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Ars: e la mozione di sfiducia all’assessore Razza? Un’esperienza in stile Oscar Wilde…/ SERALE

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Perché la politica ha chiuso i Teatri mentre in Assemblea regionale siciliana si fa solo teatrino? Cos’hanno i pessimi attori di Palazzo Reale in più dei veri attori tenuti in casa? Cos’è stata, infatti, la mozione di sfiducia all’assessore regionale Ruggero Razza se non un teatrino del nulla? 

A Roma il Governo di grillini, PD e renziani si inciucia con tutto il centrodestra nel nome di una nuova ‘unità nazionale’, al grido di “Parigi non van bene Mediaset”. In Sicilia i grillini e il PD hanno presentato un’inutile mozione di sfiducia all’assessore regionale alla Salute-Sanità, Ruggero Razza, che è naufragata a Sala d’Ercole, l’aula in cui si riunisce il Parlamento della nostra Isola.

Alla conta dei voti la sfiducia è arrivata a 25. Contro la mozione di sfiducia – e quindi in favore del Governo di Nello Musumeci e del suo assessore – hanno votato in 36.

Se non ricordiamo male, 36 più 25 dovrebbe fare 61. Che fine abbiano fatto gli altri nove deputati (i parlamentari di Palazzo Reale sono 70) non lo sappiamo: forse otto di loro erano in giro alla ricerca di poltrone…

Veramente uno spettacolo teatrale, quello offerto dalla politica siciliana in queste ore. E questo è offensivo: hanno chiuso i Teatri per l’emergenza Coronavirus e in Assemblea regionale siciliana si fa teatrino…

Per noi che ci occupiamo (in realtà, oggi sempre più di malavoglia e distrattamente) di cronache parlamentari siciliane non è una novità.

Nella nostra memoria rimane indelebile l’operetta oscena del ribaltone siciliano dell’Autunno del 1998. Il ‘genio’ di Gianfranco Miccichè – allora come oggi coordinatore di Forza Italia in Sicilia – aveva messo in crisi il Governo da lui voluto, con presidente Giuseppe Provenzano. La confusione era tanta, perché Francesco Cossiga, a Roma, aveva dato vita all’UDEUR, un’operazione politica misteriosa per tenere in piedi il Governo nazionale di centrosinistra che perdeva ‘pezzi’.

In Sicilia, alla segretaria regionale de Democratici di Sinistra (ancora non erano arrivati i ‘geni’ del PD), era arrivato Claudio Fava. Era arrivato, Claudio Fava, per spostare a sinistra l’asse di una sinistra post comunista siciliana consociativa, inciuciona e trasformista.

Non appena insediato alla segretaria regionale del partito in Sicilia, Fava si ritrova con un gruppo di ex democristiani ‘ammaestrati’ da Cossiga che mettono in crisi il Governo regionale di centrodestra, allora presieduto di Giuseppe Drago, e si dichiarano disponibili a dare vita a un Governo di centrosinistra con i Democratici di sinistra.

Della serie, il trasformismo di Roma chiama, i trasformisti della Sicilia rispondono.

Così il post comunista Angelo Capodicasa viene designato ed eletto presidente della Regione siciliana (allora il presidente e gli assessori regionali li eleggeva l’Aula).

A noi – che allora frequentavamo il ‘Palazzo’ – la nascita di questo Governo e il finale di questa esperienza di Governo sembrò una delle comiche di Ridolini: deputati che correvano di qua e di là al momento dell’elezione di Capodicasa e deputati che correvano di qua e di là – in questo secondo caso con il favore delle tenebre – la notte della caduta di questo Governo.

Ma se dobbiamo essere sinceri, la cosa che ci ha divertito di più di questa fase politica è stato il vedere Fava, la cui segreteria siciliana dei DS si annunciava ‘rivoluzionaria’, costretto a discutere con il vero regista politico (per la parte che riguardava il centrosinistra, ma forse non soltanto) di questa operazione: il mitico Mirello Crisafulli.

Partito da ‘rivoluzionario’, un Fava in verità molto riottoso si ritrovava ‘governativo’: era uno spasso!

Oggi lo ‘spirito’ di Ridolini c’è sempre, così com’è sempre tragicomico assistere alla Sicilia che, come a fine anni ’90, si muove in senso inverso a quello che succede a Roma.

Se a Roma, infatti, Berlusconi ha convinto la Lega di Matteo Salvini e Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni a entrare nel ‘recinto’ del Governo Conte bis, in Sicilia grillini e PD – le due formazioni politiche oggi saldamente alleate all’insegna del vuoto pneumatico-politico – fanno la guerra al Governo regionale di centrodestra andando a sbattere sul nulla politico e parlamentare del quale sono fieri e orgogliosi rappresentanti…

Gli servirà come esperienza? Magari come la intendeva Oscar Wilde:

“L’esperienza non ha alcun valore etico: è semplicemente il nome che gli uomini danno ai propri errori”.

 

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