Alla fine il Senato ha ‘bocciato’ il Governo di Giuseppe Conte. A nulla è servita la ricerca – in verità molto temeraria – di senatori disposti a cambiare casacca per diventare ‘costruttori’. L’aula di Palazzo Madama ha votato: a sostegno dell’esecutivo sono andati 156 voti. Morale: il Governo non ha una maggioranza al Senato. Adesso la parola passa al Presidente del Consiglio che, nel pomeriggio i oggi, ha anticipato che, in assenza di una maggioranza, si sarebbe dimesso. E così dovrebbe essere. Nelle prossime ore il capo del Governo dovrebbe recarsi al Quirinale per rimettere il mandato nelle mani del capo dello Stato. Questo lo scenario, a meno che Conte non decida di provare a convincere Renzi e Italia Viva a tornare al Governo: ma non ci sembra uno scenario probabile: anzi.
Italia Viva, il partito di Matteo Renzi, si è astenuto, come annunciato dalla Ministra – ormai ex Ministra alle Politiche agricole e comunitaria, Teresa Bellanova – protagonista di un discorso molto duro verso il Governo. Il fatto che senza i 16 senatori di Italia Viva il Governo abbia ottenuto la fiducia con 156 voti contro i 140 dell’opposizione significa poco, perché il Governo, per governare, dovrebbe avere almeno 161 voti al Senato: e non li ha (tra l’altro, in favore del Governo hanno votato tre senatori a vita che, di solito, non fanno vita parlamentare attiva: quindi i veri al Senato del Governo sono 153). Di fatto, il Governo Conte non ha più la maggioranza a Palazzo Madama a causa dei senatori che hanno lasciato il Movimento 5 Stelle. Se i vari Beppe Grillo, Luigi Di Maio e compagnia bella avessero gestito il Movimento con più pazienza, con molta probabilità oggi Conte, al Senato, avrebbe avuto i voti per andare avanti.
La domanda è: cosa succederà, adesso? Le opposizioni di centrodestra chiedono le elezioni anticipate. Ma non crediamo che il PD – che oggi di fatto controlla l’Italia – manderà gli italiani alle urne. Perché il centrodestra, vincendo le elezioni – cosa molto probabile – si prenderebbe il Governo e la Presidenza della Repubblica. L’ipotesi più probabile è che per un po’ si proseguirà con il Governo dimissionario. Dopo di che si dovrebbe lavorare per un Governo di larghe intese. E si dovrebbero aprire i giochi rispetto alla vera ragione di questa crisi di Governo: l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. La vera partita, ora, non è la conquista di Palazzo Chigi, ma la conquista del Quirinale. E’ in funzione della conquista del Quirinale che nascerà il nuovo Governo o i nuovi Governi e non viceversa.
Fare previsioni adesso è prematuro. Su un Governo di larghe intese, o di salute pubblica (formula che calza bene visto il periodo di pandemia), non ci dovrebbero essere dubbi, anche perché nessuno – al di là delle dichiarazioni ufficiali – ha interesse ad andare al voto senza prima avere approvato una nuova legge elettorale che sarà quasi sicuramente proporzionale. Fatto un nuovo Governo – e non sarà una cosa semplice – si comincerà a capire qualcosa di più. Nasceranno nuovi soggetti politici? Verrà fuori una nuova maggioranza per un Governo e per l’elezione del nuovo capo dello Stato? E’ quello che vedremo.
Foto tratta da Primocanale