Più va avanti la campagna di vaccinazione annunciata dal Governo nazionale di PD, Movimento 5 Stelle, Italia Viva di Renzi e Liberi e Uguali, più ci sentiamo immersi in un’atmosfera surreale di dotti, medici e sapienti…
Mentre la ‘crema’ dell’intelligenza politica italiana s’interroga sulla possibilità di obbligare gl’italiani adulti a vaccinarsi contro il Covid-19 (mandando gli esponenti delle forze dell’ordine casa per casa, accompagnati da medici e infermieri con siringhe pronte all’uso?) – idea geniale, soprattutto in assenza di dati scientifici certi su questo ‘nuovo’ vaccino – spunta un altro problema: chi ha contratto il virus si deve vaccinare?
Se esiste l’immunità al Covid-19, beh, il problema non si dovrebbe nemmeno porre. Ma se il problema si pone, allora è evidente che il Covid-19 non dà alcuna immunità: o se dà l’immunità, questa dura poco tempo. Possibile? Purtroppo sì: a quanto pare l’immunità al Covid-19, dopo aver contratto la malattia, svanisce nel giro di tre mesi.
Sapere qual è il paradosso? Che a scoprilo sono stati alcuni scienziati del Regno Unito, lo stesso Paese che sta lanciando per primo in Europa la campagna vaccinale:
Lo studio che ha dimostrato che l’immonità al Covid-19 svanisce dopo poco più di tre mesi è stato realizzato dall’Imperial College di Londra insieme a Ipsos Mori. Le due istituzioni scientifiche dal 20 Giugno al 28 Settembre “hanno seguito 365 mila persone selezionate a caso, che regolarmente si auto-testavano a casa per vedere se avevano anticorpi al COVID-19. I risultati dello studio hanno mostrato che il 6% delle persone aveva anticorpi contro il virus quando il blocco è stato allentato tra la fine di Giugno e l’inizio di Luglio; ma all’inizio della seconda ondata, a Settembre, la percentuale di quanti avevano gli anticorpi era scesa a solo il 4,4%”.
Quindi anche chi si è già ammalato di Covid-19 si dovrà vaccinare? Il tema viene affrontato da POPULAR SCIENCE dove leggiamo:
“Chi ha avuto il Covid – ha spiegato Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani di Roma – non deve vaccinarsi contro la malattia perché ha sviluppato anticorpi naturali, semmai dovrà controllare il livello di questi anticorpi. E quando questi dovessero scendere, si può riconsiderare una vaccinazione”.
Non la pensa così Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive del San Martino di Genova che sempre su POPULAR SCIENCE dice:
“Bisognerebbe vaccinare sia chi non ha mai fatto l’infezione da SarsCoV-2 che chi l’ha già fatta”, secondo il quale bisognerebbe vaccinare “anche chi ha già gli anticorpi, perché non si sa per quanto tempo durino”.
POPULAR SCIENCE riporta una dichiarazione all’ANSA di Carlo Signorelli, ordinario di Igiene all’ Universita’ di Parma e all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano:
“Difficile dire ora, senza i dati delle sperimentazioni, se sia opportuno o meno vaccinare anche i guariti. Non vaccinarli rischierebbe di complicare le cose invece che semplificarle”.
Il problema, secondo Carlo Signorelli, “è che per escluderli dalla vaccinazione bisogna identificarli e anche questo è un lavoro in più. Un lavoro, tra l’altro, per il quale abbiamo uno strumento, il test sierologico, che con il passare del tempo tende a non dare una risposta corretta. Abbiamo, infatti, test negativi a fronte di persone che sappiamo essere state positive”.
Ci sconvolge un po’ la notizia che leggiamo sempre su POPULAR SCIENCE:
“E sempre sul fronte vaccini arriva anche il doppio annuncio di Moderna che inizia i test sugli adolescenti tra i 12 e i 17 anni e rende noto che il vaccino avrà una copertura di almeno tre mesi dopo la seconda dose”.
Quindi si dovrebbero fare due dosi di vaccini per avere una copertura di tre mesi?
Qualcosa ci dice che la campagna vaccinale potrebbe non avere grande successo…