Dopo che i media di mezzo mondo (e forse più di mezzo mondo), negli ultimi giorni hanno fatto dire al Presidente Trump cose che non ha mai detto, lo stesso Trump è intervenuto sui social sia per smentire chi gli fa pronunciare parole che non ha mai pronunciato, sia per cominciare a scoprire le carte sui brogli elettorali. La nostra sensazione è che ne vedremo delle belle. Il post su Facebook di Massimo Merighi
A poco meno di un mese dal giorno in cui i grandi elettori dovrebbero certificare l’elezione del nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump comincia a scoprire le proprie carte. E lo fa smentendo clamorosamente i media di tutto il mondo che da qualche giorno hanno dato lo stesso Trump come remissivo, pronto ad accettare la vittoria di Biden. Il 14 Dicembre i grandi elettori dovrebbero certificare l’elezione del nuovo Presidente: ma Trump torna a dire – questa volta con grande forza – che le elezioni sono state truccate.
“He only won in the eyes of the FAKE NEWS MEDIA. I concede NOTHING! We have a long way to go. This was a RIGGED ELECTION!”, scrive Trump.
Traduzione: “Ha vinto solo agli occhi di FAKE NEWS MEDIA. Non concedo NIENTE! Abbiamo una lunga strada da percorrere. Questa è stata un’ELEZIONE IMPREVISTA!”.
Poco prima aveva precisato:
“He won because the Election was Rigged. NO VOTE WATCHERS OR OBSERVERS allowed, vote tabulated by a Radical Left privately owned company, Dominion, with a bad reputation & bum equipment that couldn’t even qualify for Texas (which I won by a lot!), the Fake & Silent Media, & more!”. (qui il testo su Twitter)
Ovvero:
“Ha vinto perché l’elezione è stata truccata. NON sono ammessi VOTE WATCHERS O OSSERVATORI, voto tabulato da una società privata di Radical Left, Dominion, con una cattiva reputazione e attrezzature da fannullone che non potrebbero nemmeno qualificarsi per il Texas (che ho vinto a molti!), I Fake & Silent Media & Di Più!”.
Trump è intervenuto, da quello che si capisce, per chiarire che i media di mezzo mondo (e forse più) dicono una cosa non vera: lui, il Presidente degli Stati Uniti, non ha mai accettato la vittoria di Biden. E, in effetti, sin da quando sono iniziati a venire fuori i voti di un spoglio delle schede piuttosto bizzarro, Trump ha sempre parlato di brogli elettorali.
La nostra sensazione è che Trump abbia ancora alcune carte da giocare. Carte importanti, così lascia trapelare, che non ha ancora scoperto. C’è da crederci? Un fatto è certo: L’atteggiamento di Biden e, in generale, dei Democratici americani non è molto convincente. Se Biden ha vinto che motivo c’era di accelerare, ignorando le procedure?
Siccome la sua è un’elezione contestata, vinta, di fatto, con i voti arrivati via posta e con un conteggio informatico che ha destato più di una perplessità, logica avrebbe voluto che Biden avesse atteso con pazienza il Safe Harbor Day che si celebra l’8 Dicembre, quando, anche in presenza di ricorsi, tutti i voti debbono essere vidimati.
Il comportamento di Biden e dei Democratici, invece, è stato quello tipico di chi ha manifestato una fretta sospetta nel farsi accreditare come Presidente USA prima dell’8 Dicembre! Perché? Cosa temono Biden e i Democratici americani? Perché i più importanti media del mondo, da giorni, anticipano la vittoria di Biden in questo e quello Stato americano, fregandosene del Safe Harbor Day?
Noi ieri abbiamo ospitato un articolo di un noto musicista siciliano, Massimo Merighi. Ebbene, lo stesso Merighi, che vive a Londra e ha il polso della situazione sicuramente meglio di come possiamo averlo noi dalla Sicilia, ha scritto un lungo post su Facebook in cui spiega che Trump e i suoi collaboratori erano da tempo al corrente che si sarebbero verificati problemi durante le elezioni. E che non avrebbero fatto nulla per impedirlo per far cadere nel sacco i propri avversari.
