Dietro lo stallo del Recovery Fund c’è lo zampino dei tedeschi che, utilizzando il Parlamento europeo, vorrebbero convincere Ungheria e Polonia a prendersi la stragrande maggioranza dei profughi imprigionati sul confine fra la Turchia e l’Europa orientale. Il “rispetto dei diritti umani” è solo una scusa per evitare che milioni di profughi siriani invadano la Germania. La nostra sensazione è che il Parlamento europeo sia finito in un vicolo cieco
Egregio direttore,
può raccontare perché è stato bloccato il Recovery Fund? E’ vero che la responsabilità è della Polonia e dell’Ungheria? E’ vero che i ritardi nell’erogazione dei fondi sono imputabili a questi due Paesi?
Lettera firmata
A questa lettera risponde il nostro amico Economicus
di Economicus
Cominciamo col dire che l’erogazione dei fondi del Recovery Fund è in ritardo perché così h deciso la Commissione europea. Quando la scorsa Estate i Paesi dell’Unione europea hanno raggiunto un mezzo, traballante accordo ignorando il Parlamento europeo, è stato stabilito che i Paesi europei che dovrebbero usufruire di questi fondi avrebbero dovuto presentare i progetto entro il 30 Ottobre e, dopo circa tre mesi avrebbero ricevuto il 10% di anticipo.
A un certo punto la data è slittata al 31 Gennaio del prossimo anno. Perché? Con molta probabilità, perché la Commissione europea ha ignorato il Parlamento europeo, che si è messo di traverso.
In attesa che sul Recovery Fund si pronunciasse il Parlamento europeo è intervenuta una novità: alcuni Paesi europei per i quali è stato messo a punto questo fondo hanno fatto sapere a chiare lettere di non essere interessati a questo prestito.
Ricordiamo che, mentre per l’Italia, il 50% del recovery Fund è composto da contributi a fondo perduto (circa 100 miliardi), mentre altri 107 miliardi sono prestiti, per gli altri Paesi europei che dovrebbero accedere a questo fondo si tratterebbe quasi interamente di prestiti.
E siccome, in questo momento, in Europa, i tassi d’interesse sono negativi per i primi cinque anni (in pratica, non si pagano interessi), ci sono Paesi europei che ritengono sbagliato prendere in prestito i soldi del Recovery Fund pagando interessi, anche se bassi, quando invece il mercato finanziario gli offre i prestiti gratis!
A questo punto è intervenuto il Parlamento europeo che ha proposto di bloccare l’erogazione dei prestiti e, in generale, degli aiuti a Ungheria e Polonia se questi due Paesi non rispetteranno “i diritti umani”. Con molta probabilità, dietro questa richiesta di “rispetto dei diritti umani” del parlamento europeo a Ungheria e Polonia c’è lo zampino della Germania.
Proviamo a illustrare cosa c’è sotto.
Com’è a tutto noto, sulla frontiere fra la Turchia e l’Europa orientale si ammassano oltre 4 milioni di profughi siriani che vorrebbero riversarsi in Europa. Se questo non avviene è perché, già da alcuni anni, l’Unione europea paga ogni anno una barca di soldi alla Turchia di Erdogan per tenere prigionieri – perché di questo si tratta – oltre 4 milioni di profughi siriani.
Peraltro, a differenza dei migranti che l’attuale Governo italiano ha fatto arrivare dalla Tunisia la scorsa estate, che sono tutti migrati economici che, in quanto tali, dovrebbero essere rispediti in Tunisia, i migranti siriani fuggono da guerre e da una terribile carestia.
Così assistiamo a un paradosso: i migranti siriani – che hanno tutti i requisiti per essere accolti secondo le leggi internazionali in quanto persone che fuggono da guerre e carestie, rimangono imprigionati sul confine tra la Turchia e l’Europa orientale; mentre i migranti che dovrebbero essere rispediti nei Paesi di origine, in quanto migranti economici, vengono accolti in Italia, ufficialmente nel nome della ‘solidarietà’, in pratica per fare guadagnare una barca di soldi ai soliti noti, cioè ai gestori dei Centri di accoglienza.
