di Mario Di Mauro
Niente donne nel governo regionale. Poche le sindache… E così via. Che le DONNE SICILIANE si dovrebbero organizzare bene e farsi valere anche nello “Spazio Pubblico” è un auspicio sacrosanto. Ma non si dica che sarebbero – in sé e per sé – migliori dei masculi. Se la Sicilia è una “Colonia Futtuta” non lo è a causa di “masculi”, né di “fimmini”, che li hanno partoriti e allevati (facendone quello che sono diventati!). Se la Sicilia è una “Colonia Futtuta e Scafazzata”, lo è in quanto esito tragico di una Storia complessa che si riproduce nell’autolesionismo attraverso un Ascensore sociale formalmente “asessuato”.
Negli ultimi vent’anni, nella “Regione siciliana” – un Ente tricolorato esausto e politicamente fallito – la figura dominante e intoccabile è stata una “fimmina”, “la Zarina”: Patrizia Monterosso, tuttora “a galla” in posizione defilata (ma “potente”, malgrado qualche “fisiologico” guaio giudiziario). Qualcuno può dimostrare il contrario?. Si potrebbero fare altri nomi. Resta il fatto che le DONNE SICILIANE si dovrebbero organizzare bene e farsi valere anche nello “Spazio Pubblico”. La millenaria Civiltà Siciliana – nel bene e nel male – è profondamente animata dal “femminino materno” e dal Mito agente della “Grande Madre”. Niente-di-Personale, né di…”sessuale”, dunque! La Questione è drammaticamente seria. Tanto più che la “condizione della donna” in Sicilia – nel Secolo XXI – non è più certo quella degli anni Sessanta, che era, forse, “come l’attuale Punjab”, per citare Matteo Collura nella sua recente e magnifica “raccolta di racconti” (“Baci a occhi aperti”). Alzando uno sguardo sul Mondo, se la cosa può confortare le mie amiche femministe: nell’attuale “ciclo politico” europeo c’è una sola figura definibile con l’aggettivo “statista”: è Angela Merkel. E anche negli Usa, in realtà, la nuova presidenza è nelle mani di una donna: Kamala Harris. Scusate se è poco.