Sul Titanic

Le ex Province siciliane sopravvivono e i grillini si autocelebrano per uno ‘sconto’ di 10 milioni di euro!

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I parlamentari regionali grillini sono veramente incredibili. E dire che dovrebbero sapere come stanno le cose, dal momento che sono entrati per la prima volta all’Assemblea regionale siciliana nel Novembre del 2012. Ma a giudicare dal comunicato sulle ex Province siciliane sembra che siano arrivati dalla Luna… Le ripetute denunce del vice presidente dell’ANCI Sicilia, Paolo Amenta

Cosa succede in politica quando alla carente conoscenza dei fatti si unisce la voglia di visibilità? Quello che adesso vi raccontiamo.

Partiamo dal un comunicato firmato dai parlamentari del Movimento 5 Stelle all’Assemblea regionale siciliana:

“L’approvazione in commissione Bilancio della Camera dei Deputati di un emendamento del nostro collega Paolo Ficara, sostenuto dalla delegazione siciliana M5S in Parlamento, che abbatte di 10 milioni di euro il prelievo forzoso per le ex Province siciliane, rappresenta una grande boccata d’ossigeno per questi enti che ancora svolgono importanti funzioni”.

“In questo modo – dicono i portavoce M5S a palazzo dei Normanni – si riduce ulteriormente il contributo alla finanza pubblica, cosa che ha portato a gravissimi problemi di cassa per loro, limitandone l’operatività in settori nevralgici come strade e scuole. Ai nostri colleghi a Montecitorio va il nostro plauso”.

Leggendo questo comunicato verrebbe da pensare: ma come sono bravi questi parlamentari nazionali grillini che si ricordano della Sicilia? Ora finalmente le Province siciliane – alle quali hanno cambiato nome lasciandole con i soldi giusti giusti per pagare i circa 6 mila dipendenti (che ormai dovrebbero essere un po’ meno) – si potranno finalmente occupare delle strade provinciali della nostra Isola, che in buona parte cadono a pezzi, e della manutenzione degli edifici dove hanno sede licei e scuole superiori.

Tutto a posto, allora e bravi i parlamentari nazionali grillini e altrettanto bravi i parlamentari regionali – sempre grillini – che ne celebrano le ‘gesta’?

No, tutto fuori posto. Vediamo come stanno le cose.

Fino a prima dell’arrivo del Governo nazionale di Matteo Renzi le nove Province siciliane stavano benissimo. Ricordiamo che le Province sono enti a finanza derivata: non hanno proprie entrate e vanno avanti con i fondi dello Stato e, in Sicilia, anche con i fondi della Regione.

In più le Province siciliane avevano un’entrata speciale: i fondi dei libretti di circolazione delle automobili.

Come sicuramente saprete, le rate del debito pubblico italiano – da 80 a 90 miliardi di euro all’anno – le hanno chiamate “Fondi per il risanamento dei conti pubblici”. E lo Stato fa pagare il conto alle Regioni e alle Province.

In Italia la Regione che, in proporzione al numero dagli abitanti, paga di più è la Sicilia: ancora oggi, ogni anno, dal Bilancio della Regione siciliana lo Stato si prende un miliardi e 100 milioni di euro all’anno. La conferma che, per lo Stato italiano la Sicilia è “l’ultima delle colonie”. 

Nel 2015 il Governo Renzi e il PD, non contenti di scippare alla Regione siciliana un miliardi e 300 milioni di euro all’anno (tanto era il prelievo forzoso a carico della Regione siciliana nel 2015), hanno deciso di applicare un prelievo forzoso anche alle nove Province siciliane.

Fino a un anno fa il prelievo forzoso a carico delle Province era pari a 230 milioni di euro all’anno. Dopo proteste durissime lo Stato ha ridotto il prelievo forzoso alle Province siciliane di 80 miliardi.

Fino ad oggi il prelievo forzoso a carico delle Province siciliane è stato pari a circa 150 milioni di euro all’anno. Con la “boccata di ossigeno”, come la chiamano i parlamentari grillini dell’Ars, lo Stato invece di scippare alle Province siciliane 150 milioni di euro all’anno gliene scipperà 140.

Ma questo ‘sconto’ di 10 milioni di euro dallo scippo che ancora continua servirà alle nove Province siciliane per sopravvivere, non certo per occuparsi della manutenzione delle strade provinciali e degli edifici scolastici!

Nel 2017, alle elezioni regionali, i siciliani hanno eletto 20 deputati del Movimento 5 Stelle al Parlamento siciliano, forza politica più votata nell’Isola.

Alle elezioni politiche del Marzo 2018 i siciliani hanno replicato, confermando il Movimento 5 Stelle primo partito in Sicilia, mandando a Roma un gran numero di deputati e senatori.

La prima domanda è: cosa hanno fatto fino ad ora i parlamentari nazionali e regionali siciliani del Movimento 5 Stelle per la Sicilia? Lo ‘sconto’ di 10 milioni di euro alle nove Province siciliane? O l’avvio delle tratte sociali nell’aeroporto di Trapani in un momento storico in cui, causa pandemia, il numero di voli è calato dell’80% circa?

La seconda domanda è: cosa fanno, oggi, le Province siciliane pomposamente ribattezzate Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina e Consorzi di Comuni per le restanti sei? Non si occupano della manutenzione delle strade, non si occupano della manutenzione degli edifici scolastici: non per mancanza di volontà, ma perché le tengono con i soldi contati per pagare il personale.

Queste cose noi le scriviamo dal 2016. Denunce che il vice presidente dell’ANCI Sicilia, Paolo Amenta, ha più volte ribadito. Se cercate su I Nuovi Vespri troverete decine di articoli sulla crisi finanziaria delle ex Province siciliane (qui potete leggere un articolo con l’intervista a Paolo Amenta). In questa intervista di oltre un anno e mezzo fa chiedevano ad Amenta:

Ma allora, in questi cinque anni, cosa hanno fatto i circa 6 mila dipendenti delle Province siciliane?

“Questa è una bella domanda – ha ha detto Amenta -. Se non hanno potuto lavorare, se le strade provinciali sono state abbandonate, se non si sono potuti occupare della manutenzione degli edifici scolastici e via continuando con le competenze che – come ho ricordato, la legge assegna alle Province riformate (legge nazionale Delrio) – la responsabilità non è certo del personale. Anche se un problema erariale, a mio modesto avviso, si potrebbe configurare”.

Di fatto, la Regione, i Comuni e le Province siciliane continuano ad essere penalizzate. E continuano ad essere penalizzati i cittadini siciliani.

E cosa fanno i parlamentari regionali grillini? Un comunicato per celebrare lo ‘sconto’ di 10 milioni di euro all’anno alle Province. Ma per favore!

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