Non è vero che nelle scuole la situazione relativa ai contagi è sotto controllo. E non è vero che nelle scuole ci si infetta solo a causa del caos trasporti. In questo comunicato del sindacato ANIEF viene fuori uno scenario diverso. Insomma, le regioni Campania e Puglia forse non hanno sbagliato a chiudere le scuole. Sono poco convincenti, invece, le tesi della Ministra Azzolina
Pubblica istruzione, Lucia Azzolina, che diceva che nelle scuole, sul fronte dei contagi la situazione era sotto controllo? Il quotidiano Il Tempo ha scritto il contrario, la Ministra ha replicato (in verità in modo un po’ debole). Ora interviene con un comunicato del sindacato ANIEF, con un comunicato sul Piemonte:
“Contagi, in Piemonte dati allarmanti. ANIEF: necessario intervenire immediatamente”.
“La pubblicazione dei dati dei contagi nelle scuole del Piemonte – leggiamo nel comunicato – ha evidenziato che il personale docente e Ata della scuola corre un rischio fino a quattro volte maggiore della popolazione generale di contrarre il virus. L’incidenza è massima tra il personale della scuola all’infanzia, seguono medie e primaria con una probabilità di contagio tra due e tre volte quella degli altri piemontesi. Funziona invece la DaD alle superiori, con un’incidenza inferiore a quella generale”.
Per Marco Giordano, del sindacato ANIEF Piemonte, i dati sono “insostenibili, soprattutto se consideriamo che ci avviciniamo ai mesi di Gennaio e Febbraio, che potrebbero essere i peggiori. Necessario rivedere profondamente i protocolli oppure si dovrà valutare la sospensione delle lezioni in presenza in tutte le scuole”.
“I dati sui contagi a scuola del Piemonte sono allarmanti – prosegue il comunicato -. Docenti e personale Ata delle scuole dell’infanzia hanno una probabilità quattro volte maggiore degli altri piemontesi di essere contagiati dal Sars-Cov-2, quelli delle medie e della primaria da due a quasi tre volte più della popolazione generale. In controtendenza solo le superiori, dove il personale corre un rischio leggermente inferiore rispetto al resto della popolazione di ammalarsi di Covid-19”.
“Questi dati – commenta Marco Giordano, presidente regionale ANIEFV Piemonte – confermano che la decisione di riattivare la didattica digitale ha funzionato, ma ci dicono anche purtroppo che la scuola in presenza non è sicura come dovrebbe. Conosciamo perfettamente le difficoltà della didattica a distanza, specie per gli alunni più piccoli. Per questo abbiamo sottoscritto il contratto integrativo sulla didattica digitale. Ma non possiamo consentire che il personale docente e Ata della scuola paghi un prezzo così alto”.
“Sul fronte degli studenti – leggiamo ancora nel comunicato – i dati confermano una marcata tendenza degli alunni più piccoli a infettarsi meno della popolazione generale, dato che secondo il ricercatore dell’università di Torino, Alessandro Ferretti, potrebbe essere legato alla maggior incidenza dei casi di asintomaticità tra i più giovani. Ma l’assenza di sintomi, come è noto, non impedisce comunque la trasmissione del virus. L’andamento inversamente proporzionale dei contagi tra personale scolastico e alunni all’infanzia e alla primaria, quindi, potrebbe spiegare in che modo avvengano i contagi a scuola”.
“Pochi giorni fa il presidente della giunta regionale del Piemonte, Alberto Cirio, aveva incontrato ANIEF e gli altri sindacati della scuola per fornire spiegazioni sulla decisione di tenere ancora a casa in DaD gli studenti scuole medie, nonostante il passaggio della Regione da zona rossa ad arancione. In quell’occasione ANIEF aveva già evidenziato che senza numeri chiari diventa incomprensibile la scelta di sospendere la didattica in presenza per alcune scuole e lasciarla attiva in altre”.
