Ormai siamo in pieno inverno e anche la riottosa politica europea ha dovuto prendere atti che, con il freddo, il virus diventa più aggressivo. In tanti Paesi europei il Covid fa tremare, dalla Francia alla Germania. E colpisce duro nel Regno Unito dove una mutazione del SARS-COV-2 risulta essere ancora più aggressivo, se è vero che presenta un tasso di contagiosità più elevato del 70%. Situazione difficile anche in l’Italia, mentre si cerca di glissare sulla Sicilia dove – come ora ricorderemo – stanno cercando di dare la colpa ai cittadini troppo disattenti: cosa che in parte è vera – dimenticando, però, le precise responsabilità dell’attuale Governo nazionale.
Oggi qualcuno in Sicilia si accorge che la situazione va diventando grave e che, con il proseguire della stagione fredda, si potrebbe ulteriormente aggravare. Ma ci si dimentica che, a fine Primavera dello scorso anno, in Sicilia il virus era praticamente scomparso. A fatica un gruppo di siciliani è riuscito a convincere il Governo siciliano ad introdurre una sorta di cinta di protezione della nostra Isola: insomma, la Sicilia avrebbe dovuto fare, almeno in parte, quello che ha fatto la Nuova Zelanda: controlli serratissimi sulle persone in entrata, una sorta di cordone sanitario per impedire al virus di entrare in Sicilia. Chi ha un po’ di memoria ricorderà che ci fu una sorta di sollevazione contro la Sicilia e contro il Governo regionale siciliano da parte di Ministri e amministratori di altre Regioni italiane. Con molta probabilità, se fosse passata la linea del Governo Musumeci oggi la Sicilia non si troverebbe nelle attuale condizioni. Invece è passata la linea del Governo Conte bis: e quindi turisti, crocieristi, migranti a mai finire. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Se l’ordine di rilassarsi partiva da Roma – ricordiamoci che in quei giorni il Governo Conte bis preparava il discusso bonus vacanze, in pratica un invito ai cittadini italiani ad andare in vacanza in questa o quella Regione italiana senza problemi, con il rimborso del credito d’imposta per gli operatori turistici. Così sono arrivati i turisti, sono arrivati i crocieristi e sono sbarcati a Lampedusa e poi in Sicilia tantissimi migrati. La regola che in una pandemia la prima cosa da fare è ridurre drasticamente, se non bloccare la libera circolazione delle persone è saltata. Così, in Sicilia, si sono ‘rilassati’ tutti. Chi ha un po’ di memoria ricorderà le spiagge siciliane affollate da migliaia di bagnanti. Le prime avvisaglie che la strada che si stava percorrendo era sbagliata sono arrivate ad Agosto, quando a Canicattini Bagni, in provincia di Siracusa, sono scoppiati i primi focolai provocati da ragazzi che si erano recati in vacanza a Malta. Già allora si poteva cominciare a ridurre gli arrivi in Sicilia: ma questo avrebbe significato bloccare, per esempio, l’afflusso incessante di migranti che, da Lampedusa, venivano trasferiti a Porto Empedocle con le navi di linea: migranti, equipaggio, turisti e abitanti di Lampedusa tutti sulla stessa nave! Sono cose che abbiamo più volte, ma per il Governo nazionale andava tutto bene. Per non parlare delle decine e decine di ‘sbarchi fantasma’ o della tante fughe di migranti dai centri di accoglienza della Sicilia.
