Riprendiamo un pregevole articolo che leggiamo sulla pagina Facebook di Sicilia in Progress a firma dell’ingegnere Roberto Di Maria. Una lucida analisi su quanto avvenuto qualche giorno fa in Consiglio comunale e una possibile soluzione. Il tutto con un’attenta ricognizione dei ‘numeri’ relativi ai costi del Tram di Palermo
Sulla pagina Facebook di Sicilia in Progress leggiamo in articolo di Roberto Di Maria, che nella vita fa l’ingegnere. Un tecnico dei trasporti che ha già scritto qualche articolo per il nostro blog (qui un suo articolo sul Passante ferroviario di Palermo). Si tratta di un intervento molto interessante e puntuale, dove si racconta che cosa succederà a Palermo dopo la ‘bocciatura’ del mutuo di circa 20 milioni di euro da parte del Consiglio comunale. Altri fondi che sarebbero serviti per il Tram.
“Quello che è successo nella mattinata dell’ultimo dell’anno è più che un semplice incidente politico – scrive l’ingegnere Roberto Di Maria -. E’ un segnale chiaro ed inequivocabile che raccoglie, in sé, tutti i dubbi avanzati da più parti, negli ultimi anni, a proposito dell’idea di mobilità che anima l’attuale amministrazione comunale. La quale, sorda non soltanto a qualsiasi voce di dissenso, ma anche a semplici richieste di riflessione, ha sempre marciato dritta e senza indugi verso la realizzazione di 100 Km di binari tranviari a Palermo entro il 2026. Eppure ci sembrava chiaro che il progetto ‘Sistema tram’ suscitasse diffuse perplessità, e non soltanto tra i banchi dell’opposizione politica”.
“Nel merito – prosegue l’articolo – il Consiglio comunale del 31 dicembre, in mattinata, ha approvato tre emendamenti al bilancio di previsione per il 2021 che, sostanzialmente, azzerano la somma prevista per rimpinguare i finanziamenti statali, rivelatisi insufficienti per la realizzazione dell’estensione dell’attuale rete tranviaria. Ciò a causa delle prime indicazioni emerse dai vari pareri richiesti all’ANAC, alla Sovrintendenza BB.CC.AA., nonché agli stessi uffici comunali, sul Progetto di fattibilità già predisposto, nel 2018, dai vincitori del concorso di progettazione a suo tempo bandito dal Comune. Osservazioni relative alla salvaguardia dei beni archeologici ma anche a modifiche impiantistiche, riprogettazione delle sistemazioni idrauliche, migliore inserimento architettonico in via Roma e via Libertà, rifacimento dell’attraversamento del canale Boccadifalco (svincolo Basile), ridefinizione dell’assetto viario per evitare le interferenze con il traffico veicolare (svincolo Calatafimi) e per il corretto smaltimento dello stesso (svincolo Einstein)”.
“Tali corpose osservazioni – scrive sempre l’ingegnere Di Maria – recepite ed inserite nel progetto definitivo delle prime linee tranviarie (A, B e C) da aggiungere alle quattro in esercizio, hanno però comportato una lievitazione del costo delle opere di oltre 76 milioni di Euro su circa 275 complessivi. Niente male per chi ha superato una lunga e complessa procedura concorsuale che ha visto prevalere gli attuali progettisti su tutti i grandi gruppi nazionali di ingegneria e tecnica dei trasporti. Ma tant’è”.
Insomma, un po’ di lieve ironia non guasta.
Il pregio di questo articolo sta nel fatto che, con parole chiare, comprensibili a tutti, viene illustrato come stanno le cose.
L’ingegnere Di Maria, numeri alla mano, spiega che “il ‘surplus’ di cui sopra non comprende le seguenti opere previste nel ‘Sistema Tram’, poi stralciate per essere appaltate separatamente:
Pavimentazioni marciapiedi (Tratta “A” -Tratta “B” – Tratta “C”);
Rigenerazioni, pavimentazioni, opere di finitura ed arredo (Piazza G. Cesare – Largo Butera – Piazza Messinese – Piazza Borsa – Piazza Sturzo – Piazza Nascè – Via Sicilia – Piazza Ziino – Piazza Boiardo – Piazza Tukory – Piazza Montalto)
N° 7 Parcheggi sotterranei (che saranno oggetto di separato provvedimento amministrativo) esattamente:
Piazza Giulio Cesare;
Piazzale Ungheria;
Viale della Libertà;
Piazzale Don Bosco;
Alcide de Gasperi;
Francia/Ambrosini;
Piazza Boiardo”.
