di Massimo Costa
Questo articolo potremmo chiamarlo GUAI AI VINTI! Dirà il lettore: “Andiamo, che cosa ha fatto di male l’Italia oggi contro la Sicilia?”, magari un po’ incredulo. E dunque, cerchiamo di dirlo facile facile. Le Regioni a Statuto ordinario hanno un gettito determinato da trasferimenti dello Stato. Quindi, crisi o non crisi, esse vanno a negoziarsi un quantum con Roma. E poi svolgono poche funzioni, oltre a quella sanitaria, perché in quelle 15 Regioni fa quasi tutto lo Stato.
Le 5 Regioni a Statuto speciale hanno un vantaggio ma anche un rischio. Esse trattengono direttamente una quota di tributi maturati (o riscossi) nei rispettivi territori. Ma, naturalmente, se c’è una crisi come quella del Covid, il loro gettito diminuisce drasticamente, senza avere i poteri di uno Stato sovrano per farvi fronte. Le quote dovrebbero essere proporzionali alle funzioni di cui si fanno carico. Ad esempio, il Friuli Venezia Giulia, nato molto dopo le altre quattro Regioni a Statuto speciale, ha meno funzioni statali accollate e una percentuale minore di tributi devoluti.
La Sicilia ha devoluto dallo Stato quasi tutto, svolge da sola quasi tutte le funzioni, dovrebbe avere il 100% di quasi tutti i tributi e dispone, invece, della quota minore di tributi di tutte le altre Regioni. Ma questo è storia. Ora arriva il Covid, ma più che il Covid, il collasso economico che a questo è conseguito; collasso economico da cui deriva il crollo del gettito. Che fa lo Stato per ripianare questo crollo delle entrate? “Stanzia” 100 milioni di euro (si vuole rovinare…) per tutte e cinque le Regioni a Statuto speciale. Quando a spanne, di sola IRPEF (non conto l’IVA) la sola Regione siciliana è destinata a perdere non meno di 500 o 600 milioni di euro.
Meglio di niente direte voi, cari lettori. Se almeno le desse veramente… Non dà un centesimo, ma li “pretende in meno” dal “contributo al risanamento della finanza pubblica”, cioè da quel tributo che le Regioni a Statuto speciale pagano allo Stato affinché questo (chissà come e quando) possa rispettare il Fiscal Compact. Ricordo a me e a voi che la Regione siciliana paga, di questo contributo, l’ammontare PIÙ ALTO DI TUTTE LE REGIONI (dopo la Lombardia che però ha più del triplo di PIL e quasi il doppio di abitanti), e, in termini pro capite, circa il quadruplo di quello che viene pagato mediamente in tutte le altre Regioni! Direte, “bene, ma allora non c’è migliore occasione per alleviare il carico”. E qui scopriamo che il beneficio pro capite per i cittadini siciliani è … il più basso delle cinque Regioni a Statuto speciale: appena 30 milioni in meno su circa un miliardo e cento (scusate sono nervoso e vado letteralmente a memoria, neanche consulto i numeri ufficiali in questo momento, ma siamo là). Una sforbiciata, va….
Poteva abbonare l’impagabile risanamento trentennale del disavanzo creato nel 2015 per REGALARE ALLO STATO TUTTI I PROPRI CREDITI TRIBUTARI DAL CESSATO PRESIDENTE ROSARIO CROCETTA. E invece no, e dobbiamo dire pure grazie. Non ci crediamo. Prendiamo la calcolatrice e facciamo due conti (qua la fonte per la popolazione):
Valle d’Aosta: 25,22 € pro capite
Sardegna: 11,00 € pro capite
Trento: 25,12 € pro capite
Bolzano: 26,66 € pro capite
Friuli Venezia Giulia: 17,00 € pro capite
SICILIA: 5,93 € PRO CAPITE!!!
Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro…