Eravamo fermi all’allarme dei vaccini contro il Covid-19 per chi soffre di allergie nel Regno Unito e all’operatrice sanitaria dell’Alaska finita in rianimazione. Ora arrivano altre novità: una persona su due potrebbe provare mal di testa, febbre e brividi. Però dobbiamo stare tranquilli…
Allora, ci sono problemi con il vaccino contro il Covid-19? A quanto pare sì: e sono problemi che non riguardano solo i soggetti che soffrono di allergie. A quanto pare il 50% di chi si vaccina potrebbe subire reazioni.
Scrive Il Giornale:
“A pochi giorni dal via della campagna vaccinale con le dosi della Pfizer-BioNtech, arrivano le prime notizie di forti reazioni allergiche e addirittura il 50% dei pazienti sarebbe a rischio”.
E ancora:
“Una persona su due potrebbe provare mal di testa, febbre e brividi: è quanto accade subito dopo la somministrazione del vaccino targato Pzifer-BioNtech, già in uso nel Regno Unito ed approvato l’11 dicembre dall’Fda americana per uso emergenziale”.
Non sono proprio notizia tranquillizzanti. Si sa già – notizia arrivata dal Regno Unito – che le persone che soffrono di allergie debbono state molto attente. Ora, mentre in Europa si aspetta il sì dell’Ema (l’Agenzia europea per i medicinali) arrivano altre notizie non esattamente esaltanti.
Il Giornale cita quanto ha dichiarato al quotidiano La Stampa Guido Forni, Professore ordinario di Immunologia all’Università di Torino ed accademico dei Lincei
“Il Pfizer è molto reattogenico, cioè induce reazioni più forti dei vaccini soliti: la metà delle persone, in particolare giovani, prova mal di testa, febbre e brividi, che però si risolvono in 24 ore. E’ importante raccontare questi dettagli per preparare la popolazione ed evitare paure inutili”.
Insomma: il 50% delle persone che si vaccinano a rischio reazioni non è che, ‘forse’, una percentuale è un po’ alta? Siamo così sicuri che chi nutre perplessità su questo vaccino prodotto in quattro e quattr’otto (fa pure rima) si convincerà?
Leggiamo sempre sul Il Giornale che “bisogna sapere che per il giorno dopo non vanno presi impegni importanti”. Anche questo è un messaggio molto, ma molto incoraggiante…
Il fatto è, ci dicono, che noi siamo abituati troppo bene, a vaccini iperstudiati come l’antinfluenzale, che non dà problemi. E quindi che fa ci dobbiamo abituare ai vaccini che danno reazioni nel 50% dei casi, a prescindere da chi soffre di allergie? Accussi finiu?
“La corsa contro il tempo per preparare, testare e mettere in commercio un farmaco che possa bloccare la pandemia da Coronavirus – leggiamo sempre su Il Giornale – mostra già i primi effetti negativi. Il Prof. Forni tende a rassicurare sottolineando come siano disturbi leggeri e passeggeri che indicano la reazione particolare di questo tipo di vaccino”.
“Nel caso di persone allergiche le reazioni possono essere più intense”, leggiamo sempre nell’articolo. E questo già lo sappiamo:
“Il NYTimes riferisce che un’operatrice sanitaria vaccinata negli Stati Uniti ha sviluppato reazioni allergiche quali rash cutanie, tachicardia e crisi respiratoria ed è stata ricoverata in terapia intensiva. Le sue condizioni sono tutt’ora stabili”. E anche questa notizia è nota.
Per ora il caso dell’operatrice sanitaria è isolato. Si sa che le reazioni pesanti si verificano pochi minuti dopo la somministrazione del vaccino. A questo punto possiamo dare per scontato che la somministrazione di questi vaccini avverrà nei luoghi attrezzati per fronteggiare eventuali problemi? In realtà, Il Giornale si chiede:
“Sarà, ma quando inizieranno le vaccinazioni di massa nelle palestre o in apposite aree non spedalizzate e qualche paziente dovesse stare male, cosa potrebbe accadere?”.
“Il 27 dicembre – leggiamo sempre nell’articolo – dovrebbe cominciare ad essere in uso anche in Italia che ha prenotato un totale di 20 milioni di dosi ma, nella fase iniziale, ne saranno disponibili 1,9 milioni. Le prime notizie, però, non sono affatto confortanti se addirittura il 50% dei vaccinati si sentirà poco bene”.
Anche questa è una bella notizia…
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