Una bufera giudiziaria si è abbattuta su Tortorici, Comune della provincia di Messina immerso nel verde del Parco dei Nebrodi. Abbiamo chiesto a Carmelo Raffa – figura storica del sindacalismo bancario della Sicilia, leader della FABI isolana – che è nato a Tortorici e che conosce bene il suo paese cosa pensa di quello che sta accadendo
“Il mio paese è sano e saprà reagire”.
Così ci risponde Carmelo Raffa, leader storico della FABI siciliana. Questa volta, con lui, non parleremo di banche e di economia, ma del suo paese – Tortorici – che in questi giorni è nell’occhio del ciclone.
Tortorici, uno splendido Comune immerso nel verde del Parco dei Nebrodi, è tornato agli onori delle cronache perché il Governo nazionale – per la precisione il Ministero degli Interni – ha deciso di sciogliere il Consiglio comunale per mafia. Per i prossimi diciotto mesi il Comune sarà amministrato da commissari.
Si legge in una nota di Palazzo Chigi, sede della Presidenza del Consiglio dei Ministri:
“Tenuto conto che, all’esito di approfonditi accertamenti, sono emerse forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata che compromettono il buon andamento dell’azione amministrativa, ha deliberato lo scioglimento del Consiglio comunale di Tortorici a norma dell’articolo 143 del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali (decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267), affidandone la gestione a una Commissione straordinaria per un periodo di diciotto mesi”.
Noi ci siamo già occupati di Tortorici quando, nel Gennaio scorso, è stato arrestato il sindaco di questo Comune, Emanuele Galati Sardo. Allora ce ne siamo occupati proprio con un articolo di Carmelo Raffa. Che oggi abbiamo rintracciato per raccogliere un suo commento:
“Sono molto rammaricato – ci dice – per le pessime notizie che arrivano dal mio paese. Il Governo nazionale, per fare ciò avrà avuto, forse, buone ragioni. Il mio paese è sano e saprà reagire. Detto questo, la notizia non può essere accolta con allegria dalla maggioranza della popolazione onesta e per bene di Tortorici, che vanta una gloriosa storia per essere stata definita in passato ‘la valle dell’ingegno’. In questo momento già estremamente difficile a causa della pandemia che ha investito il mondo – pandemia che crea sofferenza e di preoccupazione in tutti noi – non occorreva certo un’ulteriore tegola in testa ai cittadini del mio paese”.
“Confido nell’azione della Magistratura – aggiunge Carmelo Raffa -. E mi auguro che questa vicenda si concluda con sentenze assolutorie. Se così sarà, verrebbe rimosso dal Comune di Tortorici il marchio infame deliberato dal Governo Conte. Nel contempo mi sento vicino alla popolazione di Tortorici. Ripeto: mi auguro che il ‘fattaccio’ svanisca in una bolla di sapone. Auspico in oltre che nel paese cessino le tensioni politiche e ci si lavori tutti nell’interesse di Tortorici e dei suoi abitanti”.
Molto legato al paese dov’è nato, Carmelo Raffa, lo scorso Gennaio, in occasione della bufera giudiziaria che si era abbattuta sul Comune scriveva:
“Tortorici è il mio paese natio e non me ne vergogno. Nel mondo esistono Persone buone e Persone cattive, ma non è lecito a nessuno fare di tutta l’erba un fascio. Abbiamo letto sui vari quotidiani delle decine di arresti e centinaia di inchieste che hanno colpito tanti cittadini dei Nebrodi e, in particolare modo, della gloriosa città di Tortorici che nel passato veniva denominata ‘La valle dell’ingegno’. Onore va dato ai Magistrati e alle Forze dell’ordine che operano per il
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