Il dado è tratto? Tutto lascia pensare a una possibile scissione tra i grillini. Quattro europarlamentari non lasciano il Movimento 5 Stelle senza una prospettiva politica. La riforma del MES – sulla quale si dovrebbe pronunciare il Parlamento nazionale il 9 Dicembre – ha solo accelerato un epilogo che sembra scontato
La scissione nel Movimento 5 Stelle ormai è realtà? Sembrerebbe proprio di sì. Lo strappo di queste ore di quattro europarlamentari grillini – Ignazio Corrao, Piernicola Pedicini, Rosa D’Amato e Eleonora Evi, che hanno annunciato l’uscita dal Movimento – è l’inizio di un mezzo cataclisma che sta per abbattersi sull’attuale Governo italiano. Lo scenario che il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, ha rinviato, rinviato e rinviato è arrivato al dunque: il 9 Dicembre il Parlamento italiano si dovrà pronunciare sulla riforma del MES, il Meccanismo Europeo di Stabilità: e se si andrà al voto, al Senato la riforma del MES verrà ‘bocciata’.
Va precisato che non si tratta di un Trattato internazionale per il quale occorre il sì di tutt’e 27 i Paesi della Ue. In teoria, insomma, il no dell’Italia significherebbe che il nostro Paese non accederà mai al MES. Ma il punto è proprio questo: la riforma del MES – voluta da tedeschi, olandesi e, in generale, dai Paesi del Nord Europa – è stata pensata per ‘incaprettare’ gli ignari cittadini italiani. Il No dell’Italia alla riforma del MES suonerebbe come un cappone che rifiuta di farsi fare la festa a Natale…
A voi dicono che il Recovery Fund è un’occasione storica, perché mai l’Italia ha avuto a disposizione una tale quantità di risorse finanziarie e bla bla bla. Mentono. Il Recovery Fund prevede, per l’Italia 207 miliardi di euro tra prestiti e fondo perduto. In realtà, l’Italia, in poco più di un anno, 200 miliardi li ha già presi in prestito, se è vero che, in poco più di un anno, in buona parte per fronteggiare la pandemia, il debito pubblico italiano è passato da 2 mila e 400 miliardi a 2 mila e 600 miliardi di euro.
La Ue ha ‘confezionato’ la riforma del MES perché conta, appena finita la pandemia, di cominciare a prendersi soldi e beni immobili dall’Italia, proprio come ha fatto in Grecia. E siccome li vuole in tempi stretti, ha preparato una riforma del MES che è ancora più restrittiva rispetto al ‘cappio’ che qualche anno fa ha messo al collo del popolo greco.
Fino a qualche giorno fa i partiti ‘europeisti’ che sostengono il Governo Conte – PD, renziani, Liberi e Uguali e i grillini governativi – pensavano che se una parte dei parlamentari del Movimento 5 Stelle, al Senato, avesse votato no alla riforma del MES, in soccorso sarebbe arrivato Berlusconi con i senatori di Forza Italia. I senatori berlusconiani più qualche voto raccattato qua e là avrebbero dovuto assicurare il sì del Senato alla riforma del MES.
Ma, come tutti sappiamo, qualche giorno fa, a sorpresa, Berlusconi ha annunciato il secco “No” alla riforma del MES. Morale: i voti al Senato non ci sono più e se si andrà al voto il Governo Conte bis andrà giù e potrebbe anche entrere in crisi.
Come si spiega la mossa di Berlusconi? Gli scenari – a nostro modo di vedere – potrebbero essere due.
Primo scenario: tutta la politica italiana è d’accordo sul no alla riforma del MES e quella di Berlusconi è una recita che prevede che Conte si rechi dalla signora Merkel – che è la vera ‘padrona’ del baraccone chiamato Unione europea – per dirle:
“Egregia signora Merkel, ci ho provato, ma come vede il Parlamento non ne vuole sapere…”.
E’ credibile tale interpretazione? Insomma…
C’è una seconda, possibile interpretazione. Berlusconi è un grande imprenditore ed è troppo intelligente per non capire che l’euro ha intrappolato, condizionato e penalizzato l’economia italiana. L’ex Cavaliere, però, non si è mai messo contro la Ue, che gli stritolerebbe le proprie aziende.
E allora? Non è da escludere che Berlusconi abbia fiutato un cambiamento del contesto internazionale. Contrariamente a quello che si sta cercando di far credere in mezzo mondo – Italia compresa – in America Biden non ha ancora vinto nemmeno un pacco di patatine, figuriamoci le elezioni. Al contrario, come raccontiamo da giorni, vanno emergendo brogli elettorali incredibili.
Insomma, Berlusconi potrebbe aver intuito che negli Stati Uniti d’America sta per scoppiare il finimondo e che il 14 Dicembre – giorno in cui si dovrebbero riunire i grandi elettori per eleggere il nuovi Presidente degli Stati Uniti d’America – potrebbero succedere ‘cose turche’, come si usa dire in Sicilia.
Riassumendo: quattro eurodeputati grillini hanno già lasciato il Movimento 5 Stelle: e non si può escludere che l’addio di questi quattro parlamentari europei possa essere legata alla possibile scissione dello stesso Movimento 5 Stelle. Del resto, tra i grillini, una quarantina di deputati della Camera e sedici senatori hanno annunciato il no alla riforma del MES. Berlusconi ha annunciato il no al MES. Al Senato il Governo Conte bis non ha più la maggioranza.
La baraonda che c’è in queste ore tra i grillini si trasformerà in una scissione, capeggiata magari da Alessandro Di Battista? Non lo sappiamo. Ma sappiamo che quattro europarlamentari grillini sono già andati via. Il conto alla rovescia è iniziato…
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