I vaccini non vanno demonizzati. Ma non possono nemmeno diventare i feticci innanzi ai quali inchinarsi sempre e comunque. L’idea dell’obbligo vaccinale di massa (almeno per questo tipo di infezione) è pericolosa. Il dubbio non fa mai male. Ricordiamoci che, in alcuni casi, i danni vaccinali evidenti hanno indotto la sospensione della somministrazione di alcuni vaccini
di Marco Lo Dico
veterinario, specialista in Malattie Infettive, Profilassi e Polizia Veterinaria
Mi ha attratto la querelle fra Ilaria Capua, esperta di fama mondiale nel campo della ricerca scientifica nell’ambito delle malattie infettive, e Roberto Burioni, immunologo opinionista della trasmissione “Che tempo che fa”. Il curriculum della Capua parla della sua esperienza maturata in campo e in laboratorio, quello di Burioni di quella maturata in ambito televisivo e della saggistica scientifica.
La Capua, analizzando le caratteristiche prospettate dal vaccino a mRNA nei confronti del Coronavirus, spiega che un vaccino di questo tipo protegge dalla malattia e non dall’infezione. Non serve uno scienziato per capire il motivo di questa indicazione; la logica scientifica e le conoscenze attuali supportano quanto sostiene la Capua. Il vaccino induce il sistema immunitario a produrre anticorpi nei confronti dell’antigene specifico del virus, quindi la protezione sarebbe indotta dagli anticorpi circolanti. Il soggetto vaccinato può dunque infettarsi perché gli anticorpi umorali circolanti non inibiscono al virus patogeno di adsorbirsi alle cellule nei siti di ingresso e infettare l’organismo; ovviamente la capacità di diffondere nell’organismo è limitata dalla presenza degli anticorpi vaccinali che, comunque, dovranno essere presenti a un titolo significativo e persistenti per un periodo adeguato a far superare all’organismo il ciclo epidemico.
La risposta del “divulgatore scientifico” a questa informazione della Capua fa riferimento a quanto avviene nella vaccinazione contro morbillo-parotite-rosolia. Per queste malattie i soggetti vaccinati non possono trasmettere la malattia come scrive nel suo tweet (“Gira la notizia che (in generale) i vaccinati sono protetti, ma possono trasmettere la malattia. QUESTO NON È VERO. Per morbillo, rosolia, parotite o varicella – e qui mi fermo ma la lista è lunga – chi è vaccinato non può essere infettato e NON PUÒ trasmettere la malattia).
Da un tweet non si può pretendere rigore scientifico e neanche approfondimento. Però nel tweet avrebbe meglio dovuto scrivere che:
Gira la notizia che (in generale) i vaccinati sono protetti, ma possono trasmettere la INFEZIONE …perché un vaccinato (protetto) può potenzialmente trasmettere l’infezione, non la malattia, ma la precisazione è questione di lana caprina.
Quello che appare fuorviante per un “divulgatore scientifico” è associare il vaccino mRNA in esame, con il vaccino per le malattie da lui prese ad esempio. Il termine vaccino è un termine generico, ma ogni vaccino ha caratteristiche diverse e un utilizzo specifico che lo rendono utile se usato in un modo o in un altro secondo le condizioni epidemiologiche, secondo le caratteristiche del patogeno, della malattia e dai risultati che si intendono ottenere con il suo impiego.
Il vaccino contro morbillo-parotite-rosolia (MPR) è ottenuto con virus vivi ma resi inoffensivi. La differenza è quindi enorme, i virus vivi attenuati quindi si diffondono come diffondono nell’organismo gli stipiti virulenti di campo. Nella vaccinazione (MPR) quindi la risposta dell’organismo è analoga a quella dei virus di campo sia umorale che cellulare, inducendo proprio un limite alla capacità del virus patogeno di infettare l’ospite vaccinato.
In questo confronto è evidente che non vi è un confronto scientifico, ma ideologico. Non vi è un dibattito scientifico sulla valutazione delle caratteristiche del vaccino in esame e quindi un utilizzo come strumento medico, ma la vaccinazione e la gestione della epidemia sono usati come metodi per indurre dei cambiamenti di tipo sociale su pressioni ideologiche.
Non sono un no vax… lavoro con i vaccini… ne ho fatto attività di studio… però il problema va ben oltre… credo che il problema diventi etico e comunicativo. L’obbligo da sempre induce alla reazione, allo scetticismo e al desiderio di trasgredire. Credo che sia compito del medico scegliere se e chi vaccinare… se e a chi proporre un vaccino più che un altro, secondo le condizioni mediche del paziente e secondo il tipo di malattia e secondo le caratteristiche del prodotto immunizzante.
D’altra parte, la guida per un medico è quella di seguire SCIENZA E COSCIENZA… .quindi ad animare l’attività del medico non deve essere solo la scienza o solo la coscienza, ma entrambe; vincolare l’attività medica a esecuzioni obbligatorie limita il suo dovere ad agire “anche” secondo coscienza. Credo che spetti al medico informarsi e fare opera di informazione… Credo che allo Stato debba essere dato il compito di sensibilizzare e offrire strumenti comunicativi e informativi.