In Italia – giusto per citare un esempio concreto – ci sono milioni di pensionati a 510 euro la mese e i Governi dicono che non ci sono i soldi per aumentare tali pensioni. Poi, però, scopriamo che ogni migrante costa all’Italia mille e 100 euro al mese! Ma attenzione: di questi mille e 100 euro al mese solo una piccola frazione va al migrante: la quota maggiore di questi mille e 100 euro al mese vanno ai titolari dei Centri di accoglienza. Succede, insomma, quello che succedeva ai tempi del Governo Renzi con Alfano Ministro.
Ma torniamo a Ungheria e Polonia. A quanto pare, la pressione dei migranti sulla frontiera fra Turchia ed Europa orientale è aumentata, perché è aumentato il numero di migranti. La Germania sa che, prima o poi, i migranti siriani riusciranno a scappare dalla Turchia. E sanno, anche, i tedeschi, che Ungheria e Polonia hanno chiuso le frontiere e non faranno entrare profughi siriani.
La storia del “rispetto dei diritti umani” che il Parlamento europeo chiede a Ungheria e Polonia è tutta qui: questi due Paesi dovrebbero accettare di farsi invadere da milioni di profughi siriani per evitare gli gli stessi profughi siriani invadano la Germania!
Ma i Governi didi Ungheria e Polonia, non solo non ne vogliono sapere di ricevere profughi siriani, non solo hanno già militarizzato le frontiere, ma stanno facendo una cosa in più: stanno cambiando le leggi per portare la Magistratura penale sotto il controllo del Governo.
Il motivo è semplice: i Governi di Ungheria e Polonia vogliono prevenire pronunciamenti della magistratura in favore dei profughi siriani. Dietro questa impostazione politica di Ungheria e Polonia ci sono milioni di ungheresi e polacchi che appoggiano questa linea di Governo: non a caso hanno dato la maggioranza a questi due Governi!
Ungheria e Polonia possono sottoporre la Magistratura al controllo del Governo? Sì! In Francia, ad esempio, la Magistratura penale è sotto il controllo del potere esecutivo. Ma per il Parlamento europeo – ‘ammaestrato’ dalla Germania – ciò che si fa da sempre in Francia non può essere fatto in Ungheria e Polonia!
Ungheria e Polonia – questo il demenziale ordine del Parlamento europeo – dovrebbero invece lasciare la Magistratura senza il controllo del Governo e, soprattutto, dovrebbero accettare di fari invadere dai profughi siriani che pressano su confine fra Turchia ed Europa orientale.
Siccome i Governi di Ungheria e Polonia hanno risposto di no, lo stesso Parlamento europeo vorrebbe bloccare le risorse del Recovery Fund a Ungheria e Polonia.
Ma il Recovery Fund è stato inserito nel Bilancio settennale dell’Unione europea. E poiché basta il “No” di un solo Paese dell’Unione europea al Bilancio per bloccare tutto, Ungheria e Polonia hanno deciso di dire “No” al Bilancio europeo, bloccando, di fatto, il Recovery Fund.
Da qui lo stallo. La responsabilità di tutto questo ‘bordello’ è del Parlamento europeo, che adesso rischia di perdere la faccia. Per obbedire alla Germania – che come sempre fa solo i propri interessi – il Parlamento europeo è andato a infognarsi in questa storia dei “diritti umani”, che è solo un volgare imbroglio per costringere Ungheria e Polonia a prendersi una ‘milionata’ di profughi siriani a testa.
Per tutta risposta, Ungheria e Polonia non solo diranno no a qualunque compromesso, ma meditano di utilizzare questo braccio di ferro per uscire dall’Unione europea.
In tutto questo Erdogan ha sapere che bisogna fare presto, perché la Turchia non può tenere prigionieri a vita i profughi siriani, anche perché aumentano di numero.
La situazione è complicata, soprattutto per la Germania, che si troverebbe a fare la fine dell’Italia con un’ondata di migranti di prossimità: con la differenza che i migranti che arrivano dal Nord Africa debbono attraversare il Mediterraneo, mentre i migranti siriani, una volta aperte le porte della Turchia, trovando le porte di Ungheria e Polonia chiuse, si riverserebbero in Germania…
Come finirà con le risorse del Recovery Fund? Che rimarrà tutto bloccato fino a quando il Parlamento europeo non si rimangerà la storia dei “diritti umani” di Ungheria e Polonia. Il resto sono chiacchiere.
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