La nostra non è solo ironia: in alcuni Paesi del Nord Europa – Germania e Nord della Francia – non solo possono utilizzare lo zucchero per produrre vino, ma non sono nemmeno obbligati a comunicarlo ai consumatori nell’etichetta. Questa è una delle tante ingiustizia dell’Unione europea dell’euro
Prima o poi doveva succedere: ed è successo. E’ successo che in Sicilia – per la precisione a Partinico – qualcuno ha pensato bene di produrre il vino con lo zucchero invece che con l’uva. Qual è il problema? Semplice: che l’Unione europea ha autorizzato Germania e Francia del Nord (e anche il Regno Unito che ormai non fa più parte della Ue) a utilizzare lo zucchero per produrre vino (che da quelle parti è zucchero prodotto dalla barbabietola), mentre lo ha vietato a Italia, Spagna, Portogallo, Grecia e Francia del Sud, creando, così, un’odiosa disparità di trattamento.
Un’ingiustizia doppia, perché Germania e Francia del Nord non hanno l’obbligo di scrivere nell’etichetta che il loro vino è prodotto con l’aggiunta di saccarosio. Il solito imbroglio dell’Unione europea dell’euro, tipo la scritta sui pacchi di pasta, a proposito del grano utilizzato:
“Pasta prodotta con grano Ue” o “Pasta prodotta con grano non-Ue”: formula che serve per nascondere ai consumatori l’origine del grano e, soprattutto, per non fargli sapere se – per esempio – il grano arriva da Paesi dove lo stesso grano viene fatto maturare artificialmente con il glifosato!
Sulla vicenda del vino interviene l’europarlamentare Ignazio Corrao:
“Esprimo il mio plauso ai finanzieri della compagnia di Partinico e del Nucleo metropolitano di Palermo per l’operazione che ha permesso di sequestrare una casa vinicola del Palermitano che sofisticava il vino con lo zucchero per la fermentazione. Da tempo ho sollevato con atti istituzionali la necessità di bandire la pratica dello zuccheraggio del vino a tutela dei nostri prodotti e dei nostri produttori”.
Che poi aggiunge:
“Pratiche sleali come quella scoperta dalle Fiamme gialle di Partinico potrebbero essere ancora più diffuse e consentite dall’entrata in vigore del nuovo OCM, votato nello stesso giorno della nuova PAC, che di fatto continuerà a consentire ad alcuni Paesi UE di produrre vino, non solo con lo zucchero anziché con il mosto concentrato, ma anche vino ‘analcolico’, alimentando di fatto una concorrenza sleale ai produttori di vino vero”.
Quindi non siamo i soli a sottolineare che nell’Unione europea, con il vino, ci sono due pesi e due misure.
Resta da chiarire un punto: oggi l’uva da vino si acquista a un prezzo molto basso: vinificando con il saccarosio c’è tutto questo margine di guadagno? Qualcosa ci sfugge.
Si racconta che a Sciacca, tanti anni fa, un produttore di vino disse al figlio:
“Ricordati che il vino si può fare anche con l’uva…”.
Chissà se in Germania e nella Francia del Nord e, soprattutto, a Bruxelles se lo ricordano…
Foto tratta da Civiltà del bere