Senza offesa per il Sud e per la Sicilia, Napoli resta una capitale. In tutto. Anche – anzi soprattutto – nella protesta sociale. Quando i napoletani decidono di scendere in piazza, non ce n’è per nessuno: né per la Regione, né per il Governo nazionale. Il paragone con la Sicilia (che ha la propria Autonomia ma non la applica) non regge!
Emergenza Coronavirus: da tante ore infuriano le polemiche sul perché la Sicilia è stata inserita tra le zone gialle, mentre la Campania, dove la situazione non è certo migliore di quella che si registra nella nostra Isola, è stata risparmiata. A nostro avviso – senza offesa per nessuno – in Sicilia si dovrebbe parlare con meno impulsività.
Siamo i primi ad essere d’accordo sul fatto che la zona gialla appioppata alla Sicilia danneggerà tante imprese isolane e, in generale, chi non va avanti con un reddito fisso. Va bene, sarà una mazzata per l’economia siciliana. Ma questo che c’entra con la Campania, dove la situazione è molto diversa dalla Sicilia?
Nel Mattinale di domani proveremo a illustrare come la zona gialla appioppata alla Sicilia potrebbe essere trasformata in opportunità. In questo articolo invece proveremo a illustrare perché la Campania è stata esentata dalle restrizioni previste per chi finisce nella zona gialla.
Non è difficile ricordare quello che è avvenuto a Napoli nell’ultima decade di Ottobre: migliaia di persone sono scese in strada per contestare il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che pensava, da sorrentino, di comportarsi da ‘sceriffo’ anche con i napoletani. E gli è andata male.
I napoletani hanno lanciato a De Luca un messaggio preciso: qui non si chiude niente! E il presidente della Regione Campania ha recepito al volo il messaggio. A Napoli – città di quasi un milione di abitanti – la stragrande maggioranza delle persone vive inventandosi la vita. Bloccare la vita a Napoli significherebbe impedire alla stragrande maggioranza del popolo napoletano di vivere.
E’ per questo che De Luca si è rimangiato di corsa i provvedimenti restrittivi che la Regione da lui presieduta aveva varato; ed è sempre per questo che il Governo nazionale si è guardato bene dall’inserire la Campania tra le Regioni gialle. Con il popolo napoletano non si scherza.
Tra l’altro, il popolo napoletano e i rappresentanti delle categorie produttive hanno lanciato un ulteriore messaggio alla politica nazionale e regionale con il ‘Funerale dell’economia campana’. Hanno detto che non si sarebbero stati scontri e disordini, ma solo una manifestazione pacifica: e così è stato.
A Napoli, rispetto alla Sicilia e, in generale, rispetto a tutto il resto del Sud sono molto più avanti. Voi riuscite a vedere il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, che chiedono al Governo nazionale la moneta di Stato senza debito per sostenere imprese e famiglie in difficoltà invece degli ingannevoli DPCM?
Ebbene, a Napoli lo hanno fatto. Nel corso della manifestazione – che, lo ribadiamo, è stata pacifica – dove è stato celebrato il ‘Funerale dell’economia campana’ hanno lanciato un serie di proposte che lo scrittore e giornalista Francesco Amodeo ha riassunto così:
“Per la prima volta, in una piazza cittadina, l’indice non era puntato verso i ladri di polli (politici regionali e amministrazioni locali) ma verso chi li manovra. Si è parlato di BCE e di emissione di moneta non a debito, per far fronte all’emergenza sanitaria ed economica. Sono state proposte le possibili ed immediate coperture per mettere in sicurezza i cittadini, individuate tra le spese militari, tra i risparmi derivanti dal ripudio degli interessi sul debito ai grandi organismi finanziari. In pratica abbiamo accesso un riflettore, in una delle principali piazze d’Italia, sulle VERE ed UNICHE SOLUZIONI POSSIBILI. Bisogna uscire dal web e portare questi temi al grande pubblico. A Napoli l’abbiamo fatto con parole semplici ed un evento dal forte impatto emotivo, capace di richiamare l’attenzione dei media e della cittadinanza. Nel video (CHE TROVARE QUI) è racchiuso il ‘format’ capace di mandare in tilt il sistema vigente e spezzare le catene del popolo. Dopo una morte c’è sempre una resurrezione. INSIEME si può”.
Il paragone tra Napoli e la Sicilia non si può fare. Certo, anche nella nostra Isola c’è stata qualche manifestazione di piazza: come quella organizzata a Catania dagli Indipendentisti. E qualcosa è stata fatta anche a Palermo e in qualche altro centro della Sicilia.
Ma rispetto alla forza dirompente di Napoli sono ben poca cosa. E infatti la Sicilia è zona gialla e la Campania no! Il fatto che la Campania non sia una zona gialla è rischioso? Secondo noi, sì. ma non avevano alternative, perché sono tanti a vivere senza un reddito fisso e non credono agli improbabili ristori del Governo Conte bis (e se la dobbiamo dire tutta non ci crediamo nemmeno noi).
Ciò posto, non tutto è perduto. La Sicilia, se lo vuole, può fare di necessità virtù. Ma di questo parleremo domani mattina.
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