“Oggi – leggiamo ancora nel comunicato dell’ANIEF – arriva la conferma che i numeri spingono verso la necessità di rivedere profondamente i protocolli, a partire dal tipo di mascherine di cui vengono dotati docenti, personale Ata e studenti quotidianamente. Non a caso, ANIEF insiste da settimane sulla necessità di introdurre le FFP2, soprattutto all’infanzia dove i piccoli alunni sono esonerati dall’obbligo di indossare dispositivi di protezione. Ma non basta: se vogliamo tenere le scuole aperte, serve soprattutto uno screening costante di studenti e personale scolastico con i tamponi rapidi, da ripetere ciclicamente per individuare e isolare gli asintomatici in modo tempestivo. Un impegno enorme, senza dubbio, ma non ci sono alternative a fronte dei dati pubblicati. Di certo serve, però, un significativo salto di qualità sui controlli a scuola rispetto alle modalità blande adottate fino ad oggi, specie per il personale docente”.
“Se davvero vogliamo far rientrare gli studenti delle superiori e delle medie dopo la pausa natalizia e innalzare il livello di sicurezza all’infanzia e alla primaria – conclude Giordano – non basta solo potenziare i trasporti ma è necessario rivedere profondamente i protocolli. In caso contrario si dovrà valutare la sospensione delle lezioni in presenza in tutte le scuole. Di certo non possiamo permettere che il personale scolastico corra rischi così alti mentre svolge il proprio lavoro”.
Nei giorni scorso il quotidiano Il Tempo non ha lesinato critiche alla Ministra Azzolina. Polemica ripresa dal quotidiano LA TECNICA DELLA SCUOLA:
“Il tutto nasce dalle informazioni diffuse da Wired, di cui abbiamo già parlato, di rielaborazione dei dati ricevuti, dopo richiesta di accesso generalizzato (FOIA), direttamente dal MI. Si trattava dei dati trasmessi al Ministero dai dirigenti scolastici tramite l’apposita rilevazione settimanale. La situazione rilevata al 31 ottobre parlava di circa 65.000 (per l’esattezza 64.980) positivi segnalati da poco più di un terzo delle istituzioni scolastiche italiane. La situazione rilevata al 31 ottobre parlava di circa 65.000 (per l’esattezza 64.980) positivi segnalati da poco più di un terzo delle istituzioni scolastiche italiane. È a questi dati che Il Tempo si riferisce, accusando la Ministra di non averli divulgati a chi di dovere, tanto che anche il coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Agostino Miozzo, interrogato in Commissione Cultura alla Camera, ha dichiarato di non esserne a conoscenza”.
Non manca la replica della Ministero che, sempre su LA TECNICA DELLA SCUOLA, fa sapere che le accuse de Il Tempo sono “gravissime e false”.
“Nessun dato è stato mai nascosto – leggiamo sempre su LA TECNICA DELLA SCUOLA che riporta la replica del Ministero -. Le informazioni sui contagi in ambito scolastico, raccolte grazie alla proficua collaborazione dei dirigenti scolastici, sono state sempre fornite puntualmente, di settimana in settimana, all’Istituto Superiore di Sanità, per le opportune valutazioni e per il loro utilizzo. Una condivisione delle informazioni segnalata anche attraverso comunicati stampa ufficiali del Ministero dell’Istruzione, evidentemente sfuggiti all’analisi de Il Tempo. Come noto, la raccolta di dati relativi ai contagi, di qualsiasi ambito, compete alle autorità sanitarie. Il lavoro portato avanti dal Ministero dell’Istruzione ha fornito un supporto ulteriore all’analisi della situazione epidemiologica del settore scolastico, anche nel momento in cui le Asl sono andate più in difficoltà con le operazioni di archiviazione e categorizzazione dei dati. Si ricorda, infine, che l’analisi epidemiologica dovrebbe essere sempre svolta con la massima cautela e affidata a esperti, per evitare di veicolare messaggi imprecisi, se non addirittura scorretti”.
Ora però c’è il comunicato dell’ANIEF sul Piemonte. Che si va ad aggiungere alla chiusura delle scuole disposta dalla Regione Campania, che lo ricordiamo ha anticipato tutti, e la chiusura delle scuole disposta dalla Regione Puglia.
Per inciso, noi de I Nuovi Vespri, già lo scorso Settembre, scrivevamo che l’apertura delle scuole, in piena pandemia, è un errore gravissimo.
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