È vero, esiste l’esperienza di successo della vaccinazione contro il vaiolo e contro la poliomielite, ma i vaccini avevano caratteristiche determinate e la mortalità e le conseguenze debilitanti delle malattie indotte incidevano individualmente e socialmente. La campagna vaccinale nel caso del vaiolo ha consentito l’eradicazione del virus (primo nella storia medica ad essere scomparso per l’azione vaccinale). Ma parallelamente a questi successi medici e dei vaccini ci sono esperienze opposte: in alcuni casi i danni vaccinali evidenti hanno indotto la sospensione della somministrazione di alcuni vaccini.
Quindi io ci andrei cauto con la demonizzazione del vaccino, ma altrettanto cauto con la magnificazione del vaccino. Il vaccino sembra quasi essere un feticcio cui inchinarsi sempre e comunque e lo scetticismo o la cautela divengono marchi a fuoco per essere definiti terrapiattisti.
Pur non volendo entrare nel tecnico e nello specifico, preciso che la Capua nel link allegato al commento prospetta quello che vorrei evidenziare. L’idea dell’obbligo vaccinale di massa (almeno per questo tipo di infezione) è pericolosa. Il medico deve agire secondo scienza e coscienza e il paziente deve avere la libertà di cura e semmai deve avere l’obbligo morale di documentarsi e lo Stato l’obbligo di informare. L’eventuale scelta di obbligo per questo vaccino (volendo trascurare i problemi sulla sicurezza) non deve essere strumentale e ipocritamente essere rappresentata con la volontà di salvaguardare la salute dei più deboli e fragili (anziani con più patologie, immunodepressi, allergici…) perché in questo caso così non sarebbe. Questo tipo di vaccino indurrebbe protezione negli individui abili alla vaccinazione (sani, giovani e soggetti a rischio…) categorie di soggetti che già sono in grado di superare l’infezione di campo.
Questi soggetti vaccinati non sarebbero protetti dall’infezione, ma dalla malattia. Solo in pochi casi nella Storia della “vaccinologia” il vaccino ha avuto la capacità di proteggere dall’infezione e divenire un limite alla diffusione del virus nella popolazione. Il soggetto vaccinato con questi vaccini sarebbe comunque soggetto ad infettarsi non ammalando, ma divenendo potenzialmente veicolo dell’infezione. La riduzione della carica virale circolante è comunque un successo, ma non per le categorie fragili che si intenderebbe difendere con la vaccinazione di massa per l’induzione di una immunità di gregge.
Quindi quello che verrebbe spacciato come un compromesso per il rispetto della vita dei più fragili e per il ritorno ad una vita normale, nella realtà si potrebbe rivelare una scelta opposta a quella rappresentata. Una popolazione sana, protetta per continuare ad adempiere al ciclo economico e alle esigenze di mercato: ma cinicamente risulta essere una scelta spietata nei confronti proprio di coloro che si intenderebbero proteggere, che si troveranno a vivere in un ambiente dove il virus circola convivendo liberamente con la popolazione protetta.
La convivenza del virus con l’ospite potrebbe anche avere un altro effetto, quello di favorire la mutazione del virus e la necessità ciclica di riallestire vaccini stagionali come nell’influenza, ma esponendo sempre la popolazione fragile a vivere nell’incubo o a essere “selezionata” dai cicli epidemici.
Prescindendo se questo sia o meno il caso o lo scenario, è comunque uno scenario non solo possibile, ma probabile e quindi sfido chiunque a contraddire questo potenziale scenario. Ricordo anche a chi sostiene che in emergenza non si può andare per il sottile, che il primo principio della medicina che ci accompagna da secoli è la locuzione latina “ PRIMUM NON NOCERE” (per prima cosa non nuocere). Quindi nella scelta terapeutica è necessario non arrecare danno al paziente e nella scelta di un trattamento possibile, va sempre privilegiato quello che ha meno controindicazioni. La Scienza è al servizio dell’Umanità, ma non può essere strumento di fede.
Che la terra fosse piatta era nozione proposta dal mondo scientifico e non da complottisti, che fosse il Sole a girare attorno alla Terra e non il contrario era evidenza del mondo scientifico e non suggestione di complottisti, che la vita nascesse seguendo la teoria della germinazione spontanea era supportata da famosi scienziati e da evidenze scientifiche. La medicina è fra le scienze la meno esatta e quella che nei secoli ha subito radicali revisioni in diverse circostanze.
Questo però non deve spingere a essere possibilisti e scettici su tutto sempre e comunque, perché l’esperienza e il rigore scientifico hanno comunque indotto dei salti qualitativi all’Umanità. I fenomeni fisici e biologici sono precisi, è la interpretazione umana che spesso può essere fallace anche davanti a evidenze; lo scienziato quindi per essere tale deve vivere di incertezze e di dubbi, per potere offrire la migliore possibile delle interpretazioni dei fenomeni. Gli scienziati, gli esperti o i ricercatori che vivono solo di certezze e offrono solo certezze a me lasciano il dubbio!
Quindi i fanatici dei patentini o dell’obbligo vaccinale dovrebbero meglio approfondire il tema o ci sarebbe da ipotizzare una malafede o una scelta lucida in certe dinamiche che troppo spesso si subiscono perché condizionati da un bombardamento mediatico e non da approfondimento personale.
Foto tratta da The Social Post
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