- Per il parlamentare regionale di Sicilia Vera la nostra Regione è stata commissariata dallo Stato
- Che fine hanno fatto gli impegni del 2018?
- Le società in liquidazione e i “trombati” della politica
- “… calandoci letteralmente le braghe”
Per il parlamentare regionale di Sicilia Vera la nostra Regione è stata commissariata dallo Stato
“A squagghiata da nivi, si virinu i pirtusa. Quando squaglia la neve,
spuntano i buchi”. Così il parlamentare regionale di Sicilia Vera, Danilo Lo Giudice, ha commentato l’accordo finanziario siglato tra lo Stato e il Governo regionale. Cosa pensiamo noi di questo accordo di stampo coloniale, lo abbiamo già scritto: anzi, per essere precisi, l’ha scritto il professore Massimo Costa. Qualche giorno fa, intervenendo a Sala d’Ercole, il parlamentare Lo Giudice ha citato un vecchio proverbio siciliano, parlando senza mezzi termini di “commissariamento della Sicilia da parte
dello Stato”. Come si fa a non essere d’accordo con lui?
Che fine hanno fatto gli impegni del 2018?
Il deputato regionale eletto nel collegio di Messina ha ricordato che, “se da un lato, il recente accordo con il Governo nazionale viene presentato come lo strumento per salvare i conti della Regione, dall’altro non si dice quali
saranno i costi di questa operazione”. E sarà, aggiunge, “un costo che non sarà contenuto”. Lo Giudice ha ricordato che già un precedente documento era stato sottoscritto dal Governo regionale di Nello Musumeci nel 2018 “con diversi e importanti elementi per la finanza regionale. Già quell’accordo – ha detto Lo Giudice rivolto all’assessore all’Economia, Gaetano Armao – prevedeva dei passaggi importanti per l’aggiornamento delle norme di attuazione dello Statuto, l’individuazione della modalità di
assegnazione alla Sicilia dell’imposta di bollo, la fiscalità di vantaggio per gli insediamenti produttivi, la definizione dei criteri per l’attribuzione dell’IVA alla Regione. Di tutto questo non si hanno notizie e il Governo regionale dovrebbe dirci quale è la realtà dei fatti, dare al Parlamento un aggiornamento su ciò che è stato fatto in questi anni”. In realtà – almeno dal nostro punto di vista – l’accordo siglato dal Governo Musumeci con lo Stato nel 1018 è stato un errore. Quello che avviene oggi ne è un’ulteriore dimostrazione.
Le società in liquidazione e i “trombati” della politica
Lo Giudice ha citato “un lungo elenco di impegni disattesi assunti già
nei precedenti accordi con lo Stato” a partire dal 2017. “Tutti casi rispetto
ai quali – ha detto il deputato – a pagare i ritardi sono i siciliani, come nel caso delle partecipazioni societarie mentre di alcune società non conosciamo nemmeno i bilanci”. Per non parlare delle società in liquidazione “dove si continuano a nominare trombati della politica come Commissari che non producono alcunché”. O, ancora, “la riduzione dei centri di costo o della spesa per gli organi di amministrazione e controllo degli enti. “Mentre di tutto questo si discute senza fare nulla – ha detto Lo
Giudice – la Sicilia affonda.” Per Lo Giudice quindi “tutti questi accordi, con questi elenchi che ci dicono cosa fare, come farlo e quando farlo altro non sono che un vero e proprio commissariamento della Sicilia”.
“… calandoci letteralmente le braghe”
“La verità – ha affermato il parlamentare di Sicilia Vera che, lo ricordiamo, è il movimento politico fondato dal sindaco di Messina, Cateno De Luca – è che ci siamo ridotti a far versare ai Siciliani il dazio e a versare questo dazio supinamente allo Stato, calandoci letteralmente le braghe. Tutto questo perché se è vero che abbiamo ottenuto di spalmare in dieci anni il debito, abbiamo rinunciato alle nostre prerogative, alle nostre esigenze ed anche a quanto era stato ottenuto in precedenza”. Concludendo il suo intervento, Lo Giudice ha quindi detto che “occorre una decisa inversione di tendenza perché oggi siamo obbligati a firmare questo accordo con le spalle al muro, ma questo vuol dire che non abbiamo svolto quelli che erano compiti per casa ed è un fatto che non possiamo permetterci”.
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