INVESTIRE OGGI è un autorevole giornale economico e finanziario che, sulle operazioni di Borsa e sulle ‘scalate’ è sempre preciso. E se dà una notizia del genere – peraltro illustrando i passaggi tecnici e parlamentari – c’è poco da obiettare. Poveri elettori del Movimento 5 Stelle…
C’è una notizia che molto difficilmente ascolteremo nei TG delle televisioni di Berlusconi. Eppure è una notizia interessante per i risvolti politici di stampo trasformista che coinvolge il Movimento 5 Stelle. la notizia la leggiamo su INVESTIRE OGGI, un quotidiano economico e finanziario che, su Borsa e e finanza è sempre molto informato e preciso:
“I grillini sono diventati i difensori degli interessi aziendali di Berlusconi e lasciano che gli alleati facciano il lavoro sporco di barattare il vivacchiamento dell’esecutivo con una di quelle leggi ad personam che in altri tempi avrebbe scatenato piazze e redazioni dei giornali”.
PONTE BERLUSCONI-GRILLINI? – Che sta succedendo? Possibile che i grillini arrivino anche a questo? Pure insieme a Berlusconi?
“Il miracolo c’è stato – leggiamo su INVESTIRE OGGI -: Silvio Berlusconi non è più lo ‘psico-nano’, termine con cui il Movimento 5 Stelle per anni ha dileggiato l’ex premier nelle piazze di tutta Italia. Il Cav è diventato una risorsa preziosa per evitare che il governo ‘giallo-rosso’ entri in crisi. La pattuglia di parlamentari di Forza Italia servirebbe all’occorrenza per tamponare una maggioranza, che specialmente al Senato rischia di sfaldarsi sulla legge di Bilancio. E poiché in politica, più che nella vita, i favori si pagano, ecco che la scorsa settimana la senatrice Valeria Valente del PD ha presentato un emendamento al Dl Covid, con il quale si punta a difendere Mediaset da una possibile scalata ostile”.
“Il testo, se approvato – prosegue l’articolo – assegna all’Autorità Garante per le Comunicazioni (AGCom) sei mesi di tempo per avviare un’istruttoria, nelle more di una più ampia legge di riordino della materia, durante i quali valutare se un soggetto che ‘operi contemporaneamente nei mercati delle telecomunicazioni elettroniche e in un mercato diverso, ricadente nel Sistema integrato delle comunicazioni (Sic), anche attraverso partecipazione in grado di determinare un’influenza notevole, leda il pluralismo o provochi effetti distorsivi sul mercato delle telecomunicazioni’. Qual è la ratio di questo emendamento? Impedire che il colosso francese Vivendi scali Mediaset, l’azienda in mano alla famiglia Berlusconi tramite Fininvest”.
A questo punto, per capire quale potrebbe essere, alla fine, il ruolo dei parlamentari grillini in questa storia (il condizionale è d’obbligo, perché i parlamentari grillini, volendo, si potrebbero rifiutare di fare anche questo dopo aver costituito un Governo con il PD: c’è sempre la possibilità di una redenzione…) bisogna fare qualche passo indietro
LA SCALATA DI BOLLORE’ – “I fatti sono noti da anni – scrive INVESTIRE OGGI -. Nel 2016, Vivendi prima sigla e poi rescinde un contratto con Mediaset per acquisire Premium, la pay tv del Biscione. Subito dopo, inizia ad acquisire azioni della società a prezzi collassati proprio a seguito del mancato accordo, arrivando a detenere il 28,8% del capitale, pari al 29,9% delle azioni con diritto di voto. Fininvest entra nel panico, perché detenendo poco più del 40% del capitale, non ha la certezza di poter mantenere il controllo di Mediaset nel caso in cui il francese Vincent Bolloré lanciasse un’offerta agli azionisti di minoranza. Per sua fortuna, AGCom scende in campo, intimando a Vivendi di cedere le azioni eccedente il 10% del capitale a una fiduciaria (sarà la Simon), ‘congelandone’ nei fatti il 19,9%. L’imposizione fu giustificata dal fatto che la stessa Vivendi detiene il 23,7% di TIM, colosso italiano della telefonia, esercitandone indubbiamente una forte influenza sul piano gestionale. Un tentativo di monopolizzazione sul mercato delle telecomunicazioni italiano, che l’authority ha così bloccato, facendo tirare un sospiro di sollievo alla famiglia Berlusconi”.
Insomma, nel 2016 – se non ricordiamo male c’era un Governo nazionale a guida PD, preseduto – sempre se non ricordiamo male – da un certo atteo Renzi che ha salvato Berlusconi, impedendo a un gruppo francese di prendersi la maggioranza di Mediaset.
OH DOLCE OLANDA! – Il quotidiano economico e finanziario illustra anche perché Berlusconi, a un certo punto, ha scelto l’Olanda:
“Per evitare di correre rischi simili in futuro – leggiamo sempre su INVESTIRE OGGI – magari sotto governi meno amichevoli di quello allora guidato da Paolo Gentiloni, nel 2019 Cologno Monzese annunciava il trasferimento della sede legale in Olanda, avvalendosi di una disciplina finanziaria che gli avrebbe consentito di mantenere il controllo grazie all’emissione di azioni con diritti di voto ponderati sulla base dell’anzianità del possesso. In pratica, i nuovi arrivati in assemblea avrebbero contato di meno dei soci storici, cioè di Fininvest. Il progetto, ribattezzato Media For Europe, contemplava anche la fusione per incorporazione con Mediaset Espana e di ProSiebenSat. Senonché, Vivendi fece ricorso nei vari Stati contro di esso e questa estate vinceva sia al Tribunale di Madrid che in Olanda”.
