Lo abbiamo scritto un mese fa – esattamente il 13 Dicembre – che Renzi avrebbe aperto la crisi di Governo. E così è stato. L’epilogo non poteva che essere questo: nell’alleanza con il PD e con il Movimento 5 Stelle, Renzi e il suo partito, Italia Viva, erano dei “prigionieri politici” a tutti gli effetti. A ricordarglielo, un giorno sì e l’altro pure, erano i suoi alleati di Governo che, ad ogni obiezione dei renziani alle decisioni del “signor DPCM”, rispondevano: “Ma cosa vogliono Renzi e i suoi con il loro 2%?”. Ed è proprio perché Italia Viva è inchiodata al 2% che l’ex capo del Governo ed ex segretario del PD ha deciso di aprire la crisi: per rimescolare le ‘carte’, per mandare a casa Giuseppe Conte e per indebolire il PD e il Movimento 5 Stelle.
Se si vuole provare a intuire quali saranno le prossime mosse di Renzi bisogna leggere le dichiarazioni di Renzi. Noi le prendiamo da un articolo dell’Agenzia NOVA: “Bisogna rispettare le regole democratiche… Se le forze politiche della maggioranza hanno voglia di affrontare i temi sul tappeto da mesi lo facciano, ma senza ulteriori rinvii. La democrazia ha delle forme e, se non vengono rispettate, qualcuno deve avere più coraggio degli altri per dire che le cose vanno messe sul piatto, e ci si dimette”. In quest’ultimo passaggio non si capisce se parla del coraggio suo e di Italia Viva, o se sta criticando il capo del Governo Conte. E ancora: “Non consentiremo a nessuno di avere pieni poteri”. E ancora: “Non stiamo facendo niente di irresponsabile, ma se c’è una crisi di politica la si affronta nelle sedi istituzionali e non su Facebook”. E sui possibili scenari futuri: “Non abbiamo pregiudiziali su nomi e formule. Ma non faremo mai i ribaltoni e non daremo mai vita ad un governo con le forze della destra sovranista”. Qui si capisce che, sul fronte delle possibili soluzioni, Renzi tiene le carte coperte. E lo si intuisce dall’apertura a vari scenari: “Noi siamo pronti ad ogni tipo di discussione: ho messo il paletto dell’alleanza con la destra ma siamo pronti a discutere anche di questo perimetro di maggioranza. Siamo pronti ad un governo istituzionale, siamo pronti ad andare all’opposizione. Non ci interessa la nostra carriera ma il Paese. Sta al presidente del Consiglio”.
Insomma, siamo solo all’inizio di una crisi di Governo che sarà difficile. Una cosa si capisce: Renzi (e i suoi alleati, che ci sono, anche se in questo momento giocano anche loro a carte coperte) vuole mandare a casa Conte. Ci riuscirà? Leggiamo qua e là dei possibili “responsabili” pronti a sostenere un nuovo Governo Conte. A nostro avviso, Berlusconi, questa volta, non farà da ‘sponda’ a un Governo di centrosinistra come ha fatto qualche anno fa proprio con Renzi. Né ci convince che, al Senato, Conte, PD e grillini potranno attingere voti a sostegno del Governo tra la trentina di senatori del gruppo misto. Ricordiamo, infatti, che la stragrande maggioranza dei circa trenta senatori del gruppo misto è composta da ex grillini che, o sono stati buttati fuori dai ‘capi’ del Movimento, o sono andati via perché non hanno condiviso le scelte dei ‘capi’ del Movimento. Insomma sarebbe singolare che gli ex grillini vadano a salvare il governo e il futuro politico di Luigi Di Maio, Roberto Fico, Alessandro Di Battista e via continuando.
Qui arriviamo al cuore di questa crisi politica. Noi non crediamo alle elezioni anticipate. sarebbe un regalo al centrodestra che vincerebbe pendendosi Governo e presidenza della Repubblica. E allora? Se nel Dicembre scorso eravamo quasi certi che Renzi avrebbe aperto la crisi, oggi azzardiamo un’ipotesi: la possibilità che, dopo una serie di ‘danze e controdanze’, Renzi crei le condizioni politiche e parlamentari per mandare il PD e il Movimento 5 Stelle all’opposizione. I grillini sprofonderebbero, perché ormai non hanno più la credibilità politica per fare opposizione. Il PD, senza potere, perderebbe voti. Questo scenario presuppone qualcosa che fino a questo momento non c’è: per esempio, la nascita di un nuovo soggetto politico moderato, ma più al centro rispetto a Lega e Fratelli d’Italia. Ma per il momento è solo un’ipotesi.