Merighi cita alcune interviste rilasciate da l’avvocato della campagna Trump, Sindey Powell, dove si spiega l’enorme numero di voti arrivati in favore di Biden:
“Ad un certo punto delle elezioni – scrive Merighi – come ormai è noto a tutti e nessuno smentisce, i conteggi si sono improvvisamente fermati e da quel momento in poi si sono verificati degli aumenti improvvisi di voti a favore di Biden statisticamente inspiegabili e impossibili da verificarsi senza un intervento manipolatorio dei conteggi. Quello che si sa oggi, anche grazie a questa denuncia, è che il software Dominion (nome quanto meno curioso) con cui venivano trasmessi i dati dalle sezioni di conteggio ai terminali di raccolta finali, sono stati manipolati attraverso due altri applicativi informatici, chiamati Hammer (Martello) e ScoreCard (Carta Punteggio). Il primo consente di inserirsi in remoto in un sistema informatico attraverso le sue falle di sistema. Il secondo consente di modificare i dati all’insaputa di chiunque, nel passaggio da un nodo trasmittente ad un nodo ricevente. (Mettiamo che un operatore digiti 100 voti per Trump e 50 per Biden. All’atto dell’invio, automaticamente, in base ad un algoritmo che calcola quanti voti sono necessari per colmare il divario fra i due candidati, nel terminale di raccolta arriveranno 150 voti tutti per Biden e zero per Trump). Queste ‘anomalie’ in alcuni casi sono state visibili e palesi, come è accaduto in Michigan, dove si sono accorti a un certo punto che 6000 voti di una contea erano arrivati tutti in un’unica soluzione per Biden. E poiché il fatto è statisticamente impossibile, più che improbabile, la cosa ha creato in un primo momento imbarazzo. Ovviamente sono subito tutti corsi ai ripari, dichiarando che si era trattato di un ‘glitch’ ovvero di un ‘errore’ del software”.
Non abbiamo le competenze e le conoscenza di Merighi, ma la notte dello spoglio e il giorno dopo a noi proprio il risultato del Michigan è sembrato molto strano, perché in questo Stato Trump era nettamente in testa!
Merighi cita alcune interviste di Rudolph Giuliani e di Sidney Powell (che tra parentesi è anche il legale del Generale Flynn) dove si parla senza mezzi termini di truffa elettorale. Anche noi abbiamo riportato qualche dichiarazione di Giuliani. “Powell – scrive Merighi – ha rilasciato dichiarazioni esplosive riguardo al software Dominion. L’avvocato sta per produrre a processo tutte le prove che dimostrerebbero come lo stesso sia stato progettato con il preciso scopo di alterare le elezioni nel mondo, dal Venezuela ad altri Paesi europei, ed ovviamente gli USA… Questo sforzo sarebbe stato ‘organizzato e condotto con il supporto di persone della Silicon Valley, le grandi aziende tecnologiche Big Tech, le società dei Social Media e anche le società dei Media’”.
“Nel frattempo – scrive sempre Merighi – è di un paio di giorni fa la notizia che in Germania sarebbero stati sequestrati i server che ospitavano i dati del software in questione, in una operazione congiunta fra ingenti forze dell’esercito statunitense e le istituzioni tedesche. Trump, intanto, continua sostituire, con persone a lui leali, i vertici delle forze armate e dei servizi segreti… Per chi non se ne fosse accorto, non stiamo parlando di una campagna elettorale. Ma di una guerra cibernetica fra due gruppi contrapposti”.
Merighi cita una notizia che circola già da qualche giorno sulla rete: un Ordine Esecutivo del Presidente Trump emesso nel lontano 12 settembre 2018. Allora nessuno fece caso a questo atto dell’amministrazione Trump. Oggi, però, la mossa di due anni fa potrebbe dispiegare effetti imprevedibili. Tale atto opera in caso di “interferenza straniera” nelle operazioni di voto. La storia è complicata e non rimane che attendere gli sviluppi. Si sa soltanto che, stando a indiscrezioni, oltre alla Germania, ci potrebbe essere il coinvolgimento di altre società presenti in altri Paesi europei: per esempio, in Spagna. Ma queste sono notizie che dovranno ancora essere verificate se, appunto, da indiscrezioni si trasformeranno in notizie.
Merighi scrive anche di una polemica tra il quotidiano New York Times e Giuliani. E del possibile ruolo di George Soros, il finanziare-squalo che nel 1992 guadagnò una barca di soldi con la speculazione sulla lira (qui trovare un articolo e un celebre video che racconta le ‘gesta’ di Soros nell’Italia di quegli anni). Il giornale accusa Giuliani di “complottismo”. Ma, anche in questo caso, sarà l’incedere degli eventi che si susseguiranno nei prossimi giorni a dirci come stanno veramente le cose.