Piano piano ci stiamo avvicinando ai grillini.
“A questo punto – leggiamo sempre nell’articolo – torna d’attualità il tema della contendibilità dell’assetto proprietario di Mediaset. Poiché all’inizio dell’anno le telecomunicazioni non erano state inserite dal governo Conte tra gli assets ‘strategici’ nazionali da difendere da eventuali scalate straniere, in attesa che magari ci finisca a breve, la maggioranza corre ai ripari… Nei prossimi mesi non esisterà alcun rischio per Berlusconi, che potrà ricambiare con un appoggio alle Camere all’esecutivo sulla legge di Bilancio, dato che la maggioranza litiga su tutto e traballa vistosamente”.
BERLUSCONIZZAZIONE – Morale: il Governo Conte, che al Senato ha più una maggioranza sempre più fragile, potrà contare sui voti di Forza Italia; in cambio, l’attuale Governo darà una mano allo stesso Berlusconi: peccato che nell’attuale Governo italiani ci siano anche i grillini destinati a subire un processi di ‘berlunosconizzazione’…
“Dalla Commissione europea – scrive sempre INVESTIRE OGGI – non commentano esplicitamente l’emendamento, in quanto non ancora legge. Ma la portavoce nei giorni scorsi ha fatto presente che qualsiasi norma in materia negli Stati dovrà da un lato garantire il pluralismo, dall’altro risultare compatibile con il Trattato sui servizi. Cosa significa? Va bene un’eventuale norma per evitare forme di eccessiva concentrazione nel mercato delle telecomunicazioni, ma allo stesso tempo non si possono mettere in dubbio i cardini su cui si regge l’Unione Europea, vale a dire il mercato unico. Bisognerà minimizzare il rischio di chiusura nei confronti di un soggetto straniero comunitario”.
Insomma, a Bruxelles non sembrano molto convinti che sia giusto che l’Italia tuteli Berlusconi e il suo impero economico in barba al mercato unico europeo dove, in accordo con i principi del liberismo economico, i pasci grandi hanno il ‘diritto’ di mangiarsi i pesci più piccoli…
Siamo arrivati al possibile ruolo dei parlamentari del Movimento 5 Stelle. E qui arriva l’affondo di INVESTIRE OGGI:
I GRILLINI E LA LEGGE SALVA-MEDIASET – “Ci sarà tempo per mettere mano a un testo che eviti uno scontro legale e politico con la Commissione. Per il momento, sappiamo che gli anti-berlusconiani per eccellenza, coloro che scesero in campo una decina di anni fa per fare opposizione reale al Cavaliere e che accusarono fino allo scorso anno il PD di essere sostanzialmente una copia di Forza Italia, adesso accettano senza tentennare che il loro Governo, pur di sopravvivere, vari una legge salva-Mediaset”.
Così finirà ai parlamentari grillini? Pure questo dovranno sopportare i pochi elettori italiani che ancora gli vanno dietro? Non è bastato l’abbraccio tra Beppe Grillo e Nicola Zingaretti? Pure Berlusconi e Mediaset, adesso?
“Certo, tecnicamente – scrive sempre INVESTIRE OGGI – non sarebbe l’esecutivo ad occuparsene, bensì il Parlamento. Ma senza il sostegno esplicito di Lega e Fratelli d’Italia (e la Lega si è astenuta sull’emendamento del PD), i soli voti di PD e Forza Italia non basterebbero per far passare il provvedimento, a meno che non si registrassero assenze strategiche tra le file proprio dell’M5S e delle altre opposizioni”.
Così, per salvare il Governo Conte bis e le proprie poltrone parlamentari i grillini faranno anche questo? Altro affondo di INVESTIRE OGGI sui grillini:
“L’ipocrisia di un gruppo politico, che ha imparato in fretta le furbizie così tanto rimproverate agli altri partiti. I grillini sono diventati i difensori degli interessi aziendali di Berlusconi e lasciano che gli alleati facciano il lavoro sporco di barattare il vivacchiamento dell’esecutivo con una di quelle leggi ad personam che in altri tempi avrebbe scatenato piazze e redazioni dei giornali”.
CHE DIRA’ DI BATTISTA? – Che dirà Alessandro Di Battista, che è rimasto del Movimento 5 Stelle per cambiarlo dal di dentro? E il giornale Il Fatto Quotidiano, che a Berlusconi non ha mai risparmiato critiche, che farà? Anche su questo punto INVESTIRE OGGI va giù duro:
“… il Caimano non è più tale, gli epiteti contro l’ex premier sono spariti. Adesso, Silvio non è più il ‘mafioso’ mandato ai servizi sociali a Cesano Boscone. Egli è diventato un potenziale alleato da sfruttare per evitare che il nuovo vero ‘pericolo’ arrivi al potere: il duo Salvini-Meloni. Grillini come la DC, ma senza averne minimamente la cultura politica, essendone privi di qualsiasi e contenitore vuoto da riempire alla bisogna di chicchessia”.
QUI L’ARTICOLO DI INVESTIRE OGGI
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