Anche Costantino Guzzo, sindacalista del SIFUS CONFALI, non nasconde la delusione e l’amarezza per il servizio di Report andato in onda ieri. C’è stata la ‘zampata’ sulla CISL, certo. Ma forse sulla Formazione professionale siciliana sarebbe stato istruttivo ascoltare qualcosa in più
da Costantino Guzzo
segretario del SIFUS CONFALI
riceviamo e pubblichiamo
In una sola oretta i defunti padri del sindacato democratico italiano hanno visto andare in malora, per non dire altro, tutta la loro storia, i loro sacrifici, le loro battaglie. I fondatori hanno lasciato un’eredità fondativa, un’antropologia, un linguaggio, uno stile virtuoso di abnegazione e di servizio. Per questo erano uomini di cultura anche se disadorni di titoli di studio, vestiti di marca o scorte di polizia.
Il loro linguaggio era franco, leale, corretto, limpido e specchiato: lo sguardo di chi nell’azione ci metteva la faccia, le idee e i valori.
Nello scolorito servizio televisivo mandato in onda ieri sera da Report si evince che tutta questa storia sindacale è persa, acqua passata, idealità smarrita. Nel confronto con questo passato austero ma identitario, il sindacato ne esce svilito: omertà, interessi personali, carriere, sistemi ma soprattutto ne vien fuori un mondo “altro”, lontano, un mondo che fugge, che teme il confronto, che cela, che intriga, che trama.
Altro che il sindacalismo sincero e bonario e corretto del ” tutto chiaro e in faccia”…
Un tempo il sindacato fraternizzava e faceva le stesse lotte di giustizia del giornalismo d’inchiesta, oggi scappa dai microfoni e si protegge in quelle che furono le sue piazze con scorte e tutti i segni del novello potentato. Dove sono gli onesti e buoni come il pane (il pane onesto), sindacalisti di cui Danilo Dolci e Aldo Capitini ricordano la vita esemplare nei loro scritti!
Chi scrive ringrazia Report per aver dato voce al proprio dramma; ringrazia perché ha avuto il coraggio di bucare il muro di gomma dell’informazione che oggi nega agli ultimi voce e visibilità. Grazie ancora, un grazie con qualche rammarico, anzi, diciamola tutta, con tanti rammarichi.
Il rammarico che dire la verità fa paura o almeno intimidisce e fa balbettare.
Con molta serietà e capacità documentale abbiamo indicato alla redazione di Report fatti lesivi dei diritti di migliaia di lavoratori ma anche di centinaia di tesserati sindacali CISL che hanno avuta compromessa la loro vita lavorativa proprio dal loro sindacato che avrebbe dovuto difenderla (un tempo anche con la vita).
Iscritti e lavoratori CISL che hanno visto disconoscere e disattendere il loro Contratto di categoria dallo stesso loro sindacato che lo aveva firmato. Una legge di garanzia, la legge regionale n. 25 del 1993, profanata, disattesa, annullata proprio da volontà sindacali che, invece, erano state elette, nominate, scelte per difendere e custodire la dignità di ogni singolo lavoratore. E quale vergogna nell’osservare che, invece, la stessa norma di legge viene utilizzata a favore dei propri cari e dei propri “inservienti”.
Di chiaro e limpido nel sistema c’è forse solo l’acqua minerale sui tavoli dei congressi sindacali.
L’accesso alla Cassa integrazione per il settore Formazione era lecito? Era lecito il fallimento di Enti senza scopo di lucro? Perdonate la chiarezza, ma abbiamo visto balbettare Report…c’erano argomenti molto seri da trattare sul senso della rappresentanza, della connivenza istituzionale, di quella terra di mezzo della compiacenza, dell’interesse, del tacito accordo.
È scandaloso fregare gli interessi di centinaia di operai metalmeccanici piemontesi o campani ma è molto più grave e immorale fregare migliaia di lavoratori della Formazione professionale siciliana in difficoltà!
Ha il gusto del ridicolo, del mal fatto, del nauseabondo vedere passaggi di proprietà, accordi, cessioni tra le solite consorterie politiche, sindacali, familistiche a danno di lavoratori che si tenta pur anche di asservire.
Report ha messo in chiaro qualche fatto singolo esplicitandolo: bene, ma a noi interessa gridare e documentare di quale malattia muore il sindacato nei tempi della globalizzazione. E col sindacato muore la rappresentanza, la rappresentazione del sistema della giustizia sociale e del buon governo.
Ci auguriamo che tutte le violazioni da noi indicate alla redazione di Report trovino l’interesse della Magistratura ed anche della vigilanza del Ministero del Lavoro. Non si lascino impuniti quei sindacalisti e, con loro, quegli amministratori pubblici che hanno utilizzato il sistema della Formazione professionale per fame di potere, interesse personale e arroganza narcisistica.
Report e con esso il sistema dell’ informazione pubblica colga in questa esperienza le motivazioni etiche ed identitarie del lavoro a servizio della gente: forse non è necessario ricordarlo ma “repetita iuvant” (le cose ripetute aiutano nella ricerca della verità).