Il reperto è già stato recuperato ed è stato affidato al laboratorio di restauro del Parco archeologico della Valle dei Templi
Trovato nel mare di Agrigento, dalle parti di Maddalusa, un cannone che risale al XVI secolo. La scoperta la si deva al sub Gianluca Lopez.
Il cannone è stato recuperato dai tecnici della Soprintendenza del mare e dal R.O.A.N. della Guardia di Finanza di Palermo, con il supporto della Lega Navale di Agrigento e dagli uomini della Capitaneria di Porto Empedocle.
“Il sito di Maddalusa – si legge in un comunicato – già noto per aver
Il cannone è stato sollevato con l’ausilio di palloni.
“Mentre il mondo della cultura subisce le conseguenze delle restrizioni e degli stop dovuti all’emergenza Covid – sottolinea l’assessore dei Beni Cutlurali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà – il mare siciliano continua a ricordarci l’etica della ricerca e della memoria. Viviamo in un’Isola ricca di preziose testimonianze che a mare, come in terraferma, ci ricordano che la Sicilia sin dai tempi più lontani è stata crocevia di rotte culturali e commerciali, rendendo la nostra Isola un unicum a livello mondiale. Continua il grande lavoro della Soprintendenza del mare per portare alla luce il nostro straordinario patrimonio sommerso”.
“Proseguiamo – aggiunge la Soprintendente del mare, Valeria Li Vigni – nel solco tracciato da Sebastiano Tusa in un momento difficile in cui tutto viene fatto con spirito di sacrificio e con il prezioso supporto delle Forze dell’Ordine”.
Sebastiano Tusa, per la cronaca, è l’ex soprintendente del mare comparso in un incidente aereo.
Il cannone è stato trasferito nei locali del laboratorio di restauro del Parco archeologico della Valle dei Templi e affidato al direttore Roberto Sciarratta. Verrà sottoposto ad intervento di restauro. Come previsto in tutti gli interventi di tutela e valorizzazione del patrimonio subacqueo, il secondo cannone di Maddalusa rimarrà in esposizione presso il territorio di ritrovamento, dove sarà reso fruibile alla cittadinanza.
Alle operazioni ha partecipato Mauro Sinopoli, ricercatore biologo ed ecologo marino della sede di Palermo della Stazione Zoologica Anton Dohrn il quale, attraverso lo studio degli organismi presenti nelle concrezioni dei reperti e l’uso di carotaggi fatti in prossimità dell’area del recupero, sarà in grado di ricostruire il ritmo con cui i reperti sono stati coperti e sono riemersi dai fondi mobili. Per questa ricerca saranno usate tecniche analitiche complesse come la datazione tramite l’uso del radiocarbonio.