J'Accuse

La battaglia legale nelle elezioni americane: fa paura il silenzio stampa in Italia!

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E’ in questi momenti, nei momenti in cui servono coraggio, determinazione, amore per la verità e anticonformismo che l’Italia repubblicana dà il meglio di sé…

di Massimo Costa

Qualunque cosa decidesse la Corte Suprema USA non mi scandalizzerò più di tanto. Capisco che a quel livello la decisione diventa politica, non può che essere tale.

È un’altra cosa che mi scandalizza, ma davvero tanto: il SILENZIO STAMPA ASSOLUTO IN ITALIA SULLA VICENDA.

Riepiloghiamo.

Abbiamo non più Trump, o i militari guidati dal Generale Flinn, ma ben 18 Stati su 50 (più uno, l’Ohio, che ha assunto una posizione interlocutoria ma comunque critica) che hanno contestato i risultati “ufficiali” in 4 swinging states. Dall’altro lato hanno fatto atto di “Costituzione e Comparsa” 20 Stati democratici per resistere alla pretesa del Texas, che chiede in via principale che siano gli Stati a nominare i grandi elettori e in via subordinata che gli elettori non siano assegnati (rinviando così la decisione al Congresso che voterebbe per Stato).

Pochissimi stati non hanno preso posizione, quasi tutti repubblicani peraltro, tranne l’Iowa democratico. Tra questi, pur appoggiando moralmente l’azione legale, l’Alaska non si è inserita solo perché “non ha avuto il tempo di istruire l’insinuazione”.

Insomma! Siamo di fronte alla PEGGIORE FRATTURA ISTITUZIONALE DAI TEMPI DELLA GUERRA DI SECESSIONE, e nessuno dice una benemerita cippa tra i nostri pennivendoli! Faccio salvi i veri giornalisti alla Giulio Ambrosetti naturalmente, ma il mainstream… E questo mi fa semplicemente paura.

Non gli esiti della controversia, pure importantissimi per il nostro futuro, ma la “creazione a tavolino” della realtà di cui dobbiamo parlare. Con i giornalisti muti siamo tutti più a rischio.

Poi dice che non è vero che siamo in un regime totalitario…

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