Guarda caso, su sei Regioni scelte per seppellire scorie nucleari di tutti i tipi ce n’è una sola del Nord (Piemonte) e quattro del Sud (Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia). E i grillini siciliani nel Maggio del 2018 erano contrari oggi sono d’accordo con i due Ministri grillini che hanno avallato questa scelta nucleare ‘meridionalista’?
Rifiuti nucleari in Sicilia? A quanto pare sì. Insieme al Piemonte, alla Toscana, al Lazio, alla Puglia, alla Basilicata e alla Sardegna. La lista delle Regioni che ospiteranno le scorie nucleari ha già il nulla osta del Ministero dello Sviluppo economico e e del Ministero dell’Ambiente.
La lista dei territori è stata stilata nell’ambito del via libera, con il nulla osta del ministero dello Sviluppo e del ministero dell’Ambiente, alla Sogin per la pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi), del progetto preliminare e dei documenti correlati.
Si tratta dello smaltimento definitivo dei rifiuti radioattivi: della serie, una volta arrivati in questi luoghi rimarranno lì in eterno.
E’ una notizia nuova? Non esattamente. Si sapeva già quasi tutto nel 2018, ai tempi del Governo nazionale guidato da Paolo Gentiloni.
“Voci di corridoio -. scrivevamo ne Maggio del 2018 – raccontano che la scelta potrebbe ricadere sulle miniere abbandonate e sui seminativi abbandonati. E la Sicilia – ma guarda un po’ che combinazione! – possiede sia le miniere abbandonate, sia i seminativi abbandonati”.
Noi ricordiamo anche una lunga dichiarazione del parlamentare regionale del Movimento 5 Stelle, Nuccio Di Paola:
“Il M5S dice no al nucleare, la Sicilia non deve diventare la pattumiera d’Italia, né terra dove stoccare scorie nucleari”.
“Di Paola – leggiamo sempre nel nostro articolo del Maggio 2018 – ha presentato una mozione al Parlamento siciliano che impegna il Governo di Nello Musumeci a dichiarare da subito l’indisponibilità della Regione siciliana a comparire nella lista delle aree potenzialmente idonee al deposito nucleare di superficie”.
“Con questo atto parlamentare – dice Di Paola – chiediamo al Governo regionale di assumere una posizione netta in difesa di diritti costituzionalmente sanciti: alla salute dei cittadini, all’ambiente e alla salvaguardia del territorio. Già in passato gli italiani si sono pronunciati sul nucleare, reputiamo assurdo che la Sicilia possa diventare deposito di scorie”.
“Chiediamo altresì a Musumeci – prosegue il componente della commissione Ambiente dell’Ars – di prendere una posizione chiara e alla luce del sole, esattamente come hanno già fatto i presidenti delle Regioni Sardegna e Basilicata che si sono schierati dalla parte del no”.
“E’ gravissimo – conclude Di Paola – che in un momento politicamente delicato come questo, di vacatio assoluta sotto il profilo politico, il Governo Gentiloni che dovrebbe occuparsi solo ed esclusivamente degli affari correnti e dunque dell’ordinaria amministrazione, si accinga ad emanare un documento così delicato ed atteso da anni”.
La novità è che ad occuparsi di tale questione non è il Governo Gentiloni, ma il Governo con quale fa parte il Movimento 5 Stelle. E, guarda caso, i due Ministeri che hanno detto sì alle scorie nucleari in Sicilia sono – Stefano Patuanelli, Ministro dello Sviluppo economico, e Sergio Costa, Ministro dell’Ambiente – sono del Movimento 5 Stelle: insomma, grillini come il parlamentare regionale, Nuccio Di Paola.
In attesa di sapere cosa diranno i parlamentari nazionali grillini eletti in Sicilia e i parlamentari regionali del Movimento 5 Stelle precisiamo che i luoghi della Sicilia dove dovrebbero essere stoccati i rifiuti nucleari sono Trapani, Calatafimi-Segesta, una zona della Madonie, tra Castellana Sicula e Petralia Sottana, e Butera, in provincia di Caltanissetta.
L’Italia, con un referendum, nel 1987, ha detto “No” al nucleare. Prima del referendum del 1987, però, il nostro Paese ha vissuto una stagione di sfruttamento dell’energia nucleare. Avventura iniziata nel 1966 con la costruzione di tre centrali nucleari: a Latina, a Sessa Aurunca e a Trino.
A queste centrali nucleari si sono aggiunte Caorso e, a partire dal 1982, la centrale nucleare di Montalto di Castro. Quest’ultima venne completata nel 1987, l’anno della consultazione popolare che ha chiuso in italia la stagione del nucleare.
La breve stagione del nucleare ha prodotto scorie che esistono ancora e che debbono essere custodite.
Sarà interessante capire quale sarà la ripartizione delle scorie nucleari, che non sono solo quelle legate alle centrali nucleari dismesse, ma anche – anzi meglio dire soprattutto – ai rifiuti radioattivi prodotti dalle industrie, i rifiuti della medicina e quelli della ricerca che attualmente sono stoccati qua e là.
Nel Sud Italia non ricordiamo la presenza di industrie che producono scorie radioattive. Da qui una domanda: non è che anche queste scorie, prodotte chissà dove, finiranno al Sud e in Sicilia?
Poi ci sono i rifiuti prodotti dalla medicina nucleare. In tutt’e venti le Regioni italiane esiste la medicina nucleare: perché le scoria debbono essere sepolte solo in sei Regioni italiane di cui ben quattro su sei – Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia?
Per la cronaca, nel 2003 il Governo Berlusconi, sempre ‘meridionalista’, aveva individuato come centro di stoccaggio la Basilicata: per la precisione, Scansano Jonico. Poi, in seguito alle proteste della popolazione, il progetto è sfumato.
Ora la Basilicata torna ad essere sede di scorie nucleari insieme con altre tre Regioni del Sud. Ma un po’ di ‘bordello’ no?
Ma come, grillini: nel 2018, alle elezioni politiche nazionali avete fatto il pieno di voti e, per ‘ricompensa’, il Governo del quale siete autorevoli esponenti, ‘premia’ quattro Regione del Sud, peraltro con la ‘benedizione’ di due vostri Ministri?
Presidente della regione siciliana, Nello Musumeci, e assessore all’Economia, Gaetano Armao: che dite di quest’ennesima porcata? L’argomento non rientra con le trattative che avete in corso con lo Stato?
Foto tratta da Il Faro Online
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