In un comunicato stampa tre parlamentari regionali grillini provano a smentire il via libera del Governo nazionale alle trivelle. Ma non convincono. La parola “immediato”, come potete leggere nell’articolo fa riflettere. E non c’è cenno alle trivellazioni in terraferma!
Toccati sul vivo – le trivellazioni in Sicilia – tre parlamentari grillini dell’Assemblea regionale siciliana diramano un comunicato che, in realtà, non fa chiarezza: anzi.
“Non esiste alcun rischio immediato di un ritorno alle trivellazioni in poche settimane di fronte alle nostre coste. Vogliamo rassicurare gli esponenti dei partiti tradizionalmente amici dei petrolieri che con il M5S al governo non si corre alcun rischio di nuove trivelle nei nostri mari”.
Così dicono i deputati regionali del Movimento 5 stelle della commissione Ambiente Giampiero Trizzino, Stefania Campo e Stefano Zito.
Perché scrivono “Non esiste alcun rischio immediato di un ritorno alle trivellazioni”? La parola “immediato” che significa?
Se poi leggiamo meglio i nostri dubbi aumentano:
“Non esiste alcun rischio immediato di un ritorno alle trivellazioni in poche settimane di fronte alle nostre coste”.
Il problema delle trivelle non riguarda solo le coste siciliane – che è di per sé un problema gravissimo per i rischi connessi a tale attività, come si racconta in questo articolo – ma anche la terraferma. Per la precisione, le province di Ragusa, Siracusa, Catania, Enna e perfino alcune aree dei Nebrodi.
Leggendo il comunicato non c’è alcun cenno alle trivellazioni in terraferma.
“Alcuni quotidiani – spiegano i deputati grillini – riportano la notizia secondo cui alcuni giorni fa nella bozza del nuovo decreto mille proroghe proposto al Consiglio dei Ministri, è stato stralciato l’art.20 che riproponeva un’altra proroga alla moratoria per le ricerche di idrocarburi. Sembra infatti si sia reputato che quel provvedimento non fosse la sede più adatta per una norma di quel tipo. C’è inoltre tutto il tempo necessario per intervenire. Contemporaneamente, tra l’altro, è stato approvato dal Governo un ordine del giorno alla legge di Bilancio in discussione in Parlamento che chiedeva di bloccare definitivamente il rilascio di nuovi permessi e concessioni per la prospezione, la ricerca e la coltivazione di idrocarburi sia in mare che in terra”.
Più che altro, sembra una toppa. Dopo di che una domanda: per quale motivo i cittadini dovrebbero credere agli esponenti di un Movimento che, fino ad oggi, si è rimangiato tanti impegni assunti con gli elettori?
La credibilità politica è una cosa seria!
Foto tratta da Energia Oltre
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