Palermo senza un progetto culturale in balia di una politica ‘orfana’ del Tram/ MATTINALE 461

4 gennaio 2021

A Palermo serve un progetto civico di rinascita. Ma questa idea di una nuova città non può germogliare dalla vecchia politica di centrodestra e di centrosinistra dove a prevalere sono gli affari. Non è con la solita vecchia politica – e dentro la vecchia politica ci sono anche i disastrosi grillini – che la città si salverà 

L’ultima proposta per provare a smuovere le stagnanti acque di Palermo arriva dall’ex grillino, Ugo Forello: un’alleanza tra PD, Movimento 5 Stelle, Italia Viva e improbabili movimenti civici. resterebbero esclusi Leoluca Orlando e l’assessore comunale ‘autosospeso’ Giusto Catania (non abbiamo capito se Forello si riferisca al solo Catania a a Sinistra comune, il movimento del quale lo stesso Catania fa parte).

Ci rendiamo conto che Forello non ha molte carte da giocare, ma in questa proposta emergono contraddizioni e confusione politica. Che significa, ad esempio, aprire al PD e a Italia Viva di Renzi e dire no ad Orlando, che è stato non solo iscritto al PD, ma anche il riferimento di Renzi a Palermo e in Sicilia quando lo stesso Renzi era capo del Governo e segretario nazionale del PD?

E che dire dell’apertura di Forello al Movimento 5 Stelle? E’ uscito dal quel movimento insieme con Giulia Argiroffi e adesso vorrebbe allearsi con i grillini?

Ancora: i movimenti civici, per definizione, vengono fuori quando la politica tradizionale non riesce più a dare risposte ai cittadini. E a Palermo i movimenti civici non mancano, dall’Associazione Comitati Civici a Liberiamo Palermo. Ma per quale ragione questi movimenti civici dovrebbero allearsi con la vecchia politica?

La sensazione è che siamo davanti a una strategia alternativa a quella del ‘capo’ di Forza Italia, Gianfranco Miccichè, per per Palermo vorrebbe costruire un’alternativa alla Lega e a Fratelli d’Italia con un’alleanza imperniata tra una sorta di patto tra Forza, Italia, PD, Leoluca Orlando, Italia Viva e ‘pezzi’ sparsi di centrodestra.

Sia nel caso della strategia di Miccichè, sia nel caso della strategia di Forello il denominatore comune è la solita formula “mettiamoci tutti insieme” per arginare il “nemico” che avanza. Insomma, alleanza politiche “contro” e non “per”.

Il tutto – e questo è l’aspetto deprimente di queste strategie politiche – nel quadro della vecchia politica che, ormai, non riesce a portare alle urne più del 50% degli elettori.

E’ vecchia politica il PD. E’ vecchia politica Forza Italia. E’ vecchia politica Italia Viva. Sono vecchia politica gli ex democristiani che si agitano nel PD e nel centrodestra. E’ vecchia politica il Movimento 5 Stelle, ormai quasi inglobato nel PD e protagonista delle peggiori logiche politiche, peraltro inesistente a Palermo.

Questa vecchia politica che cerca di riorganizzarsi per continuare a gestire la sempre più martoriata città di Palermo, con questi giochi di prestigio dal sapore trasformista rischia di accreditare la Lega e Fratelli d’Italia come il ‘nuovo’ della politica: e sappiamo tutti che non è così, perché si tratta di due formazioni politiche presenti da tempo nello scenario politico.

Noi sappiamo che creare nella politica del capoluogo siciliano qualcosa di veramente nuovo e alternativo – anche in termini progettuali – non è facile. Specie in un momento, caratterizzato da una situazione sanitaria, dove verrebbe difficile non soltanto organizzarsi, ma anche raccogliere le firme per una nuova esperienza politica ed elettorale.

Ma alternative non ce ne sono. Torniamo a ribadire quello che abbiamo scritto più volte: a Palermo serve un nuovo progetto di città. Perché la riproposizione della vecchia politica – non ha importanza se di centrodestra o di centrosinistra: ormai sono la stessa cosa – riproporrebbe la stessa disastrosa gestione di Palermo tutta grandi appalti (con annessi e connessi…).

C’è un dato che deve fare riflettere. Nel commentare il voto del Consiglio comunale di Palermo di qualche giorno fa – ci riferiamo alla ‘bocciatura’ del mutuo per le nuove linee di Tram e del finanziamento di interventi per i cimiteri, per le strade che cadono a pezzi e, in generale, per una serie di interventi per restituire un po’ di decoro alla città – gli esponenti di Sicilia comune hanno affermato che i fondi destinati agli appalti per il Tram non potranno essere utilizzati per cimiteri, strade e altri interventi perché sono fondi vincolati per gli ‘investimenti’.

Insomma, le oltre 600 salme in attesa di sepoltura al cimitero cittadino di Santa Maria dei Rotoli potranno continuare ad aspettare Godot, le strade cittadine potranno continuare a cadere a pezzi, l’immondizia potrà continuare a ristagnare nelle vie e nei marciapiedi della città e via continuando con il degrado.

Con molta probabilità senza rifletterci su, gli esponenti di Sinistra comune hanno certificato un dato che prima che politico è culturale: per questo movimento o ‘cartello’ che si definisce di sinistra il Tram viene prima dei bisogni reali della città e dei cittadini! Tanto che sarebbe quasi lecito domandarsi: ma questi ‘compagni’ di Sinistra comune sono gli eredi di Marx o di Maria Antonietta e delle sue celebri brioches?

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