Ci hanno sempre detto che in Sicilia controlli sulle persone sono sempre stati effettuati. Ma che tipo di controlli sono stati effettuati? Ce lo chiediamo leggendo sul quotidiano La Sicilia una dichiarazione del professore Cristoforo Pomara, direttore del dipartimento di medicina legale del Policlinico di Catania e componente del Comitato tecnico scientifico per l’emergenza Covid-19 in Sicilia: “Si ponga immediatamente fine ai test nei ‘drive-in’ che, come sempre ho detto, sono un non senso eseguiti sulla popolazione e per di più senza che i negativi vengano posti in isolamento cautelativo e non ripetano il test dopo tre giorni. E’ troppo alto il numero dei falsi negativi… I test rapidi – spiega Pomara – hanno un senso se adoperati con criterio: ovvero su base anamnestica e su comunità circoscritte e soprattutto se ripetuti frequentemente in caso di negatività. Da ieri, finalmente (l’altro ieri per chi legge ndr) – sottolinea il professore – il ministero ha fatto in parte chiarezza sul tema che da tempo i tecnici avevano posto in evidenza e sul quale come analista del rischio più volte mi sono espresso. Visto poi che mi pare, almeno a parole, che si voglia dare priorità alla scuola allora lo si faccia. Si dia ora assoluta priorità alla scuola e alle università e si programmino lì strutturate campagne di tracciamento con i tamponi rapidi. Si è già perso qualche giorno. Si pensi ad organizzare subito con le scuole e dentro le scuole – conclude il professore Pomara – una costante campagna di screening continuativo su docenti e alunni su base volontaria e campioni prestabiliti”.
Anche sulle scuole il Governo nazionale ha fatto grande confusione. Ricordiamoci che il Ministro della Pubblica Istruzione, Lucia Azzolina, avrebbe voluto aprire le scuole l’8 Dicembre scorso. idea che è stata ‘bocciata’. La riapertura è stata programmata per l’8 Gennaio e qualche Regione ha riaperto le scuole. La maggioranza delle Regioni non lo ha fatto e, in un clima di grande confusione, le stesse Regioni e i Comuni hanno fatto a gara per chiudere le scuole. Oggi – 11 Dicembre – le scuole avrebbero dovuto essere riaperte anche in Sicilia. Invece sono tutte chiuse e, con molta probabilità, per fronteggiare una situazione sempre più grave si opterà per la zona rossa, ovvero per la chiusura completa. Anche la gestione del Natale del Governo nazionale è stata disastrosa. Che senso ha informare i cittadini, con venti giorni di anticipo, che dal 24 Dicembre al 6 Gennaio, tra alti e bassi, ci sarebbero state chiusure. E’ stato un invito alle persone a riversarsi nelle strade per gli acquisti con assembramenti incredibili: gli effetti di quei giorni li stiamo osservando oggi.
Riassumendo, possiamo affermare che la Sicilia è stata fortemente penalizzata da scelte operate dal Governo nazionale. I turisti potevano entrare in Sicilia perché non provocano aumento dei contagi; i crocieristi potevano entrare in Sicilia perché non provocano aumento dei contagi; i migranti potevano entrare in Sicilia perché non provocano aumento dei contagi; i siciliani potevano andare in vacanza fuori dalla Sicilia e tornare perché non provocano aumento dei contagi. Ricordiamoci che la scorsa Primavera il sindaco di Messina, Cateno De Luca, ha provato ad effettuare i controlli sulle persone che arrivavano con le navi dallo Stretto. Ma è stato bloccato dal Governo nazionale. Le polemiche sono state roventi e il sindaco De Luca è stato anche denunciato. Dimenticare quanto avvenuto nella Città dello Stretto nei mesi scorsi non è corretto. Oggi Messina è in zona rossa. Dopo di che dare la colpa solo ai cittadini siciliani poco accorti per tutto quello che sta succedendo, dimenticando quello che è avvenuto durante l’Estate e durante l’Autunno scorsi su input del Governo romano ci sembra sbagliato. Troppo facile scaricare le proprie responsabilità sui cittadini! Anche perché, tra altri e bassi, queste restrizioni vanno avanti da quasi 11 mesi e la gente adesso è molto stanca. Sicuramente lo scenario pandemico non è facile da gestire. I processi da governare sono complessi. Ma è un dato oggettivo che l’attuale Governo nazionale questi processi li ha governati male. Né ci convince molto un vaccino del quale si conosce poco, se è vero che non si sa nemmeno quanto possa durare l’immunità. Per non parlare dei possibili effetti negativi sulle persone. Né è facile prevedere come si evolveranno le mutazioni del virus che già ci sono. Nel complesso, in Italia, sin dall’inizio, la pandemia è stata governata male. Peraltro, con strumenti – i DPCM – che un Tribunale italiano ha definito illegittimi e incostituzionali. Cambiare Governo non sarebbe un errore. Anzi.