Al leader di Italia Viva non va giù il Piano di spesa predisposto dal premier Giuseppe Conte. La contestazione si è allargata: Renzi, oltre a non volere nemmeno sentir parlare di super commissione che dovrebbe sovraintendere alla spesa di questi fondi, contesta anche il Piano del capo del Governo. E parla espressamente di possibile crisi dello stesso Governo. Ci sarebbe anche la protesta delle Regioni del Sud
Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, torna a parlare di crisi di Governo. Lo fa nel corso di una conferenza stampa imperniata, neanche a dirlo, sul Recovery plan o Recovery Fund.
“Chiediamo al Governo di cambiare passo e fare un salto di qualità”, si legge in un lancio dell’Agenzia NOVA. Per Renzi, allo stato attuale delle cose il Piano per la spesa delle risorse del Recovery presentato dal Governo (chiaro, ovviamente, il riferimento al Presidente del consiglio, Giuseppe Conte) “è molto deludente”.
Il leader di Italia Viva dice che il Recovery “è il progetto più importante nella storia del nostro Paese: è la più rilevante operazione di investimenti sul nostro Paese, per cui dobbiamo dire grazie all’Europa”. Mercoledì prossimo il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, “riceverà una delegazione di Iv che presenterà 61 punti su cui non siamo d’accordo” punti attualmente inseriti nel Recovery plan.
Renzi annuncia una proposta alternativa per l’utilizzazione dei fondi del Recovery:
“Dobbiamo partire da quattro voci, ovvero cultura, infrastrutture, ambiente ed opportunità. Il filo rosso che le lega è invece il lavoro”.
Il leader di Italia Viva ha già espresso riserve sulle modalità con le quali il capo del Governo Conte intenderebbe gestire questi fondi, con l’aiuto di una commissione di esperti che, in realtà, somigliano un po’ a possibili ‘commissari’ spediti dalla solita Unione europea dell’euro.
Ora Renzi espone le condizioni politico-operative: se ci sarà un accordo nella maggioranza tutto andrà “bene” e l’attuale Governo andrà avanti; ma se non ci sarà accordo “è evidente che faranno senza di noi” e le Ministre di Italia Viva si dimetteranno.
Se Conte “non vorrà parlare di contenuti e riterrà superfluo il contributo di Iv, ne prenderemo atto”, ha concluso Renzi.
Di fatto, i 207 miliardi del Recovery Fund – che attualmente non ci sono e che, da quello che si capisce, il Governo italiano vorrebbe anticipare (ricordiamo che, nei primi cinque anni i tassi d’interessi sui prestiti sono negativi: in pratica, chi presta i soldi, per i primi cinque anni riconosce una piccola somma a chi prende in prestito il denaro) – lungi dall’unire Governo e Paese, stanno dividendo la maggioranza che dà vita al Governo e la stessa Italia.
Renzi e il gruppo di Italia Viva non solo non vogliono sentire nemmeno parlare di un super comitato che dovrebbe sovraintendere alla spesa di questi fondi, ma contestano anche il Piano messo nero su bianco dal Governo.
Un altro punto di attrito è rappresentato, almeno sulla carta, dalle Regioni del Sud che, spinte dal Movimento 24 Agosto di Pino Aprile chiedono che il 70% di questi fondi venga speso nel Sud. Ovviamente il Governo Conte bis dovrebbe avere programmato l’esatto contrario.
Ma se le proteste delle regioni del Sud rientreranno perché Campania e Puglia non si metteranno mai contro il PD, la posizione di Renzi è più insidiosa perché, uscendo dal Governo, Italia Viva metterebbe il crisi lo stesso Governo.
Vedremo come andrà a finire.