- Bettino Craxi: “Il politico italiano più importante degli anni ‘80 (Wikipedia)
- Craxi sull’imbroglio massonico della Ue aveva capito tutto
- Grandissimi Craxi e Andreotti a Sigonella
- Ingenerose le accuse di corruzione a Craxi
- I limiti di Craxi: non sapeva nulla del Sud Italia, che non ha mai amato
- I limiti culturali del craxismo rispetto al Mezzogiorno
Bettino Craxi: “Il politico italiano più importante degli anni ‘80 (Wikipedia)
Stamattina abbiamo ricordato Emanuele Macaluso. Oggi ricordiamo l’anniversario della morte di Bettino Craxi che, piaccia o no, come ricorda Wikipedia, ” è stato uno degli uomini politici più rilevanti della Repubblica italiana, oltre ad essere il politico italiano più importante degli anni ‘80″. Ricordare il leader del Psi non è facile. Soprattutto per chi, come chi scrive, è sempre stato socialista, fin da ragazzo, ma mai craxiano. Anche se, guardando al disastro della sinistra italiana odierna, che ormai non fa nemmeno testo – e soprattutto osservando il tragicomico Partito Socialista Europeo (PSE), forse il più fedele ‘cameriere’ dei briganti di passo dei Signori della globalizzazione’ – non possiamo non ammettere che la figura di Bettino Craxi giganteggia.
Craxi sull’imbroglio massonico della Ue aveva capito tutto
Non siamo mai stati craxiani, ma come si fa a non ammettere che Craxi, sull’Unione europea dell’euro aveva visto giusto? A prescindere dal Covid-19, che ha accentuato le diseguaglianze, come si fa a dare torto al leader socialista che in anni lontani diceva che l’Europa sarebbe stata un inferno? Aveva ragione da vendere! I massoni che sono arrivati dopo di lui, con la scombiccherata e fallimentare Seconda Repubblica, hanno svenduto l’Italia ai loro sodali e ‘incapucciati’ dell’Europa finto-unita. Il risultato è che oggi, l’Italia, non ha sovranità monetaria e si barcamena con una parziale sovranità politica che non consente nemmeno a chi vince le elezioni politiche di nominare il Ministro dell’Economia! E non possiamo non ricordare come alcuni socialisti, nel 1992, non capirono assolutamente nulla del Trattato di Maastricht. E questo per un motivo semplice: perché, a differenza di Craxi, non erano statisti.
Grandissimi Craxi e Andreotti a Sigonella
Giusto ricordare il ruolo che ha svolto Craxi nel 1985, durante i tragici fatti di Sigonella. E noi l’abbiamo fatto lo scorso anno, a 35 anni dall’evento, come potete leggere qui. Non dimenticando il ruolo importante, svoto in quell’occasione, da Giulio Andreotti, allora Ministro degli Esteri. Ma è importante ricordare che i socialisti di Craxi si opposero, nel 1981, al ‘divorzio’ tra Tesoro e Banca d’Italia: e noi l’abbiamo fatto riprendendo un video del giovane economista siciliano, Luca Pinasco. I problemi, per l’Italia, cominciano con questa scellerata scelta dal sapore massonico (ma quanti danni hanno fatto i massoni in Italia, dalla disgraziata impresa dei mille al demenziale ‘divorzio’ tra Banca d’Italia e Tesoro, passando per la loggia P2 di Licio Gelli?).
Ingenerose le accuse di corruzione a Craxi
A Craxi è stata rimproverata la corruzione. Negare il finanziamento illecito della politica nella Prima Repubblica è da stupidi. Ma va detto che il Psi di Craxi si trovava svantaggiato: gli americani aiutavano i democristiani, i comunisti russi aiutavano i comunisti italiani, mentre il leader socialista italiano era inviso sia agli americani (tanti dei suoi problemi nascono da lì, dalla posizione che lui e Andreotti hanno assunto nella notte di Sigonella: e gli americani, si sa, non perdonano), sia ai russi. ‘Sgomitava’ un po’ troppo con i grandi numeri del finanziamento occulto alla politica? In realtà, ‘sgomitavano’ tutti, ad eccezione dei partiti che nella Prima Repubblica venivano considerati al di fuori di quello che veniva chiamato “l’arco costituzionale’. Craxi è stato colpito e affondato non dà poteri italiani, ma da poteri internazionali: con l’occasione, in Italia, hanno pensato bene di eliminare il Psi, perché pensavano di agevolare gli ex comunisti. Invece prima si sono ritrovati Berlusconi e poi Renzi. Mentre oggi gli ex comunisti italiani sono mi primi a non capire dove sono finiti… La scomparsa della tradizione socialista non ha portato premi speciali alla sinistra italiana che, infatti, non è più sinistra, ma una ‘granita europeista’ che va squagliando insieme con la fallimentare Unione europea massonica dell’euro.
I limiti di Craxi: non sapeva nulla del Sud Italia, che non ha mai amato
Si offende qualcuno se ricordiamo due grandi limiti di Bettino Craxi, peraltro tra di loro legati? La sua passione per Giuseppe Garibaldi e il suo sostanziale disinteresse verso il Mezzogiorno. Anche se originario della Sicilia – sembra che la sua famiglia abbia radici a San Fratello, nel Messinese – Craxi era un milanese che, al pari di Manzoni, andava dietro al mito dell’unità d’Italia, a Garibaldi e agli altri luoghi comuni risorgimentali. Per Craxi la storia era quella dei libri di scuola. Del resto, il Psi non è mai stato un partito meridionalista. A parte alcune figure importanti – il calabrese Giacomo Mancini, i pugliesi Rino Formica e Claudio Signorile e il siciliano Salvatore Lauricella – il Psi non ha mai puntato sul Sud. Giacomo Mancini riuscì far realizzare l’autostrada Salerno-Reggio Calabria solo perché conveniva anche all’industria automobilistica, che ne ha approfittato per fare smantellare le ferrovie del Sud, sostituite dal gommato. E questa è stata una grande sconfitta dei socialisti del Sud. E quando Mancini veniva attaccato in malo modo dai fascisti, il partito si guardò bene dal difenderlo.
I limiti culturali del craxismo rispetto al Mezzogiorno
Lo stesso discorso vale sul piano storico e culturale. Rocco Scotellaro è stato una meteora, se non altro perché è scomparso a a trent’anni o giù di lì. Chi sarebbero stati gli ‘intellettuali’ socialisti in grado di cominciare a ridiscutere quel grande imbroglio che è stato il risorgimento (con la erre minuscola) nel Sud e in Sicilia? La risposta è semplice: non ce n’erano. Molto più sensibili i democristiani, che almeno non ostacolarono Anton Giulio Majano quando diede spazio a Carlo Alianello. I socialisti del Sud, in epoca craxiana, con rispetto parlando, forse non sapevano nemmeno chi era Carlo Alianello. Non era un argomento per loro. Non erano interessati. Avevano altri ‘valori’. Forse, a malapena, avevano sentito parlare di Gaetano Salvemini, ma non è nemmeno detto. Normale che il milanese Craxi cercasse cimeli garibaldini…
Foto tratta da OrticaWeb
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