Ma quanto sono bravi questi cinesi? Il Sars Cov 2 è venuto fuori tra la fine dello scorso anno e i primi mesi di quest’anno e loro hanno già un vaccino con virus inattivato per produrre il quale occorrono anni! Sono dei maghi? E si vantano di essere una delle poche economie del mondo che non subirà danni dalla pandemia. Tutto ‘casuale’…
Com’è noto, in Italia è iniziata la campagna di vaccinazione. Si sta utilizzando un vaccino sperimentale. Non vogliamo entrare nei particolari: si tratta di un vaccino che non convince tutti i cittadini italiani. Chi vuole approfondire il perché permangono perplessità, ebbene, può legge questo nostro articolo dove i dubbi vengono illustrati dalla ricercatrice della Harvard Medical School di Boston, Loretta Bolgan. Ma oggi non è del vaccino italiano che vogliamo parlare, ma del vaccino cinese che, a nostro avviso, è un mistero. Vediamo il perché.
Dalle notizie che ha fornito l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’epidemia di Sars Cov 2, in Cina, è esplosa tra la fine dello scorso anno e l’inizio di quest’anno. Mettiamo da parte le polemiche – peraltro legittime – sul ruolo esercitato dall’OMS nel coprire le responsabilità della Cina.
Facciamo finta di non aver seguito il servizio he Report ha dedicato a OMS, Cina e Sars Cov 2 e diamo per credibile l’Organizzazione Mondiale della Sanità. E partiamo dal presupposto che, in Cina, l’infezione da Sars Cov 2 si è diffusa alla fine dello scorso anno.
Dopo di che prendiamo atto – sono notizie ufficiali – che entro Febbraio del prossimo anno la Cina vaccinerà 50 milioni di persone.
E che il vaccino che utilizzerà è “basato sul virus inattivato sviluppato dal gruppo farmaceutico cinese Sinovac“.
Andiamo adesso a legge alcuni passi di un articolo pubblicato dal sito VaccinarSi, della Società Italiana di Igiene. E’ un articolo pubblicato nell’Aprile del 2013.
“Tutti i vaccini – leggiamo nell’articolo – contengono i microrganismi, virus o batteri, contro cui proteggono in una forma indebolita (attenuata) o completamente inattivata”. I cinesi, come già ricordato, stanno utilizzando un vaccino con il virus inattivato.
Nell’articolo si spiega cos’è l’inattivazione del virus:
“Inattivazione dei virus: i virus sono completamente inattivati (uccisi) con sistemi chimici, di conseguenza il virus non può moltiplicarsi o causare la malattia. I vaccini contro la poliomielite (tipo Salk), l’epatite A, e alcuni tipi di vaccino anti-influenzale sono costruiti secondo questa modalità. A differenza dei vaccini con virus attenuati, i preparati allestiti con questa strategia non causano, neanche in forma lieve, i sintomi della malattia verso la quale proteggono”.
A questo punto l’articolo affronta un argomento sintetizzato nella seguente domanda: come si arriva alla costruzione di un vaccino?
“La costruzione di un vaccino… non è che il primo piccolo passo verso l’allestimento di un preparato che possa essere utilizzato nella pratica quotidiana. Prima di un suo impiego nell’ambito di programmi di vaccinazione, un nuovo vaccino deve infatti affrontare un lungo periodo di ricerca volto a dimostrare la sua sicurezza, la tollerabilità degli effetti collaterali e l’efficacia nel determinare una buona risposta immunitaria e quindi proteggere contro la malattia per cui ci si vaccina”.
Teniamo a mente le parole “lungo periodo di ricerca”.
Se siete interessati ad approfondire la durata della fase sperimentale e le tre fasi dello studio che porta alla produzione di un vaccino potete leggere l’articolo per esteso (che trovate qui).
Quello che a noi interessa segnalare ai nostri lettori è il finale dell’articolo:
“Possiamo pertanto affermare che l’iter per la costruzione, la sperimentazione, l’immissione sul mercato e il relativo monitoraggio di un nuovo vaccino sono molto più lunghi e complessi rispetto a qualsiasi altro farmaco”.
Quindi, prima di somministrare un vaccino alle persone bisogna seguire un iter che è molto lungo: solito si impiegano anni.
La domanda è: come ha fatto la Cina, se il virus si è diffuso tra la fine dello scorso anno e i primi mesi di quest’anno, ad avere il vaccino, basato su virus inattivato, nel giro di pochi mesi se per produrlo occorrono anni?
Due le ipotesi.
Prima ipotesi: i cinesi hanno scoperto un metodo per arrivare al vaccino con virus inattivato in pochi mesi. Se le cose stanno così perché i cinesi non hanno comunicato al mondo le modalità per la produzione del vaccino con virus inattivato in pochi mesi: questo avrebbe ridotto il numero di persone contagiate nel mondo, che oggi superano gli 80 milioni e, soprattutto, si sarebbero ridotti i decessi, che oggi si attestano intorno a un milione e 700 mila.
Seconda ipotesi: i cinesi hanno già il vaccino da qualche anno: gli anni che, per l’appunto, gli sono serviti per produrre il vaccino con il virus inattivato che hanno già iniziato a distribuire.
Non sarebbe stato il caso di distribuire questo vaccino a tutto il mondo?
Se hanno il vaccino da tempo, anche il virus che produce la malattia – il Sars Cov 2 – è noto da tempo. E, ‘casualmente’, questo virus si è diffuso nel mondo incasinando tutto il mondo, tranne la Cina…
Guarda caso, quasi tutte le economie del mondo sono in difficoltà: solo la Cina, quest’anno, avrà un aumento del Prodotto Interno Lordo (PIL) del 2% (fino a quindici giorni fa l’aumento previsto era del 4% e c’erano in giro stime anche più generose: ora – forse per non dare troppo nell’occhio – i cinesi hanno fatto sapere dicono che il PIL del proprio Paese crescerà del 2%).
Però non ce l’hanno fatta a non comunicare al mondo che, tra qualche anno, l’economia cinese sarà la prima al mondo, superando l’economia degli Stati Uniti d’America.
E’ lecito o no il dubbio che che il mondo, in questo momento, si trovi nel pieno di una guerra biologica?
O dobbiamo portare i nostri cervelli all’ammasso davanti all’evidenza di una Cina che sta utilizzando, per combattere l’infezione da Sar Cov 2, un vaccino a virus inattivato prodotto a tempi record?