Il pontile sbarcatoio di Gela dai primi del ‘900 agli impegni di Crocetta e Morace finiti nel nulla

7 gennaio 2021

Non è proprio una notizia di poco conto il crollo di un tratto del pontile di Gela. Si tratta di un’opera realizzata nei primi del ‘900 che, per varie vicissitudini, non è mai stata valorizzata. Quando la pubblica amministrazione siciliana, nel 2013, spese 200 mila euro per sistemare il pontile in attesa di aliscafi per il collegamento con Malta e la Tunisia Sogni rimasti nel cassetto…

E’ di queste ore la notizia del crollo di un tratto del pontile sbarcatoio di Gela. Sembra una notizia che in Sicilia non fa notizia, considerato il diffuso degrado del territorio. Invece la notizia merita attenzione, anche per la storia di un’opera che ha attraversato tutto il ‘900 per arrivare ai nostri giorni.

Già, la storia. Pensate un po’: questo pontile nasce cinquant’anni prima, o giù di lì, dell’arrivo della chimica a Gela, quando le spiagge di questo tratto di costa meridionale della nostra Isola erano meravigliose, il mare era cristallino e questi luoghi erano incontaminati.

La storia di questo pontile la leggiamo in un articolo pubblicato nel 2015 da News ACCENTO:

“Progettato nel 1909 e terminato nel 1915, il pontile sbarcatoio di Gela portò sin da subito notevoli vantaggi alla comunità grazie all’efficienza nel carico e scarico merci ed un notevole incremento del traffico marittimo, tanto da rendere necessaria una richiesta di prolungamento dello stesso di 150 m qualche anno dopo. La burocrazia e le difficoltà nel trovare i finanziamenti e le fasi storiche che attraversava l’Italia in quel periodo ritardarono di circa 20 anni tale aggiunta, e le fasi di prolungamento vennero terminate nel 1935. Le peripezie del pontile paradossalmente cominciarono però proprio a ridosso dello sbarco alleato sulla spiaggia di Gela nell’ormai lontana notte tra il 9 e il 10 luglio del 1943, quando, ad opera del comando militare dell’esercito italiano, una carica esplosiva fece saltare la parte centrale del pontile, rendendolo inagibile”.

Insomma questo pontile ne ha proprio viste tante, compresa la seconda guerra mondiale, con lo sbarco degli americani a Gela.

“Con la successiva realizzazione del porto rifugio prima e del pontile del petrolchimico dopo – leggiamo sempre su News ACCENTO – il pontile sbarcatoio cadde nel dimenticatoio e quindi in disuso. Consapevole del valore di tale opera, l’amministrazione comunale, all’epoca guidata dal sindaco Fasulo, nel 2013 stanzia 200.000 euro per la ristrutturazione dell’opera, costruendo un ponte metallico che collega il vecchio pontile alla parte iniziale della struttura, non curante però del fatto che per una degna ristrutturazione di tale attrattiva turistica, sarebbero stati necessari non meno di 3 milioni euro”.

Qui arriva la parte fatta di grandi promesse da parte della politica:

“L’inaugurazione – leggiamo ancora su News ACCENTO – fu un vero evento ad opera dell’attuale governatore della Regione Sicilia Rosario Crocetta, che auspicò una ripresa delle attività di collegamento tra Gela, Malta e la Tunisia tramite aliscafo così da incrementare il turismo in città. Ma come una bolla di sapone tutto scoppia quando nel 2015 la Procura di Gela attua un sequestro allo stabile, per mancanza di sufficienti garanzie di sicurezza. Ad oggi il pontile risulta essere un lontano ricordo, un cumulo di cemento armato posto lì senza alcun valore storico o culturale, attorniato da giostre e da una macchia mediterranea sempre più prepotente. Probabilmente la riqualifica del lungomare, le imminenti problematiche che la nuova amministrazione penta stellata si sta operando a risolvere, potrebbero, pur non volendo, gettare nel dimenticatoio questo grande ponte che collega la città ad un passato che potrebbe solo migliorare il futuro. Che renderebbe a Gela il lustro marittimo di un tempo e al tempo stesso far rivivere alla popolazione momenti ormai quasi del tutto sfumati”.

Già, i grandi progetti della politica. In un articolo di QUOTIDIANOGELA.IT del Maggio 2017 leggiamo:

“’A settembre i primi collegamenti’. Questo era il progetto, presentato in pompa magna dal grande capo della compagnia di navigazione Vittorio Morace e dal presidente della Regione Rosario Crocetta, che nell’agosto di quattro anni fa, su un pontile sbarcatoio sottoposto a lavori ma anche a divieti di ogni tipo, già annunciavano ‘due o tre collegamenti con Malta o Lampedusa a settembre per prepararci a dare un segnale definitivo’. A distanza di quattro anni, mentre proprio il presidente Rosario Crocetta e Ettore Morace, figlio di Vittorio, amministratore delegato della Liberty Lines, sono tra i nomi di spicco di una vasta indagine avviata dalla procura di Palermo e che riguarda gli appalti per i collegamenti marittimi con le isole minori, il pontile è sempre più in balia della sorte, decisamente ostile. Inaccessibile per un ampio tratto, dopo l’avvio di un’indagine dei magistrati della procura che hanno verificato ipotesi legate all’instabilità strutturale, è fuori da qualsiasi rotta, anche da quelle immaginarie. Di collegamenti veloci, tramite aliscafi, neanche l’ombra. Solo lucchetti e cancelli sbarrati, oramai corrosi”.

La citazione sul ruolo di Rosario Crocetta è importante, perché l’ex presidente della Regione è nativo di Gela e il rilancio del pontile avrebbe dovuto essere un’opera per la sua città. Invece…

Dobbiamo dire che i magistrati hanno visto giusto con le “ipotesi legate all’instabilità strutturale”.

Per Gela, oltre cento anni di storia che si sbriciola, tra denaro pubblico speso e progetti mancati.

Foto tratta da Pinterest

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