela da soli e comu finisci si cunta!