“Ma, attenzione – prosegue l’ingegnere Di Maria -: tutto questo attiene alle sole linee A, B, C (per maggiori dettagli, vedere questo articolo), finanziate nel Patto per Palermo per 198.872.027 € e sulle somme della Regione ex POR 2007/2013 per 48.128.000 €, per un totale di € 247.000.027. Si consideri che l’importo del progetto definitivo, sempre per le linee suddette, ammonta a 275.000.000 € netti, a cui però vanno aggiunti € 15.319.000 attinenti la linea E1, considerata dal Comune di vitale importanza per la funzionalità delle altre linee: il che comporta un totale necessario per l’appalto di questa prima estensione tranviaria di € 290.319.000; rispetto ai finanziamenti disponibili, è risultato pertanto necessario reperire la cifra di € 43.318.973, oggetto delle manovre in bilancio bocciate dal Consiglio comunale”.
“Le linee D, E2, F e G – prosegue l’articolo – come dichiarato nella conferenza stampa del 14 dicembre scorso alla presenza della ministra De Micheli (Paola De Micheli, Ministra della Infrastrutture e dei Trasporti ndr), hanno recentemente ottenuto un finanziamento da parte del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture per 481 milioni di €, ma anche in questo caso, i fondi non bastano: per coprire l’intero fabbisogno, pari a 504 milioni occorrerà reperire quindi altri 23 milioni di €. L’esponente del governo ha garantito la possibilità di ottenere queste somme tramite il Recovery Plan, ma, vista la messe di richieste proveniente da tutta Italia, l’ipotesi appare piuttosto avventurosa”.
Di Maria ricorda che il Consiglio comunale “ha negato la possibilità di accendere un mutuo di 21.649.927,81€ e di impegnare a favore del tram somme già destinate a servizi per la parte rimanente (21.669.045 €) fino agli oltre 43,3 milioni di cui sopra, da aggiungere ai finanziamenti disponibili per poter appaltare le nuove linee tranviarie. Gli emendamenti approvati, oltre a prevedere l’implementazione dell’orario dei lavoratori part-time, rendono impossibile l’accensione del mutuo e dispongono di destinare le rimanenti somme non più al tram ma ad:
interventi urgenti sull’emergenza cimiteriale (manutenzione straordinaria cimitero dei Rotoli, acquisto ed installazione di loculi prefabbricati) per 3,5 milioni di €
manutenzione di strade e marciapiedi per 10,136 milioni di €;
interventi straordinari per la manutenzione dell’edilizia scolastica e del patrimonio comunale per 5,5 milioni di €
progettazione esterna di opere ed interventi straordinari per 1 milione di €”.
“Visti i problemi urgenti della città – scrive sempre l’ingegnere Di Maria – dalla vergogna delle oltre 500 bare insepolte alle più usuali buche per strada, si tratta di decisioni talmente di buon senso da aver convinto tutte le forze presenti in Consiglio, della maggioranza o meno, a votarle. Tranne una: quella di cui fa parte l’assessore Catania (Giusto Catania, assessore comunale di Sinistra comune ndr) che ha dedicato la maggior parte della sua attività amministrativa proprio all’attuazione del Sistema tram. Non a caso, l’esponente di ‘Sinistra comune’ si è autosospeso dalla carica, aprendo di fatto una crisi senza precedenti all’interno della Giunta”.
Da tecnico, l’ingegnere Di Maria fa i conti alla lettera e illustra qual è l’attuale situazione finanziaria:
“Adesso, senza poter ricorrere al mutuo, appare difficile immaginare cosa potranno inventarsi i nostri amministratori per reperire le somme necessarie a cofinanziare il Sistema tram. Per riepilogare, si tratta di 43,4 milioni di euro per le linee A,B, C ed E1 ed altri 23 per le linee D, E2, F e G. : in tutto la bellezza di 66,4 milioni di €. A cui bisogna anche aggiungere le somme per le opere stralciate, da realizzare a parte: i 7 parcheggi sotterranei e le pavimentazioni di strade e marciapiedi sopra citate”.
Che fare, adesso? l’ingegnere Di Maria un’idea ce l’ha: rivedere “il mastodontico progetto di rete tranviaria, nell’unica maniera ancora possibile: stralciare le linee più controverse. Si otterrebbe in tal modo la riduzione del costo complessivo della rete e la limitazione dei suoi oneri di gestione, a nostro avviso insostenibili. Considerando che parliamo di un progetto già in stato avanzato, e che ricominciare daccapo comporterebbe la perdita certa dei finanziamenti già ottenuti, pensiamo che questa sia la soluzione migliore”.
Foto tratta da SiciliaNews24