Il nostro amico Mario di Mauro ha postato sulla propria pagina Facebook una foto – in verità molto bella (che potere vedere sopra) – delle Crispelle di riso, un dolce tipico di Catania e dintorni (la tradizione è tipica di altri Comuni della provincia Etnea). “A cosa sto pensando? – scrive Di Mauro – Che le CRISPEDDHI di riso all’arancia rossa & miele di zagara sono la prova dell’esistenza di Dio! 🙂 Tutti Devoti, Tutti! Viva sant’Agata! Saluti da una Catania che r/esiste”. A parte la resistenza – che è comunque importante – questo post ci fornisce l’occasione per parlare di un dolce siciliano che – e qui ha ragione il nostro amico Di Mauro – definire buonissimo è poco! La ricetta di questo dolce favoloso la potete leggere qui. Noi ne approfittiamo per parlare di una prelibatezza che affonda le radici nel passato, e precisamente nel 1500 o già di lì, quando le monache del Monastero dei Benedettini inventarono le Crispelle. Non a caso, vengono anche chiamate ‘Benedettine’. O Zeppole di riso.
Siamo nel pieno della tradizione siciliana, perché il riso, per tantissimi anni, ha fatto parte dell’agricoltura della nostra Isola, un tempo ricca di aree paludose. Il riso si coltivava nella Piana di Catania tra Augusta, Lentini, Carlentini, Francofonte e, ancora, a Ramacca, a Paternò, a Belpasso e lungo il fiume Simeto. E anche nell’Ennese. E, da qualche tempo, in alcune aree della Sicilia la coltura del riso è tornata, alla faccia dei Savoia. Già, alla faccia dei piemontesi Savoia che, nel 1860, a ‘presunta’ unificazione d’Italia avvenuta, con un decreto voluto dal re savoiardo venne impedito agli agricoltori siciliani di coltivare il riso. Motivo: non bisognava fare ‘ombra’ ai produttori di del Piemonte e, in generale, del Nord Italia.
Ma, adesso, è tempo di preparare le Crispelle, o Crispeddi, come li chiama molto più opportunamente Mario di Mauro. Che, da buon catanese, ci dà anche un consiglio in più: di utilizzare l’arancia rossa che si coltiva nella parte orientale dell’Isola all’ombra dell’Etna. Certo, per Catania, Siracusa e dintorni è tutto sommato facile, perché da quelle parti le arance rosse – Tarocco, Moro, Sanguigne e Sanguinelle – si trovano. Qui da noi – a Palermo e nella parte occidentale della Sicilia non è più facile come qualche anno fa trovare le arance rosse, vuoi perché il virus della Tristeza ha danneggiato tanti aranceti di arance rosse, vuoi perché, zitti zitti, le esportano, perché sono molto richieste. Via, vanno anche bene le arance bionde di Ribera! A rigore, le Crispelle dovrebbero accompagnare la festa di San Giuseppe: però se le prepariamo quando le desideriamo non sono previste contravvenzioni…