Sul Titanic

Disoccupati Formazione al Governo: il vostro progetto è di ‘estinguerci’?

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  • Il tempo galantuomo? Non per i disoccupati della Formazione
  • Condannati a una vita di stenti
  • Lavoratori dimenticati da ‘estinguere’?

da Margherita Cucinella
Coordinatrice Regionale Sifus Confali Formazione professionale
riceviamo e pubblichiamo

Il tempo galantuomo? Non per i disoccupati della Formazione

Si dice che il tempo è galantuomo, ma non per gli ex Operatori della Formazione Professionale, il tempo per loro è il peggior nemico, perché il passato aumenta ed il futuro si accorcia progressivamente in attesa di risposte certe e definitive da parte dell’Amministrazione regionale. E di impegni in questi anni ne hanno elusi davvero tanti i nostri governatori, però un merito bisogna attribuirlo all’assessore Roberto Lagalla, che considerata l’emergenza Covid, da buon amministratore, ha provveduto a firmare le disposizioni attuative dei Commi 19- 20- 21- 22- 23- 24 -28 inseriti all’interno dell’art. 5 della Legge di Stabilità Regionale n. 9 del 12/05/2020. Questi 7 Commi prevedono preziosi contributi per il settore scolastico e nonostante il settore della Formazione professionale vada a braccetto con quello dell’Istruzione (ricordiamo infatti che si chiama Dipartimento dell’Istruzione e della Formazione Professionale), tuttavia gli ex Operatori della Formazione Professionale non vengono inseriti nell’eptagono di sostegno, perché non è stato ancora preso in considerazione quell’importante Comma 18 che così riporta: “Al fine di salvaguardare i livelli di occupabilità del personale del comparto della formazione professionale e a seguito del perfezionamento degli accordi con il Governo nazionale relativi alla ricollocazione dello stesso, il competente dipartimento regionale provvede mediante avviso pubblico all’attivazione di percorsi formativi di aggiornamento e riqualificazione professionale, con riconoscimento di un’indennità mensile di frequenza, ai sensi dei commi 7 e 8 dell’articolo 15 della legge regionale 14 dicembre 2019, n. 23 e successive modifiche ed integrazioni, di durata non superiore a tre mesi, anche con modalità di didattica a distanza, e non occupati alla data di entrata in vigore della presente legge. Per le finalità di cui al presente comma è autorizzata la spesa di 10 milioni di euro a valere sull’importo complessivo di cui al comma 16”. Chiedo all’assessore Lagalla: quando sarà il turno degli operatori della Formazione professionale della Sicilia, considerato che queste misure erano previste per la prima ondata di pandemia Covid e siamo arrivati alla terza?

Condannati a una vita di stenti

A questo punto sarebbe davvero importante, capire una volta per tutte, il motivo delle ripetute defezioni da parte dei nostri amministratori che continuano a disattendere gli impegni, non applicano la legge del settore e non considerano neppure quella contenuta nell’Art. 3 della Costituzione Italiana, dove si evidenzia che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. C’è da chiedersi seriamente quanto tempo ancora bisogna aspettare per essere considerati al pari di tutti gli altri lavoratori, ma ancor di più c’è da chiedersi come possano le istituzioni accettare, passivamente, che un intero comparto lavorativo venga escluso da ogni diritto e da ogni sostegno persino in un momento di grave emergenza sociosanitaria. Ma veramente pensano che la vita di questi lavoratori non abbia lo stesso valore dei comuni mortali? Quando si comprenderà che i lavoratori allo stremo ormai da troppo tempo, stanno vivendo una vita di stenti dove è difficile dimenticare il passato, accettare il presente, ma soprattutto rinunciare al futuro che avevano immaginato?

Lavoratori dimenticati da ‘estinguere’?

Se il progetto di chi ci amministra è quello di estinguere non il settore ma solo una parte di lavoratori, mi auguro che l’assessore Lagalla si ricordi degli impegni intrapresi proprio con quella parte di lavoratori derubati dei propri diritti e non li lasci con il solito fumo negli occhi, perché l’indifferenza uccide e di vittime ne abbiamo già seppellito abbastanza. Quando potrò smettere dunque, di ricordare all’assessore che una lesione dei diritti non giustificata è sempre la premessa di altre possibili lesioni e che bisogna volgere lo sguardo anche a questi lavoratori dimenticati da tutti? Da lavoratrice, da figlia di questa regione e da dirigente sindacale, chiedo agli amministratori regionali, che se nulla può salvare dalla morte naturale, che salvino i lavoratori almeno dalla morte procurata, altrimenti l’intera comunità capirà che aver riposto la propria salvezza nel governo regionale è stato il mezzo più sicuro di incorrere alla propria fine.

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