Storia & Controstoria

1860: Garibaldi e i piemontesi invadono la Sicilia percorrendo le strade delle quali negavano l’esistenza!

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Dopo aver conquistato con le armi e il tradimento degli ufficiali borbonici il Sud e la Sicilia, i piemontesi cominciarono a raccontare bugie che, in parte, ancora oggi resistono. Per esempio, che il Regno delle Due Sicilie non aveva costruito le strade nella nostra Isola. Peccato che gli invasori garibaldini, i massoni e i mafiosi si impossessarono della Sicilia percorrendo le strade che non avrebbero dovuto esserci e che invece c’erano!

“Fra i tanti idola che il secolo ci ha tramandato, scriveva Trasselli nella presentazione dell’opera di Giuseppe Perez, vi è quello secondo il quale il governo borbonico fu un pessimo governo; e fra i fatti relativamente ai quali minore è la discordia degli scrittori, vi è questo: che nel 1860 la Sicilia non aveva se non pessime strade.

Si badi un istante a queste poche considerazioni.

Si diceva che il governo borbonico non volesse costruire strade perché aveva paura delle novità che attraverso quelle avrebbero circolato più facilmente. Il governo invece le costruì; e si disse allora che erano in così misere condizioni, e mal costruite, e prive di ponti, che a nulla servivano.

Ma poiché almeno una, quella di Siracusa e Messina, era un’ottima strada e un capolavoro d’ingegneria, si disse che era stata costruita per schiacciare Catania in caso di rivolta, scagliandole addosso rapidamente i presidi militari di Messina e Siracusa…

E’ evidente che ci troviamo di fronte a giudizi che non meritano la già bassa qualifica di ‘ideologici’; sono giudizi di maniera, di moda contro un regime caduto che nessuno osava difendere. Ad albero caduto…

Nessuno osava dire che quelle pessime strade borboniche erano quelle stesse che avevano consentito la marcia dei reparti garibaldini”.

Giuseppe Testa Il “Vicerè” dei Borboni – Pallade Edizioni, pag. 23

Foto tratta da Archivio Storico Eoliano

Tratto da Regno delle Due Sicilie.eu

 

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