Non amiamo molto questa tradizione. Anche se dobbiamo ammettere che, proprio quest’anno, qualche demone da cui liberarci c’è, con riferimento al virus che ha stravolto le nostre vite. Detto questo, speriamo che nessuno si faccia male, proviamo a non fare spaventare troppo gli animali e auguri infiniti a tutti i nostri lettori!
Seduti in casa, davanti al computer, osserviamo dalla finestra aperta la città: quella parte di Palermo che riusciamo a vedere. Sono le 16 e 30 del 31 Dicembre e, qua e là, si avvertono già i ‘botti’ che annunciano la fine del vecchio anno e l’arrivo del nuovo anno. Ecco: si può scrivere qualcosa sui ‘botti’ senza passare per ‘bombaroli’?
Premessa che a noi i ‘botti’ non vanno molto a genio. E condividiamo le ragioni di chi si batte quanto meno per ridurre al minimo e rendere più sicura questa tradizione. Anche per rispetto verso i tanti animali – che stanno nelle nostre case, ma anche in giro – che vivono con terrore questa rumorosa tradizione.
Ma i ‘botti’ ci sono lo stesso, anche se, ogni anno, prima dello scoccare della mezzanotte del 31 Dicembre, i sequestri di materiale esplosivo sono tanti.
Proviamo allora a capire perché sopravvive questa tradizione dei ‘botti’ e perché, a nostro modesto avviso, la notte che sta per arrivare sarà in accordo con la tradizione e anche, forse, con qualche punta in più rispetto agli anni passati.
Va detto, infatti, che i ‘botti’ – e in generale i rumori e l’usanza di disfarsi di suppellettili fuori uso – fa parte di un’antica tradizione che punta a scacciare tutte le negatività: e quest’anno, purtroppo, di negatività da scacciare ce ne sono tante, a cominciare dalla pandemia.
Anzi, è probabile che questo Capodanno la voglia di mandare via il demone di questo maledetto virus che ha stravolto nel nostre vite sia veramente tanta.
Mentre scriviamo, qua e là, avvertiamo sempre i ‘botti’ e, intorno alle 16 e 50, quando c’è ancora la luce del giorno, abbiamo anche potuto osservare tre o quattro minuti di giochi d’artificio.
Nei libri che raccontano le tradizioni leggiamo che, nell’antichità, Gennaio era legato al Dio bifronte Giano: il volto giovane rappresentava il nuovo anno che entrava, mentre il volto di un vecchio con la barba rappresentava il vecchio anno che andava via.
La tradizione dei ‘botti’ va in scena in tanti Paesi del mondo. Noi ci auguriamo che nessuno, questa notte, si faccia male e ci auguriamo che l’anno che sta arrivando sia diverso da quello che ci stiamo lasciando alle spalle.
La nostra speranza è di tornare a vivere in libertà, senza costrizioni e senza anatemi.
Auguri a infiniti a tutti i lettori de I Nuovi Vespri.